Il diario del 2023: i momenti chiave dell’anno dei videogiochi

Cos'è successo nel 2023 nel mondo dei videogiochi? Vediamo gli eventi chiave che hanno segnato l'industria lo scorso anno.

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a cura di Stefania Sperandio

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Il 2023 è stato un anno videoludicamente intenso, da qualsiasi lato lo si guardi: sia che si vestano i panni dei giocatori, si intende, sia che si vestano i panni di chi li sviluppa o è comunque attento alle dinamiche dell'industria che li realizza.

Se, da un lato, abbiamo avuto produzioni di una bellezza spesso fuori scala, dall'altro il costo in termini professionali e umani pagato dalla games industry è stato davvero altissimo, segnale di un cortocircuito difficile da sostenere nel lungo periodo.

Così, tra gennaio e dicembre, intorno ai videogiochi sono successe tante cose. Ripercorriamo quelle più importanti che hanno segnato l'anno da poco concluso, per permettervi di avere una visione d'insieme su cosa è successo nel 2023 e quali eventi lo hanno segnato.

Se volete ripercorrere anche gli scorsi anni, per vedere un po' com'è cambiata l'industria, trovate anche il nostro diario del 2021 e quello del 2022.

Licenziamenti disastrosi

La quantità di licenziamenti che hanno colpito nel 2023 l'industria videoludica è stata semplicemente soverchiante. Il fatto che le persone dietro alle produzioni che amiamo vengano viste come sacrificabili o poco rilevanti (sì, sto accennando di nuovo ai 30 secondi ai The Game Awardsndr) ha trovato la sua forma più manifesta che mai nel 2023, dove oltre 10mila persone hanno perso il lavoro. Curioso, considerando che continuano a parlarci di una industria fiorente, ricchissima, amatissima, intorno alla quale il giro d'affari è diventato semplicemente da capogiro.

La quantità di licenziamenti così alti è arrivata da tante compagnie diverse: sappiamo che Embracer Group, in particolare, ha messo mano alle forbici dopo aver acquisito praticamente qualsiasi team gli passasse a tiro.

Abbiamo, avuto licenziamenti da BioWare, da Naughty Dog, da Striking Distance (The Callisto Protocol), da Ascendant Studios (Immortals of Aveum), da Epic Games, da Telltale Games, da Media Molecule, da Digital Bros, da Amazon Games, da Bungie, da Ubisoft, da Hasbro – e sto andando solo a memoria.

E, in tutto questo, abbiamo visto anche le chiusure di Volition (autori di Saints Row) e di Free Radical (TimeSplitters).

Un anno che si è rivelato un vero e proprio campo di battaglia e che dovrebbe far riflettere sulla sostenibilità di spese e benefici per i videogiochi così come sono gestiti oggi, mirando a produzioni sempre più irrazionalmente esose e che devono incassare cifre fuori da ogni logica (con modelli di monetizzazione più che rivedibili) per rientrare dei costi.

Costi che, intanto, vengono ridotti tagliando brutalmente il personale una volta che la consegna è fatta.

Giochi bellissimi in abbondanza

L'altra faccia della medaglia del punto precedente è la quantità fuori di testa di giochi bellissimi che sono arrivati sul mercato. Nel 2023 è stato davvero difficile decidere quali fossero i titoli più belli e più riusciti, perché erano in tanti, per motivi diversi, a meritare le corone dei migliori.

Da Baldur's Gate III (premiatissimo anche ai nostri SpazioGames Awards) a The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom, passando per Alan Wake 2, per Super Mario Bros. Wonder, per Pikmin 4, Street Fighter 6 Octopath Traveler II, per produzioni più piccole come Hi-Fi Rush, CocoonSea of StarsDave the DiverJusantTchiaChants of Sennaar, per l'eccellente remake di Resident Evil 4 o per quello di Dead Space, per l'ottimo esordio di Diablo IV.

In tutto l'anno, praticamente, su più livelli c'è stato solo l'imbarazzo della scelta, anche considerando produzioni che non segneranno la storia del medium ma che sono comunque molto molto valide, come Marvel's Spider-Man 2StarfieldStar Wars Jedi: SurvivorArmored Core VI.

Insomma, i giochi meritevoli arrivavano davvero da tutte le direzioni: controller alla mano, è stato un anno davvero memorabile.

La morte definitiva dell'E3

Dopo qualche anno di accanimento terapeutico, nel 2023 è arrivata la conferma dell'addio definitivo all'E3, per il quale non si proverà nemmeno a organizzare delle nuove edizioni.

Una decisione figlia dei tempi completamente cambiati rispetto alla comunicazione di un tempo e che, a braccetto con i dissapori tra l'ESA e parte della stampa d'oltreoceano (è ancora emblematico il caso dei dati dei giornalisti finiti online per errore nel 2019, che creò le tensioni tra le due parti), ha visto il definitivo addio a quella che fu la più grande fiera di videogiochi al mondo.

Dalla pandemia del 2020, l'E3 non era mai più riuscita a rimettersi in marcia: il tentativo di una nuova edizione organizzata da ReedPop per il 2023 è naufragato malamente, è stato comunicato che anche nel 2024 non si sarebbe fatto nulla e, infine, si è arrivati alla cancellazione definitiva.

Sicuramente un dispiacere per chi, essendo di qualche generazione fa, ricorda bene come l'E3 fosse come una sorta di periodo natalizio videoludico, in cui si scoprivano tutte le grandi novità della prossima stagione.

Un retaggio inapplicabile all'industria odierna, dove ogni sviluppatore va di corsa e crea i suoi eventi da sé (o si infila in quelli di Geoff Keighley sperando nel loro traino), evitando le sovrapposizioni tipiche delle fiere. Occhio, però, alla soppressione del filtro tra produttore e consumatore: si finisce per credere ciecamente al marketing e per comprare cose come, che ne so... The Day Before.

Microsoft acquisisce Activision Blizzard

Dopo che, nel 2022, Microsoft aveva annunciato di aver trovato l'accordo per acquisire Activision Blizzard, è successo praticamente di tutto, al punto che le cose si sono fatte lunghissime. Le autorità preposte a verificare che l'acquisizione non si traducesse in un monopolio, soprattutto in Regno Unito e Stati Uniti, hanno reso la procedura una sorta di montagna russa, che solo di recente ha trovato il suo compimento.

Inoltre, anche Sony ha tentato di far scrutinare con particolare zelo la transazione, poiché la possibilità di vedere un franchise come Call of Duty diventare esclusivo di piattaforme Xbox era particolarmente preoccupante, per PlayStation.

A tal proposito, il gigante di Redmond ha però sempre risposto di non voler privare le console PlayStation dello shooter più giocato, almeno per il momento. Inoltre, Microsoft aveva anche fornito rassicurazioni sulla sua non volontà di creare un regime di monopolio per lo streaming dei giochi in cloud.

A ottobre, infine, è stato confermato che Activision Blizzard è ora ufficialmente parte di Microsoft, con quindi franchise come Call of DutyWorld of WarcraftCandy Crush (che è proprietà di King, a sua volta acquisita nell'affare) che passano sotto l'egida del mondo Xbox.

Dolorosi addii

Purtroppo, il 2023 è stato anche l'anno di importanti addii ad alcune personalità legate al mondo dei videogiochi, prematuramente scomparse.

Il 29 gennaio, ad esempio, abbiamo dovuto dire addio ad Anne Wersching (45 anni), che da qualche tempo affrontava una malattia. Era conosciuta tra i videogiocatori soprattutto per essere stata Tess in The Last of Us di Naughty Dog.

Il 17 marzo, invece, è prematuramente scomparso l'attore Lance Reddick (60 anni), che i videogiocatori conoscevano molto bene sia per il suo ruolo di Sylens nella saga di Horizon di Guerrilla Games, sia per quello del comandante Zavala in Destiny.

Il 23 marzo è scomparso Brendan O'Brien (60 anni), che fu la voce originale di Crash Bandicoot e di diversi personaggi della amata saga platform, il 5 luglio è scomparso Emile Morel (40 anni), lead designer di Rayman Legends che era al lavoro su Beyond Good and Evil 2.

E il 17 dicembre è scomparso James McCaffrey (65 anni) , celebre per il suo ruolo in Max Payne, in Control e in Alan Wake 2.

Il boom delle handheld

Dopo il successo di Steam Deck nel 2022, che ha fatto aprire gli occhi ai produttori di PC, il 2023 è stato un anno dove in diversi hanno iniziato a sperimentare sul mercato delle handheld – che possiamo considerare come dei mini-PC con la forma di console.

Così, a giugno abbiamo visto il debutto di ASUS ROG Ally, il tentativo di ASUS di avvicinarsi a questo segmento, con una macchina piuttosto potente dotata di Z1 Extreme, con però qualche problema di surriscaldamento legato allo slot della micro SD.

A ottobre è stata invece la volta di Lenovo Legion Go, che all'idea di una handheld ha provato ad unire il form factor di Nintendo Switch, proponendo un corpo scomponibile.

Inoltre, a maggio fu la volta di Logitech G Cloud, un tablet Android a forma di console pensato per lo streaming dei giochi in cloud da Xbox Game Pass e da GeForce Now, oltre che per il remote play da Steam e dalla propria console Xbox.

A novembre, invece, è arrivata PlayStation Portal, una portatile pensata esclusivamente per fare da mirror a PS5, consentendovi il gioco remoto dalla vostra console.

E in mezzo a questo, ecco Steam Deck OLED, arrivata a novembre come mid-gen e miglioramento dell'originale Steam Deck, che propone un display OLED, un corpo più leggero, Wi-Fi di ultima generazione e soprattutto una batteria più capiente.

Sarà interessante vedere se e come questo mercato evolverà nel corso di quest'anno, considerando che è diventato sempre più mainstream.

I furti a Rockstar e Insomniac Games

L'annuncio di GTA 6 è arrivato, dopo così tanto tempo, in modo... particolare. Sapevamo che Rockstar avrebbe pubblicato un primo trailer in una data pre-annunciata, ma qualcuno è riuscito a trafugare il video e lo ha fatto uscire anzitempo.

A quel punto, Rockstar Games ha deciso lei stessa di farlo uscire sui suoi canali ufficiali, in anticipo rispetto all'orario che era stato preannunciato. Il gioco arriverà nel corso del 2025 e ci riporterà a Vice City.

Poche settimane dopo, Insomniac Games è stata a sua volta vittima di una fuga di dati, in questo caso particolarmente odiosa: le informazioni sottratte, infatti, sono state oggetto di riscatto, come un ostaggio in un sequestro di persona.

Chi se ne è impadronito ha minacciato di diffondere 1,67 TB di dati, se la compagnia non avesse pagato la cifra richiesta ($2 milioni). Insomniac non ha pagato e le informazioni sono finite in Rete (compresi i dati personali degli sviluppatori), in un vero e proprio crimine commesso nei confronti della software house, attualmente impegnata a lavorare su Marvel's Wolverine.

Il pasticcio Unity

Era settembre quando Unity ha compiuto una delle manovre più autolesioniste che ci vengano in mente in tempo recenti. La compagnia, che fornisce l'engine omonimo molto utilizzato soprattutto tra le produzioni medio-piccole, aveva infatti annunciato la decisione di far pagare una somma agli autori di videogiochi in base alle installazioni delle loro opere. Una scelta che in realtà è stata comunicata anche in modo confuso e contraddittorio – e che ha suscitato subito delle forti reazioni.

Molti sviluppatori hanno annunciato che avrebbero smesso di utilizzare Unity del tutto e, resasi conto della reazioni ostili, Unity ha deciso di fare marcia indietro sulla maggior parte delle novità che aveva annunciato.

Non è bastato, perché la fiducia dei dev nei confronti della compagnia era compromessa: così, il CEO John Riccitiello ha annunciato il suo addio con effetto immediato. Per alcuni le due cose non sono correlate, ma il tempismo per le sue dimissioni dà da pensare.

Una nuova voce per Mario

Dopo aver prestato la voce a Mario fin dal 1996, Charles Martinet ha confermato lo scorso anno che Super Mario Bros. Wonder sarebbe stato l'ultimo videogioco in cui l'amato personaggio di casa Nintendo avrebbe potuto contare sul suo doppiaggio.

La notizia, condivisa dalla casa di Kyoto – che ha annunciato un nuovo ruolo da ambasciatore per l'amato doppiatore, anche se nemmeno lui ha ancora capito bene in cosa questo consisterà – ha visto poi Kevin Afghani venire svelato come nuove voce di Mario e di Luigi per i futuri videogiochi.

L'addio a 3DS e Wii U

Mentre l'industria continua a correre spasmodicamente verso il futuro, nel 2023 Nintendo ha confermato che a stretto giro saluteremo definitivamente sia Nintendo 3DS che la non altrettanto fortunata Nintendo Wii U.

Già a marzo 2023, infatti, gli eShop delle due piattaforme sono stati chiusi e non è più possibile acquistare videogiochi digitali da scaricare. Inoltre, nel corso della primavera 2024, anche tutti i servizi online connessi alle due console saranno definitivamente chiusi.

I giocatori potranno comunque scaricare i giochi e i DLC che hanno comprato in precedenza, ma non potranno acquistare niente di nuovo.

Nintendo 3DS era arrivata sul mercato nel 2014 (e venne dismessa nel 2020), Nintendo Wii U aveva debuttato nel 2012 (e fu dismessa nel 2017).

Gli adattamenti dei videogiochi finalmente si fanno onore

Abbiamo avuto sempre tentativi di rendere i videogiochi film o serie TV, ma nel 2023 finalmente la cosa ha toccato e mantenuto vette importanti. Se già nel 2021 avevamo visto lo splendido lavoro su Arcane, lo scorso anno a spiccare sono stati soprattutto il film di Super Mariol'adattamento di The Last of Us a firma HBO.

Il primo è semplicemente un film che strizza l'occhio agli appassionati del videogioco, senza stranezze di sorta che avrebbero snaturato l'universo di casa Nintendo – sì, mi sto riferendo al film cult degli anni '90.

Il secondo, invece, è una trasposizione perfetta su schermo delle vicende originali di Joel ed Ellie – e rappresenta probabilmente il miglior esempio di adattamento televisivo di sempre, per un videogioco. L'asticella non era altissima, certo, ma il lavoro svolto da HBO è comunque di livello assoluto.

La FTC e il leak di PlayStation e Xbox

Mentre seguiva la vicenda dell'acquisizione di Activision Blizzard, la Federal Trade Commission è ovviamente entrata in possesso di documenti riservati da parte di Xbox e di PlayStation – che le erano utili a valutare se l'affare avrebbe potuto rappresentare o meno un pericolo per la salute del mercato videoludico.

Ecco, il problema è che i contenuti di quei documenti sono finiti online senza le opportune censure alle parti che contenevano informazioni riservate. 

Così, sono finite online informazioni su console future e line-up di giochi, ma anche i costi esorbitanti di The Last of Us - Parte 2.

A tal proposito, la FTC ha affermato di non avere alcuna colpa (la responsabilità a suo dire sarebbe di Microsoft stessa, come confermato dai giudici), mentre Phil Spencer, pur dispiaciuto per il leak, ha fatto sapere che i piani di Xbox sono cambiati tanto, rispetto ai documenti finiti online per errore, e che quindi quanto svelato non rifletterebbe in toto cosa vedremo in futuro.

PS5 Slim è il primo upgrade mid-gen delle nuove console

Dopo il debutto a fine 2020, non abbiamo avuto novità per le console di ultima generazione – anche perché praticamente è solo dal 2023 che sono state disponibili negli scaffali senza penuria di scorte o assalti dei bagarini.

Tuttavia, proprio in coda allo scorso anno (novembre), Sony ha lanciato la sua PS5 Slim. Si tratta di un modello della console dal corpo ridotto rispetto a quello uscito nel 2020 e che, una volta esauriti i vecchi esemplari, diventerà il nuovo standard.

Non ci sono differenze nella potenza di calcolo o nelle prestazioni, solo nell'ingombro e nella modularità: è possibile, infatti, rimuovere o acquistare a parte il lettore Blu-Ray, il che supera la vecchia divisione tra il modello standard e il modello Digital di PS5.

Il caso The Day Before

Nell'industria dei videogiochi abbiamo visto succedere di tutto, ma il caso di The Day Before è comunque così surreale da riuscire a farci scuotere la testa. Annunciato come un MMO open world con meccaniche da survival – e con direzione artistica e comparto tecnico che ammiccavano a The Last of Us – il gioco è stato uno dei capitomboli più clamorosi che si ricordino

Dopo infiniti rinvii, infatti, è riuscito a debuttare solo poche settimane fa (il 7 dicembre), permettendo ai giocatori di scoprire che non era niente di tutto ciò che era stato annunciato – e no, non era un MMO open world ambizioso.

Risultato? Il team tedesco autore del gioco, Fntastic, ha chiuso pochissimi giorni dopo il lancio, facendo sapere che i giocatori potevano chiedere un rimborso e dissolvendosi nell'anonimato, mentre il gioco chiuderà del tutto questo mese.

Un progetto senza capo, coda o almeno un grammo di professionalità, che deve far riflettere su come il marketing malizioso, fatto di grandi proclami e nessuna sostanza, possa provare a circuire i videogiocatori di buona fede.

Cambi ai vertici

È stato anche un anno di riorganizzazione per PlayStation e per Xbox. Abbiamo infatti appreso a settembre che entro aprile il presidente Jim Ryan lascerà ufficialmente PlayStation dopo oltre trent'anni, dove ora ricopriva il ruolo di CEO di Sony Interactive Entertainment.

Ryan, nel suo operato, ha sicuramente portato numeri straordinari a PlayStation, pur adottando una strategia di comunicazione che ha reso un po' più tiepida la community, rispetto a quanto accaduto negli ultimi anni – per via di decisioni annunciate e poi modificate dopo la perplessità generale, o della forte virata promessa in favore dei live service.

A tal proposito, da poco è stato confermato che The Last of Us Online non si farà più, dopo anni di sviluppo, e non è chiaro cosa ne sarà degli altri progetti (pare fossero almeno una dozzina) di natura live service in lavorazione. Un cambio di direzione dopo l'addio di Ryan? Staremo a vedere.

Nel frattempo, anche Xbox ha riorganizzato i suoi ranghi per il futuro: con Phil Spencer nella posizione di CEO di Microsoft Gaming, Sarah Bond è ora presidente di Xbox e supervisionerà tutte le piattaforme Xbox. 

Intanto, Matt Booty è ora presidente della divisione Game Content and Studios del gigante di Redmond, mentre Chris Capossela ha deciso di lasciare Microsoft dopo trentadue anni: la sua carica di Chief Marketing Officer è stato assegnata a Takeshi Numoto (prima vice presidente e direttore commerciale per il marketing), in una piccola grande rivoluzione interna.

Vedremo come queste grandi manovre influenzeranno il futuro di PlayStation e di Xbox: il 2024 è qui per svelarci i primi passi dei nuovi assetti.