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Pro
- Salamander III è un capitolo nuovo e ben riuscito.
- Le migliorie nella quality of life sono un toccasana per i giocatori moderni.
- I soliti orpelli presenti nelle raccolte di Konami sono sempre piacevoli.
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Contro
- Dove sono il quarto e il quinto capitolo?
- Rapporto qualità prezzo non ottimale.
Il Verdetto di SpazioGames
Konami continua la sua opera di preservazione di quei franchise, che ne resero celebre il nome, con Gradius Origins, una raccolta di classici che si distacca dall'essere una semplice "collezione di titoli famosi" per assumere i connotati di un vero e proprio manifesto d'amore per il genere degli shoot 'em up, o SHMUP se preferite, regalando agli appassionati un pacchetto che celebra il passato e, allo stesso tempo, guarda al futuro.
Sviluppato da un team interno che ha saputo cogliere l'essenza dell'epoca d'oro degli arcade (che potete rivivere anche grazie ad Amazon), Gradius Origins si presenta come un'opera imprescindibile per tutti gli appassionati del bullet hell.
Con sei giochi storici, e un capitolo inedito che si inserisce perfettamente in questa raccolta, l'esperienza offerta da questa raccolta è un viaggio intenso, romantico e appagante, seppur non privo di qualche difetto.
Gradius e l'eredità di Salamander
Gradius Origins è la vetrina di un'era gloriosa, la quale mette in bella mostra la trilogia originale di Gradius, i due capitoli di Salamander e Life Force, oltre alle loro, immancabili, varianti regionali.
Come da tradizione per questo tipo di operazioni da parte di Konami, ognuno di questi titoli non è stato semplicemente riproposto, per quanto il loro fascino originale composto da sfide spietate e un design che ha fatto scuola sia indubbio, ma è stato adornato con qualche piccolo accorgimento nella quality of life per venire incontro ai giocatori di oggi.
Di queste migliorie, però, ve ne parlerò fra poco perché prima vorrei soffermarmi sulla vera star di questa raccolta, ovvero Salamander III, il capitolo di questa celebre serie che ne segna, a tutti gli effetti, il ritorno il ritorno sulle scene dopo quasi trent'anni.
D'altronde, laddove i capitoli di Gradius di mostrano ancora oggi come delle icone di game design, grazie a quel gameplay loop da tanti imitato, ma da pochi riuscito a padroneggiare, è proprio la serie di Salamander a risaltare maggiormente in questa raccolta, dimostrando di essere invecchiata molto meglio rispetto ai capitoli della iconica saga alla quale si ispirano.
Salamander è la prova tangibile di un periodo in cui Konami osava, sperimentando con art direction del tutto inaspettate per uno SHMUP (i meno giovani fra di voi si ricorderanno la celebre testa di sfinge nel primo capitolo della serie di spinoff).
Life Force ne è l'esempio più lampante, con livelli che ci trasportano all'interno di un corpo umano, in un'estetica a metà tra un libro di anatomia in 8-bit e l'immaginario di H.R. Giger.
Mentre Gradius si concentra su navi e mech, in un'ambientazione che ricorda molto da vicino Galaga, Salamander ci immerge in un body horror in pixel art, popolando lo schermo con figure grottesche, orde di occhi e altre creature sopra le righe.
Vecchio gameplay, nuove funzioni
Onde evitare incomprensioni, il gameplay è identico in tutti i titoli, incluso Salamander III, il che è un bene e un male allo stesso tempo. Se da un lato si mantiene la fedeltà all'esperienza arcade originale, fatta di astronavi stilizzate intente a sparare a tutto ciò che si muove a schermo e caratterizzata da una sfida spietata, dall'altro i giocatori di oggi potrebbero sentirne terribilmente il peso degli anni.
Questi giochi sono nati per spremere monete dalle tasche dei giocatori e per trasformare un'esperienza, concettualmente, breve in qualcosa di infinitamente rigiocabile, e in Gradius Origins questa filosofia viene sprigionata da ogni singolo, enorme, pixel.
Per fortuna, la collezione introduce una serie di funzionalità che migliorano l'esperienza di gioco. La presenza di una modalità facile, una funzione di riavvolgimento e persino l'invincibilità (per chi non mira a ottenere trofei particolari e vuole semplicemente godersi dei classici del passato per semplice conoscenza personale).
Tutte migliorie che rendono l'esperienza finale più accessibile, indubbiamente più godibile, ma allo steso tempo non tradiscono quella natura hardcore che farà gola a qualche giocatore di vecchia data.
Volendo muovere una critica a questa raccolta, il più grosso difetto di Gradius Origins risiede proprio nella scelta dei titoli al suo interno. So bene che si chiama Origins, e che quindi non vuole andare oltre una certa epoca, ma allo stesso tempo, con un prezzo di listino di 39,99 euro, non vedere al suo interno Gradius IV e Gradius V fa storcere non poco il naso.
Vero, hanno incluso una perla come Salamander III, che è un titolo del tutto inedito, ma l'assenza di quei due capitoli sono certo che non farà piacere ai fan della serie, che poi sono proprio il pubblico da soddisfare con "operazioni nostalgia come questa".