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Pro
- Ambientazione fedele e coinvolgente.
- Crafting dettagliato e ricco soprattutto nella costruzione delle basi.
- Sistema di progressione molto ampio.
- Ottime dinamiche endgame.
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Contro
- Varietà nemici un po' limitata.
- Missioni PvE ripetitive nel tempo.
- Endgame non facile per tutti.
Il Verdetto di SpazioGames
Informazioni sul prodotto

- Sviluppatore: Funcom
- Produttore: Funcom
- Testato su: PC
- Piattaforme: PC , XSX , PS5
- Generi: Multiplayer Online , Survival
- Data di uscita: 10 giugno 2025 (PC)
Dune: Awakening è stato uno dei titoli che ho atteso di più quest’anno: in primo luogo perché adoro i giochi di sopravvivenza, in secondo luogo perché l’universo di Dune mi affascina; e infine perché, dopo Conan Exiles, sentivo il bisogno di immergermi in un altro titolo targato Funcom.
In questo caso, il gioco è classificato come un MMO survival sandbox, e presenta dinamiche sia PvE che PvP. Il gameplay si concentra chiaramente sulla sopravvivenza e sul crafting, con particolare attenzione alla gestione dell’acqua e delle risorse.
Come accade in altri titoli dello stesso genere, inizieremo la nostra avventura nudi, privi di ogni bene, e sarà necessario procurarci diversi materiali per progredire. Da qui in poi, Dune: Awakening si rivela un titolo davvero molto ricco: l’atmosfera è coinvolgente, abbiamo molte meccaniche survival degne di nota, e l’architettura dei server è... diversa dal solito. Ci sono competizioni tra fazioni e sistemi di trasporto che rendono l’esperienza di gioco ancora più eterogenea.
Ma vediamolo nel dettaglio.
Un gioco immenso
Dune: Awakening è un titolo davvero vasto, suddiviso in una prima parte PvE e in una componente PvP sviluppabile dopo l’endgame. Dopo circa una cinquantina di ore di gioco, siamo riusciti a completare gran parte della zona PvE, portando a termine molte missioni e avanzando nella progressione delle abilità.
Lo stesso tempo è sufficiente anche per esplorare tutti i livelli del crafting degli oggetti, fino al tier 5. Tuttavia, una volta conclusa questa fase, il gioco non finisce davvero: si apre infatti l’endgame, che introduce una parte di mappa Open PvP, la cui configurazione varia settimanalmente.
Per essere un MMO survival sandbox che presenta molte caratteristiche con altri titoli del genere, introduce anche alcune interessanti differenze. Una delle principali riguarda la struttura dei server, organizzati in modo piuttosto particolare. Esiste un grande server “contenitore” suddiviso in più aree: venti piccoli server, chiamati Hagga Basin, dove si svolge principalmente la componente PvE; un server dedicato al Deep Desert, ovvero la zona PvP; due social hub, Arrakeen e Harko Village, in cui si trovano i vendor, le case d’asta e gli utenti possono commerciare o incontrarsi.
I venti Hagga Basin sono copie identiche della stessa mappa. All’inizio sceglieremo uno di questi, creeremo il nostro personaggio e lì stabiliremo la nostra base, che fungerà da “casa” per tutta la progressione. È possibile visitare anche altri Hagga Basin, ma in qualità di ospiti: potremo esplorare e interagire con altri utenti, ma non costruire.
Per spostarsi da una zona all’altra esiste un sistema semplice: basta salire su un ornitottero, disponibile in punti specifici, e navigare su una mappa 2D per raggiungere altre aree di interesse. In futuro, e la cosa ci fa piacere, gli sviluppatori prevedono di arricchire questo sistema con nuovi oggetti e funzionalità.
Numeri uno nell’ambientazione
Se c’è una cosa che Dune: Awakening sa fare bene, è ricreare l'atmosfera unica dell’universo di Dune. Il modo in cui riesce a trasmettere l’esperienza di Arrakis è davvero sorprendente.
Il titolo eccelle nel world building, offrendo un’esperienza coinvolgente e appagante, soprattutto nel Deep Desert, dove tutti i giocatori confluiscono in un’unica area condivisa, ma anche negli Hagga Basin.
Le varie zone del gioco non presentano schermate di caricamento tra loro: una volta completato il caricamento iniziale, l’esplorazione avviene in modo completamente fluido per tutti i giocatori presenti sul server in quel momento, un mondo condiviso da tutti.
Questo ha i suoi pro e contro: da un lato c’è una maggiore sensazione di vivere in un ecosistema abitato e dinamico, dall’altro ci si può imbattere in alcune criticità, come i tempi di respawn dei nemici non sempre ben bilanciati. Capita spesso, infatti, che se un altro giocatore è passato di lì poco prima si possa lootare liberamente senza dover combattere.
Per quanto riguarda la stabilità, i server, fatta eccezione per qualche difficoltà iniziale, si sono comportati abbastanza bene e non hanno più dato grossi problemi durante le sessioni di gioco.
Le basi sono crafting e sopravvivenza
Le fondamenta di Dune Awakening sono la sopravvivenza e la costruzione. Una volta iniziato il gioco, nudi e bisognosi di risorse, esplorerete le basi del gameplay: vi muoverete raccogliendo materiali sparsi, costruendo oggetti e, successivamente, una casa.
Poco alla volta, sbloccherete nuovi oggetti nel menu di crafting: li ricercherete e, con le risorse giuste, li costruirete. Nulla di troppo diverso da quanto visto in altri survival. La progressione del crafting arriva fino al tier 5 nel mondo PvE.
L’ambientazione di Dune è un vastissimo deserto, ed è proprio lì che ha inizio la nostra avventura. Il deserto dell’Hagga Basin è suddiviso in aree con conformazioni e caratteristiche diverse. All’interno della mappa troveremo zone rocciose, utili per trovare ombra e rifugio, ma anche insediamenti nemici da affrontare.
L’ombra sarà fondamentale, per evitare di disidratarsi, mentre le rocce saranno a loro volta importanti – perché attraversare le aree completamente desertiche comporta un grosso rischio: affrontare i pericolosi vermi di sabbia dell’universo di Dune.
Durante l’esplorazione, sarà quindi fondamentale muoversi con cautela, restando quanto più possibile tra le rocce. Le zone desertiche non sono tutte uguali: variano sia per conformazione del terreno che per atmosfera, rendendo l’esplorazione sempre interessante e mai monotona.
Oltre alle aree in superficie, troveremo anche sezioni sotterranee simili a dungeon, in cui potremo recuperare materiali rari, tessuti e macchinari complessi. Tutti questi luoghi sono segnalati sulla mappa. I materiali ottenuti saranno fondamentali per proseguire nel crafting, anche se alcuni oggetti e armi si possono trovare semplicemente nella mappa di gioco.
Per quanto riguarda le dinamiche di gameplay, Dune: Awakening riproduce fedelmente molte delle peculiarità dell’universo che rappresenta, prima fra tutte la necessità vitale dell’acqua.
Nella schermata di gioco potete vedere un indicatore dedicato al livello di idratazione: uno degli elementi più importanti, perché morire di sete significa iniziare a morire veramente. Mantenersi idratati è, quindi, fondamentale per la sopravvivenza.
All’inizio, potremo dissetarci utilizzando alcune piante raccolte nell’ambiente. Con il progredire del gioco, però, costruiremo cisterne e purificatori del sangue. Ebbene sì, Dune introduce molti dettagli dell’universo di riferimento: per esempio, possiamo estrarre il sangue dai nemici, raccoglierlo in apposite sacche e purificarlo per poi berlo.
Man mano sbloccheremo anche contenitori per i corpi, che ci permetteranno di conservarli: col tempo, questi inizieranno a produrre acqua, secondo una logica perfettamente coerente con il mondo di Dune.
Tra le meccaniche sandbox, naturalmente, non manca la raccolta delle risorse. Lungo il nostro cammino troveremo rocce, rottami, metalli e altro ancora, tutti materiali essenziali per costruire la nostra base, continuare a craftare e sviluppare ulteriormente il nostro equipaggiamento.
Non manca, inoltre, un sistema di combattimento, che si ispira ai concetti fondamentali dell’universo di Dune. Una delle meccaniche più interessanti è la presenza degli scudi energetici: questi ci proteggono dai proiettili, rendendoci praticamente invulnerabili agli attacchi a distanza.
Tuttavia, c’è un’importante limitazione: gli scudi si disattivano nel momento in cui siamo noi a sparare. Questa caratteristica dà vita a un sistema di combattimento complesso e strategico, che alterna fasi di shooting e corpo a corpo, costringendo il giocatore a scegliere con attenzione il momento giusto per attaccare o difendersi.
Non tutto è perfetto
Dune: Awakening presenta anche un articolato sistema di progressione delle abilità, strutturato in cinque professioni, ciascuna con skill attive e passive. Scegliendo tra le diverse categorie, potremo creare una build personalizzata che prevede l’utilizzo di tre abilità attive e varie tecniche passive.
Le professioni sono molto diverse tra loro: il Soldato, specializzato nel combattimento a distanza, con armi da fuoco, granate ed esplosivi; la Mentat, una sorta di assassina, le cui abilità si basano sul controllo mentale e i veleni; il Planetologo, focalizzato sull’efficienza e sulla raccolta avanzata delle risorse; la Bene Gesserit, che sfrutta principalmente la Voce, una delle abilità più iconiche dell’universo di Dune e il Maestro d’Armi, esperto nel corpo a corpo e nei combattimenti ravvicinati.
Grazie alla varietà di queste classi, il gameplay risulta ricco, personalizzabile e adattabile a molti stili diversi. Non mancano nemmeno le quest, davvero numerose e in grado di tenervi impegnati a lungo. Sebbene molte siano piuttosto semplici nei contenuti, e spesso consistono nello spostarsi da una zona all’altra, offrono comunque interessanti spunti sulla lore dell’universo di Dune, rendendole meritevoli di essere seguite.
Tuttavia, non è tutto oro quel che luccica. Anche Dune: Awakening presenta alcuni difetti. Uno dei limiti principali, dal mio punto di vista, è la scarsa varietà di nemici nella fase PvE. Pur variando armi ed equipaggiamenti, le tipologie nemiche non cambiano molto, e questo può rendere i combattimenti ripetitivi nel lungo periodo.
Inoltre, le abilità dei nemici non risultano particolarmente sfidanti, il che rende lo scontro piuttosto facile, un vantaggio per chi è interessato soprattutto alla progressione nel crafting.
Proprio il crafting, però, è uno dei punti forti del gioco: ricco, ben realizzato e curato nei minimi dettagli. Le possibilità di costruzione sono sorprendenti: è possibile realizzare basi vaste, complesse e anche esteticamente appaganti. Se amate questo tipo di gameplay, Dune: Awakening fa sicuramente per voi.
Va anche sottolineato che il gioco non si esaurisce con l’endgame – anzi, è proprio qui che le cose si fanno più interessanti. Il Deep Desert è, sostanzialmente, un’area molto più pericolosa e competitiva, perfetta per chi cerca i combattimenti e vuole aumentare il livello di sfida.
L’obiettivo principale dell’endgame è la vittoria settimanale della propria fazione: ogni settimana si scende nel Deep Desert per prendere parte a eventi strategici e scontri intensi. Per affrontare questa fase, però, bisogna essere ben equipaggiati: i nemici sono più forti e i giocatori estremamente competitivi.
Comparto tecnico
Per quel che concerne il comparto tecnico, non possiamo completamente lamentarci, ma non possiamo neppur esaltarlo. Dune: Awaking è in generale molto godibile, graficamente è anche apprezzabile, nonostante alcuni modelli a nostro avviso sono tutt'altro che perfetti, soprattutto per quel che riguarda le animazioni. Anche nel combattimento, vediamo delle scene un po’ macchinose e non sempre fluide.
Nel complesso, però, la direzione artistica e le scelte stilistiche compiute nella caratterizzazione del paesaggio sono ben fatte. Abbiamo inoltre anche una buona rappresentazione del ciclo giorno/notte, con tutte le funzionalità del caso.
Come abbiamo anticipato, anche le aree sono ben rappresentate e variegate, sia le parti desertiche che quelle rocciose, cosa che ha reso il gioco più che piacevole a vedersi sul nostro PC.