Unity Engine fa infuriare gli sviluppatori: nuove super tasse per ogni installazione di giochi

Unity ha annunciato nuove tasse per gli sviluppatori che utilizzeranno l'engine, provocando rivolte praticamente ovunque.

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a cura di Francesco Corica

Staff Writer

L'engine Unity si è ormai imposto come uno dei motori grafici più diffusi e importanti nell'industria videoludica, grazie alla sua facilità di utilizzo e a costi accessibili anche per piccoli sviluppatori.

Tutte qualità che lo hanno reso una prima scelta per gli sviluppatori indie, ma che ha anche trovato un utilizzo significativo nel mercato tripla-A: basti pensare infatti che perfino Pokémon ha deciso di utilizzarlo per i suoi remake di Diamante e Perla (li trovate su Amazon).

Tuttavia, nelle ultime ore Unity ha deciso di annunciare un cambiamento decisamente controverso: l'engine ha infatti svelato che dal 2024 gli sviluppatori dovranno pagare nuove tasse particolarmente costose e valide per ogni singola installazione.

Un cambiamento che ha inevitabilmente scatenato rivolte da parte della maggior parte degli sviluppatori della scena indie come Massive Monster, autore di Cult of the Lamb, o anche di Luca Galante, creatore del fenomeno Vampire Survivors:

Anche Geoff Keighley si è schierato in difesa degli sviluppatori, definendo la mossa di Unity semplicemente «uno scherzo», così come le sue spiegazioni per giustificare la manovra.

Probabilmente è stato proprio a causa di questa rabbia collettiva che c'è stato un improvviso dietrofront nelle scorse ore, anche se solo parziale: come riportato da Axios, un aumento verrà comunque registrato, ma solo sulle prime installazioni e le demo non saranno "quasi" coinvolte, a meno che non sia incluse insieme all'accesso anticipato nelle rispettive edizioni complete.

Inoltre, è stato chiarito che gli sviluppatori non saranno responsabili delle tasse provenienti da installazioni tramite servizi in abbonamento, come Xbox Game Pass o PlayStation Plus, ma che dovranno essere coloro che li forniranno a occuparsene. In altre parole, Microsoft, Sony o chiunque altro.

Spiegazioni che comunque non hanno affatto convinto gli sviluppatori: tanto per iniziare, resta il fatto che queste tasse spingeranno inevitabilmente diversi autori a rivolgersi ad altri engine per non arrivare a spendere più di quanto guadagnerebbero.

Ma anche la politica riguardante i servizi in abbonamento rischierebbe di causare danni a lungo termine: per esempio, Microsoft potrebbe decidere di offrire accordi meno vantaggiosi, dovendo calcolare anche gli eventuali costi di Unity.

E stando a quanto segnalato da Xalavier Nelson Jr. su X, writer di Hypnospace Outlaw e Stranger Things VR, pare che un gruppo significativo di sviluppatori si stia già organizzando per una class-action proprio contro queste decisioni di Unity.

Insomma, al momento quello di Unity sembrerebbe essere un vero e proprio autogoal, dato che gli sviluppatori stanno già cercando di capire quale potrebbe essere il prossimo engine su cui lavorare, anche a costo di ripartire da zero.

Da parte nostra, ci auguriamo anche noi che Unity possa fare un passo indietro più deciso, ma continueremo a monitorare la situazione e vi terremo prontamente aggiornati.