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Pro
- Gameplay frenetico e abbastanza impegnativo
- Aree segrete, livelli secondari e punteggi per i più temerari
- Artisticamente è una chicca...
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Contro
- ... ma sulla difficoltà c'è qualche sbilanciamento di troppo
- Fasi platform un po' deludenti
Il Verdetto di SpazioGames
Informazioni sul prodotto

- Sviluppatore: The Game Kitchen
- Produttore: Dotemu, Joystick
- Testato su: XSX
- Piattaforme: PS5 , PC , XSX , PS4 , XONE , SWITCH
- Generi: Azione , Platform
- Data di uscita: 31 luglio 2025
Il 2025 sembra proprio un anno da ricordare per gli appassionati di Ninja Gaiden. Dallo shadow drop a sorpresa di Ninja Gaiden 2 Black a gennaio, passando per Ninja Gaiden 4 previsto verso fine anno ad ottobre, i fan di Ryu Hayabusa non possono che essere entusiasti per il ritorno in auge del loro beniamino.
In attesa di potersi cimentare nel nuovo capitolo dell’omonima saga appena citato, però, non manca nemmeno un capitolo spin-off qui oggetto di analisi, dal nome Ninja Gaiden: Ragebound, pubblicato proprio in queste settimane roventi da The Game Kitchen, così da condire un po’ l’attesa con qualche sfida a tema e orde di demoni da affettare.
Lo studio spagnolo, dopo i risultati raggiunti con i due sorprendenti e impegnativi Blasphemous, ha deciso di alzare ulteriormente l’asticella qualitativa portando la sua visione degli hack and slash a scorrimento in un universo ben più conosciuto, riesumando nello stile un passato tanto caro ai fan più attenti e di vecchia data.
Mossa vincente o semplice operazione nostalgia? In realtà il risultato finale è abbastanza soddisfacente, al netto di alcuni evidenti limiti strutturali. Ma andiamo con ordine.
Alleati per una notte
La prima vera novità di Ninja Gaiden: Ragebound è riscontrabile nel suo comparto narrativo fin dai primi minuti di gioco; a differenza dei capitoli principali, Ryu non è il protagonista dell’avventura. In realtà è presente esclusivamente come breve apparizione iniziale come mentore per il tutorial, mentre durante il susseguirsi delle vicende è impegnato con un’altra missione negli Stati Uniti.
Nello specifico, il protagonista è il suo allievo Kenji, ritrovatosi a dover difendere il villaggio natio dall’ennesimo attacco dei demoni, pronti a seminare morte e distruzione in tutto il mondo senza limiti.
Da questo momento, in realtà, il viaggio in Ninja Gaiden: Ragebound si rivela molto più articolato del previsto. Il giovane ninja, a seguito di una serie di eventi abbastanza rocambolesca, si ritrova a collaborare in maniera vincolante con un membro di spicco del clan rivale del Ragno Nero di nome Kumori, vero e proprio coprotagonista del gioco.
I due, vincolati da un potere maledetto, iniziano un viaggio alla ricerca di alcuni cristalli magici che le forze del male vogliono utilizzare per risvegliare il Signore dei Demoni, così da soggiogare il mondo una volta per tutte.
Niente di particolarmente rivoluzionario, sia chiaro, ma la storia che si dipana lungo le 6 ore impiegate per raggiungere - per la prima volta - i titoli di coda ha qualche piccolo colpo di scena e si segue con sorprendente piacere. Merito principale dei numerosi scambi di battute dei due protagonisti, nella loro condizione di nemesi obbligate a collaborare, piacevole da seguire su schermo.
Proprio collegandoci alla longevità menzionata per Ninja Gaiden: Ragebound mi ritengo decisamente soddisfatto. Si tratta di un action 2D a scorrimento dal ritmo serrato, dove i livelli possono essere rigiocati per cercare di ottenere punteggi più alti fino all’ambito rango S per i più temerari, oltre ad alcune piccole aree segrete o veri e propri livelli secondari che aggiungono qualche ora di sana sfida ulteriore.
Lama, pad e kunai
Per quanto riguarda il gameplay effettivo di Ninja Gaiden: Ragebound, si tratta di un vero e proprio richiamo alle origini della saga, anche se pensando al ritmo in generale e la rinnovata dinamicità delle fasi action, si ha la sensazione che il risultato finale sia molto più fluido e moderno, con l'obiettivo di aumentare la frenesia su schermo e renderlo più appetibile senza smarrire la sua identità.
Grazie agli attacchi semplici di lama (attacco ravvicinato) o kunai (attacco a distanza) è possibile affettare la maggior parte dei nemici semplici con un solo colpo, mentre sfruttando particolari power up evidenziati dalle auree colorate di alcuni nemici - a seguito della loro eliminazione - è possibile rendere il colpo successivo letale anche per le creature più resistenti e pericolose.
Si tratta di una tattica molto interessante perché, durante le ondate di nemici più numerose, si capisce quanto il team abbia studiato un ordine specifico in termini di efficienza per eliminare i mostri nel modo più rapido e spettacolare possibile, sempre con l'obiettivo finale di ottenere il miglior punteggio di fine livello. Non mancano nemmeno diverse boss fight, tanto spettacolari da vedere quanto divertenti e impegnative pad alla mano, obbligando a qualche repentino game over prima di imparare moveset e ordine di schivate.
Come se ciò non bastasse, e anche possibile deviare o saltare sopra ogni proiettile o nemico, per concatenare attacchi in rapidità senza fermarsi, oppure per raggiungere specifiche aree dei livelli. Elemento che verrà sfruttato sicuramente dagli amanti delle speedrun per completare i livelli al 100% nel minor tempo possibile (ti consiglio un pad come quello Microsoft disponibile su Amazon).
Proprio parlando della difficoltà, però, ho registrato un certo sbilanciamento tra i vari livelli; forse sarebbe meglio qualche intervento di calibrazione volto a rendere il senso di sfida più costante, rispetto ai picchi improvvisi evidenti solo in determinate sessioni.
Nonostante il divertimento incredibile scaturito dai combattimenti, però, si sottolinea qualche piccolo singhiozzo durante le fasi meramente più platform in diversi casi più caotiche del previsto. Tra ostacoli, trappole e nemici, alcuni percorsi sono eccessivamente tediosi e mettono in luce un comando per il salto non sempre preciso, ma anzi riflesso di un input lag che necessiterebbe di qualche correzione.
Ottima lavoro, inoltre, per quanto concerne la varietà dei nemici. Quasi ogni stage presenta creature uniche e fino agli ultimi livelli sono stato obbligato a cambiare strategia per soldati o abomini differenti non solo nell’aspetto, ma soprattutto nei punti di forza e debolezza.
Elemento che poi si riflette in positivo anche nello stile grafico utilizzato per Ninja Gaiden: Ragebound. Lo stile 2D retro richiama le origini dei capitoli dei primi anni novanta, ma con una palette cromatica più accesa ed effetti ad hoc per esplosioni o colpi speciali, valorizzando ancora di più la rapidità e la fluidità del movimento.
Certo, il level design di per sé non è nulla di straordinario, ma è funzionale al gameplay, dove al netto di una certa ripetitività delle varie texture utilizzate, l'orizzonte regala scorci estremamente piacevoli e curati. Il tutto accompagnato da arrangiamenti che riprendono le stesse musiche dei primissimi capitoli e riadattandole per l'occasione; obiettivo raggiunto grazie al coinvolgimento diretto nel progetto dei compositori dei capitoli originali.