Dopo un anno, il successo di Genshin Impact mi lascia molto perplesso

Ho rimesso mano a Genshin Impact dopo un anno. Non una grande idea.

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a cura di Valentino Cinefra

Staff Writer

Il 28 settembre 2020 uscì Genshin Impact il gacha/gdr/action di MiHoYo, che ha fatto discutere perché ispirato (per usare un eufemismo al ribasso) a prodotti come The Legend of Zelda: Breath of the Wild e Nier Automata, giusto per citare un paio della decina da cui il titolo ha preso spunto.

Oggi, con buona pace di tutti, Genshin Impact è un successo.

Lo dicevo già un anno fa, e come ampiamente previsto l’arrivo dell’open world cinese ha cambiato per sempre qualcosa nel mercato. Ci sono fenomeni per cui le analisi intense, le spiegazioni, e in generale la volontà di elevare il discorso a qualcosa di più approfondito ed interessante, non servono a nulla. Un concetto meritocratico, se volessimo vedere il lato positivo.

Genshin Impact ha rotto ogni record per quanto riguarda il mercato dei videogiochi mobile, arrivando a marzo 2021 a generare un miliardo di dollari di ricavi. Dati che ovviamente sono difficilmente percepibili con esattezza al minuto, vista la diffusione che può avere un titolo free to play su smartphone e tablet.

Oggi, anche qui su SpazioGames, i contenuti dedicati sono sempre molto (molto, fidatevi) letti e richiesti, dalle notizie alle guide specifiche. È indubbio che il titolo piaccia, sia seguito e abbia una community fortissima.

All’epoca, me lo ricordo bene, il titolo mi provocò un certo fastidio, non lo nascondo. Il genio ruba mentre il mediocre copia, e quest’ultimo è il caso del titolo di MiHoYo, una produzione che non ha una singola idea che sia sua e non presa di sana pianta da qualcos’altro.

Più che altro ricordo mi generò molta tristezza vedere il pubblico non accorgersene, o peggio ancora giustificare questa cosa con commenti a dir poco imbarazzanti e faziosi. La stessa community che cerca l’originalità ad ogni costo, sempre, che si lamenta degli “Assassin’s Creed tutti ugualipoi diventa completamente cieca di fronte a un titolo come Genshin Impact.

Una produzione che, l’ho sempre detto e continuerò a dirlo, ha dei valori produttivi impressionanti per essere un free to play. Come dicevo sempre nell’articolo citato di un anno fa, questo è uno di quei lavori per cui bisogna fermarsi un attimo e capire cosa sta succedendo nel mondo dei videogiochi. Soprattutto nel mondo orientale, dove c’è un’industria che per anni ha campato di mercato interno, con videogiochi-fotocopia e gacha per mobile, e che adesso vuole imporsi sul mondo.

Siamo rimasti estasiati da Black Myth Wu Kong che è God of War con la mitologia del Viaggio in Occidente, e più di recente con Wuchang: Fallen Feathers che è il Bloodborne cinese. Una menzione va fatta per Project Eve, perché pur essendo coreano rientra allo stesso modo in questo discorso, che anche lo stesso Yoko Taro ha lodato nonostante sia la copia carbone di Nier Automata, Bayonetta e una pletora di altri action.

Ovviamente bisognerà vedere come questi videogiochi verranno recepiti poi dal mercato. Al di là delle recensioni, il cui peso specifico è sfortunatamente sempre meno influente, quello che il pubblico penserà di queste produzioni fortemente ispirate oltre il minimo comprensibile ai classici che hanno giocato negli anni passati.

Ma se Genshin Impact, un gacha mascherato da gioco di ruolo con zero idee, ha riscosso così tanto successo, ho come l’impressione che i titoli citati faranno furore. Il successo di Genshin Impact, in generale, personalmente mi lascia molto perplesso per il futuro.

Al di là del paradosso cinese del mondo dei videogiochi, dove l’industria è fortissima a vari livelli da MiHoYo a Tencent, mentre il governo fa di tutto per impedire che queste aziende crescano, il vero paradosso è interno, videoludico, diciamo.

Da un lato ci sono i videogiocatori che si lamentano, con una percezione fallace, del fatto che escano solo remastered e remake, che i videogiochi di una volta erano meglio e non ne fanno più così, signora mia. Dall’altro impazziscono per Genshin Impact, che di originale non ha nulla ed è per giunta anche una macchina mangia-soldi ben camuffata.

La demografica è sicuramente diversa in molti casi, ma il profilo del videogiocatore deluso dal mercato e affascinato da Genshin spesso coincide. Questo mi fa riflettere molto: basta davvero solo l’estetica ammiccante (soprattutto femminile) dei personaggi, e un colpo d’occhio effettivamente piacevole a livello grafico, per passare sopra a tutto il resto?

Per tentare di darmi una risposta, nelle ultime settimane ho provato a rigiocare Genshin Impact.

Genshin Impact, un anno dopo

Ho recuperato il mio vecchio account e ripreso l’avventura su PC. Ero curioso di capire se fossi stato troppo brusco all’epoca e se, magari, nel frattempo all’interno del titolo fosse cambiato qualcosa da rendere più comprensibile tale successo.

Ritornare dopo quasi un anno all’interno del gioco è stato un trauma. I contenuti sono aumentati notevolmente, così come le altre informazioni da assimilare.

Al di là dell’intero sistema economico, che era ed è rimasto volutamente macchinoso e difficilmente comprensibile per spingere i giocatori all’acquisto come accade in ogni free to play, si sono aggiunti elementi all’interno del mondo di gioco con cui si interagisce collezionando altri oggetti in giro per la mappa. Il tutto spiegato, anche in questo caso, in maniera poco chiara.

Mi sono rimesso in breve a riprendere quel loop fatto di esplorazione, combattimento e farming per ottenere le risorse necessarie a potenziare oggetti e personaggi. Una cosa che, effettivamente, funziona soprattutto se fatta in estremo relax a cervello spento.

Genshin Impact non richiede un grande sforzo di concentrazione, tranne nel capire dove si trovano i materiali interpretando le criptiche spiegazioni che spesso sono anche fuorvianti.

Effettivamente per quello che è il pubblico mobile, oppure i giocatori PC/PS4 poco smaliziati, si crea la tipica illusione dell’open world fatta di contenuti apparentemente interessanti, ma che in realtà nascondo delle iterazioni cicliche prive di solidità.

C’è poi tutta la questione gacha, intorno a cui ruota e dove si rivolge Genshin Impact, per cui sostanzialmente tutto ciò che si fa nel gioco è finalizzato a raccogliere le primogems necessarie a tentare la sorte nell’estrarre i personaggi più forti in mezzo alla tanta cianfrusaglia. Nel momento in cui mi sono accorto di questo, ovvero che stavo interagendo con una scatola piena di giocattoli ripetitivi e noiosi, il cui unico obiettivo è arrivare a suggerire implicitamente di dover tirare fuori i soldi del portafoglio, ho disinstallato Genshin Impact per l’ultima volta.

Ma capisco chi ci rimane sotto, per così dire. È un loop semplice, che non richiede alcun tipo di abilità se non quello di saper premere qualche tasto, e che costruisce l’illusione di stare giocando ad un videogioco quando, in realtà, si sta sostanzialmente farmando della valuta virtuale per poi partecipare ad un’estrazione.

E questa non vuole essere una condanna, badate bene. Su queste pagine mi avete visto scrivere che i videogiochi difficili a tutti i costi non sono l’unità di misura della qualità, e ne sono ancora fermamente convinto. Sekiro è un videogioco quanto lo è Life is Strange True Colors, e The Legend of Zelda: Breath of the Wild lo è quanto Genshin Impact, nonostante tutto. La qualità si misura dai contenuti, e a mio avviso tutti quelli che il titolo MiHoYo possiede sono di scarso valore.

Vedo, sento, e leggo videogiocatori che dalla mattina alla sera non fanno altro che parlare di scelte di design, analizzano i combat system, fanno le pulci agli sviluppatori su ogni virgola del loro gioco, per poi venire attirati come mosche da Genshin Impact.

MiHoYo ha trovato la formula vincente che, curiosamente, tralascia completamente la qualità dell’offerta videoludica per creare un loop di interazioni da cui è difficile staccarsi. Un po’ come quelli di Deathloop ma senza un game design degno di questo nome.

Per i veri fan di Genshin Impact, cosa che evidentemente io non sono, c'è questo bellissimo kit per il cellulare che potete recuperare su Amazon!