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Pro
- Una vera e propria boccata d'aria fresca per i tripla A.
- Combat system ispiratissimo e originale.
- Graficamente incredibile.
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Contro
- Comparto narrativo che non sembra brillare per originalità.
- Bisogna capire se il combat system terrà botta per tutta la durata del gioco.
Conclusioni Finali di SpazioGames
Informazioni sul prodotto

- Sviluppatore: Capcom
- Produttore: Capcom
- Piattaforme: PS5 , XSX , PC
- Generi: Action Adventure
- Data di uscita: TBA 2026
Pragmata è stata una sorpresa del tutto inaspettata, capace di riportarmi con la mente a quegli anni d’oro in cui videogiochi sperimentavano senza timori, provando a stupire noi giocatori con idee sempre fresche e, per certi versi, innovative.
Mi è bastato provare con mano, per circa una mezzoretta, la nuova IP di Capcom, per innamorarmene follemente e volerne ancora. Per carità, non fraintendetemi, Pragmata deve ancora dimostrare tutto il suo valore e risultare capace di non tediare “sulla lunga distanza”, ma il suo gameplay così atipico, e per certi versi originale, mi ha fatto completamente rivalutare quella che pensavo sarebbe stata “un’ altra produzione AAA come tante”.
Non vogliatemene ma vedere una software house quale Capcom intenta a sperimentare con un tripla A, mi ha ridato fiducia verso un’industria che sempre più spesso si rivela conservativa, non rischiando di investire in “idee”, ma puntando a proporre, costantemente, quella comfort zone tanto cara ai consumatori.
Una boccata d'aria fresca
Ma cosa mi è piaciuto così tanto di Pragmata? Di certo non il fatto che
sia la solita avventura in terza persona, story driven, ambientata nello spazio, abbastanza lineare e con una trama che, per quanto interessante, non eccelle per delle tematiche mai viste prima.
La storia si svolge in un futuro non troppo lontano. Sono trascorsi anni dalla scoperta della lunite, un minerale che ha cambiato il destino dell'umanità. Da essa è nata la fibra lunica: un materiale in grado di riprodurre non solo la forma, ma anche le proprietà e le funzioni di qualsiasi cosa, a patto di possederne i dati.
Un giorno, all'improvviso, la Terra perde ogni contatto con la base lunare dedicata allo studio di questa fibra, motivo per il quale viene subito inviata una squadra di pronto intervento. Tuttavia, poco dopo l’arrivo di questa equipe sul satellite la superficie lunare viene scossa da un violento sisma.
Separato dai suoi compagni, gravemente ferito e privo di conoscenza, Hugh Williams (il protagonista del gioco) viene salvato da un misterioso androide dall'aspetto di una bambina. È una Pragmata, creata usando la fibra lunica, la quale si adopererà per aiutarlo a risolvere la situazione.
Insomma, come vi anticipavo, niente di nuovo sotto il sole. Pragmata presenta una storia sì interessante, ma che sprizza “già visto” in ogni pixel e che, molto prevedibilmente, punterà fortissimo sul rapporto emotivo fra Hugh e la giovane androide, mettendo in scena il più clasico dei rapporti padre/figlia.
Il problema è che tutti i nemici sono pesantemente corazzati e solo con l’aiuto della giovane androide, comodamente appollaiata sulle spalle di Hugh, si potranno abbattere le difese die temibili androidi.
Per farlo bisognerà far eseguire delle violazioni alla androide, risolvendo degli enigmi a griglia che appariranno sull’angolo destro dell’HUD di gioco.
Per risolvere questi micro-puzzle bisognerà utilizzare i tasti frontali del pad per guidare un flusso di corrente all’interno di una griglia, cercando rapidamente il percorso più rapido per farlo arrivare sulla casella finale del percorso.
Non appena si sarà risolta la violazione, il nemico mostrerà i punti deboli e subirà ingenti danni quando ferito dalle armi da fuoco a disposizione di Hugh.
A rendere maggiormente interessante questa dinamica, ci sono tutta una serie di buff che potranno essere utilizzati all’interno delle violazioni per infliggere dei malus agli avversari (tipo una temporanea paralisi, un aumento dei danni subiti e così via), così come le armi a disposizione di Hugh spazieranno dalla classica pistola, fino a un fucile paralizzante che permetterà di guadagnare il tempo necessario per eseguire le violazioni quando ci si scontrerà con i nemici più rapidi e aggressivi.
Un combat system decisamente peculiare e che per quanto sulla carta sembri estremamente convoluto, in realtà è stato realizzato con una cura incredibile, visto che dopo una manicata di minuti si riesce già a padroneggiarlo con estrema fluidità.
Merita fiducia?
La cosa che però mi ha colpito maggiormente è come il combat system di Pragmata non rallenti eccessivamente il ritmo degli scontri. Per quanto è indubbio che eseguire una violazione prima di attaccare sia più lento del semplice “mira e spara”, i combattimenti di Pragmata sono dannatamente stimolanti, visto che richiedono di spostare costantemente Hugh sul campo di battaglia per evitare le offensive nemiche, nel mentre che si cerca una finestra ottimale per mirare, violare le difese avversarie e attaccare.
Ovviamente, per quanto incredibilmente stimolanti siano stati i trenta minuti che ho speso su Pragmata, come vi anticipavo poc’anzi bisognerà comprendere se questo peculiare combat system possa “tenere botta” per tutta la durata della storia, ma è indubbio che Capcom sia riuscita a offrire la cosiddetta “boccata d’aria fresca” a un settore sempre più costellato di tripla A che sembrano fatti con lo stampino.
La vera sfida per Capcom, adesso, sarà quella di riuscire a convincere una platea di giocatori che negli ultimi anni ha dimostrato una certa diffidenza verso le nuove proprietà intellettuali, preferendo spesso rifugiarsi nella comfort zone di sequel e remake dal marchio già noto.
Non è un mistero che, in un mercato dominato da franchise longevi e da saghe consolidate, il rischio di lanciare qualcosa di inedito venga percepito come troppo alto sia per gli sviluppatori che, soprattutto, per i consumatori. Eppure, se la nuova produzione della compagnia giapponese dovesse mantenere le promesse della demo che ho avuto modo di provare, sarebbe davvero un peccato se i giocatori decidessero di voltarle le spalle.
Sarebbe un controsenso, peraltro, considerando quanto spesso si senta ripetere che il settore avrebbe bisogno di idee fresche, di coraggio creativo, di esperimenti che non si limitino a riproporre lo stesso schema trito e ritrito. E allora viene spontaneo chiedersi: che senso ha invocare la novità, se poi al momento opportuno non si è disposti a sostenerla?
Capcom sembra aver raccolto la sfida, provando a scommettere su qualcosa che non fa leva solo sulla nostalgia o sul nome di un brand storico, ma che punta invece a costruire un’identità propria, in grado di distinguersi e lasciare il segno.