Embracer parla dei licenziamenti: «una cosa necessaria»

Il chief strategy officer ad interim Phil Rogers di Embracer Group ha parlato dei motivi e degli effetti dei licenziamenti di questi mesi.

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a cura di Marcello Paolillo

Senior Staff Writer

Embracer Group da tempo non naviga in buone acque, sebbene ora è uno dei suoi capi a parlarne apertamente.

La holding svedese di videogiochi e media con sede a Karlstad è da tempo in guai finanziari, visto che si parlava di licenziamenti anche per gli autori di Borderlands (che trovate su Amazon).

Sappiamo fin troppo bene ormai che diversi team di sviluppo legati all'azienda sono stati chiusi negli ultimi mesi, tra cui spiccano anche i creatori di Saints Row.

Senza contare che da poco è toccato anche agli autori di Neverwinter, sempre di proprietà di Embracer.

Ora, come riportato anche da Destructoid, in un'intervista rilasciata a Game Informer, il chief strategy officer ad interim Phil Rogers ha parlato dei motivi e degli effetti dei licenziamenti visti in questi mesi.

Rogers spiega che l'azienda sta attraversando un periodo di ristrutturazione, che purtroppo ha un costo umano.

Egli afferma che: «È stato un processo angosciante vedere il tipo di riduzione dell'organico, ma sappiamo che è una cosa necessaria per raggiungere i nostri nuovi e necessari obiettivi».

Non sembra che il peggio sia ancora passato, poiché Embracer sostiene di essere ancora nelle prime fasi della ristrutturazione.

Secondo Rogers, possiamo aspettarci «altre cancellazioni, potenzialmente altre chiusure o acquisizioni di dirigenti».

Come annunciato in precedenza, solo quest'anno Embracer ha licenziato oltre 900 dipendenti in numerosi studi, il tutto dopo un periodo di rapida acquisizione di vari team.

In una lettera aperta, la società ha dichiarato che i licenziamenti sono dovuti al passaggio del gruppo da una «modalità di forte investimento a un'attività altamente generativa di flussi di cassa».

Nonostante ciò, Embracer sostiene di avere ancora oltre 200 giochi in fase di sviluppo nei suoi diversi studi. L'attenzione non si concentra solo sui grandi Tripla A, poiché Rogers ritiene che «i giochi più grandi non sono sempre divertenti».

Sebbene Embracer stia attraversando un periodo di turbolenza, Rogers è ancora ottimista. Nutre grandi speranze per il settore perché «la domanda di contenuti non è mai stata così alta».

Ritiene inoltre che l'azienda sia in una buona posizione dal punto di vista finanziario. Embracer starebbe per «riadattare la pipeline di giochi in modo che il tasso di esecuzione di cui parliamo sia di 5 miliardi di corone svedesi (478,4 milioni di dollari) per il prossimo anno fiscale», ed è in linea con i suoi obiettivi di riduzione del debito.

Dopo l'acquisizione di numerosi studi, Embracer Group è apparsa come una intricata scatola cinese: ci auguriamo in ogni caso che i nodi vengano al pettine al più presto.

Del resto, il 2023 ha visto una diffusa perdita di posti di lavoro nell'industria dei videogiochi, rivelandosi un anno nero in tal senso.