Square Enix dovrebbe tornare a dedicarsi agli RPG, non ai live service

I progetti legati al multiplayer di Square Enix stanno venendo chiusi uno dietro l'altro, mentre gli ultimi RPG si stanno difendendo molto bene: un segno che la compagnia giapponese deve rivedere le sue priorità.

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a cura di Silvio Mazzitelli

Redattore

Square Enix è un’azienda molto difficile da comprendere, soprattutto se si analizzano i titoli usciti e le comunicazioni fatte dai suoi vertici soltanto nell’ultimo anno. L’ecosistema del colosso nipponico è davvero complesso, considerando la quantità di studi interni che lo compongono (indipendenti gli uni dagli altri), senza contare poi le collaborazioni con gli studi esterni. D’altronde, basta pensare al fatto che l’azienda è nata nel 2003 dalla fusione delle società che hanno creato i due JRPG più famosi al mondo, ossia Final Fantasy e Dragon Quest.

Un tempo Square Enix (o forse è meglio dire Squaresoft) era sinonimo di eccellenza nel campo degli RPG e bastava l’annuncio di un nuovo titolo legato a una delle sue grandi saghe per esaltare i fan. Oggi invece l’azienda passa da titoli di alta caratura, come Nier Automata, Triangle Strategy o Final Fantasy XIV, ad alcuni dei peggiori videogiochi mai realizzati negli ultimi anni. No, non ci stiamo riferendo solo al recente Babylon’s Fall; forse avete rimosso Left Alive e The Quiet Man (punteggio Metacritic rispettivamente 37% e 28%).

Questa disparità abissale tra titoli di una stessa compagnia va a creare un quadro piuttosto confusionario, che vede contrapporsi scelte all’apparenza prese solo dal reparto marketing e altre nate dalla passione di chi i videogiochi li conosce. È sufficiente però analizzare le varie uscite per capire una cosa molto semplice: Square Enix dovrebbe lasciar perdere tutto il resto e tornare a occuparsi principalmente di giochi di ruolo.

Puntare sul cavallo sbagliato

Con sorpresa di nessuno, qualche settimana fa è arrivata la notizia della chiusura di Final Fantasy VII: The First Soldier, il battle royale esclusivamente mobile dedicato al capitolo più famoso della saga di FF, dopo appena un anno dall’uscita ufficiale.

L’idea di creare un battle royale dedicato a Final Fantasy VII ha sempre destato reazioni molto poco convinte nella community e non sono bastate le aggiunte narrative (in un contesto poco adatto al racconto di storie) per destare l’interesse dei più appassionati e, a quanto pare, nemmeno del nuovo pubblico legato al solo gioco mobile.

Il progetto, sostenuto e portato avanti anche da Tetsuya Nomura stesso, non è riuscito ad attecchire, soprattutto perché, come è stato ribadito anche nel corso della nostra recensione, il gioco, tolta la questione della licenza presa da Final Fantasy VII, aveva comunque diversi problemi strutturali.

Questo nuovo annuncio va ad aggiungersi a quello di circa un mese fa della chiusura definitiva di Babylon’s Fall, gioco che è stato giudicato da molti come uno dei peggiori titoli dell’anno (anche noi non abbiamo mostrato grande entusiasmo nella nostra recensione). Inoltre, Square Enix nel corso di quest’anno è stata al centro dell’attenzione per motivi ben poco positivi, come la svendita dei suoi studi occidentali a Embracer Group e le dichiarazioni sugli NFT e le blockchain del presidente della compagnia Yosuke Matsuda.

È evidente che la strategia della casa di produzione nipponica sia quella di trovare un'altra gallina dalle uova d’oro da affiancare al colosso che è diventato Final Fantasy XIV, ormai l’MMORPG più giocato al mondo, e per questo motivo sta puntando molto sui titoli in multiplayer, in particolar modo sui modelli live service.

Il problema è che il mercato di questo tipo di giochi è piuttosto saturo e gestire titoli del genere sul lungo periodo non è affatto facile, specialmente se vengono affidati a team che non se ne sono mai occupati: è quello che è successo con Babylon’s Fall, probabilmente anche mal gestito dai PlatinumGames che, però, con Bayonetta 3, hanno dimostrato di non aver affatto perso il loro tocco.

Il problema principale della direzione presa da Square Enix è che tenta di proporre nuovi giochi basandosi più sul reparto marketing che sugli effettivi desideri dei giocatori e puntando a titoli senza una vera anima, che mirano soltanto a incarnare le mode del momento. Eppure basta osservare l’esempio di FFXIV per capire quanto abbiano pagato la passione e la grande cura che il team di Naoki Yoshida ha messo nel progetto.

La cosa assurda è che, dando uno sguardo alle ultime uscite della compagnia, si comprende che ciò che sta davvero premiando Square Enix sono in realtà dei titoli messi in secondo piano ma che, guarda caso, sono tutti dei classici JRPG.

La forza di una storia

Lo abbiamo visto di recente quando siamo volati a Londra per gli Square Enix Plays: negli ultimi mesi la compagnia nipponica sta sfornando un quantitativo di giochi di ruolo davvero incredibile, con un ritmo di persino uno o due al mese. Titoli come Valkyrie Elysium (di cui potete leggere la nostra recensione) o The Diofield Chronicles (ecco la nostra recensione) hanno dimostrato il loro valore al netto di un budget davvero risicato, visibile dal comparto tecnico e dalla struttura semplice e a volte un po’ vecchia dei titoli. Pur con tutti i limiti del caso, lo stesso discorso può essere fatto anche per Star Ocean: The Divine Force.

I team dietro questi giochi sono riusciti dunque a creare dei progetti buoni per il budget di cui disponevano e viene da chiedersi se, con qualche risorsa in più, non avrebbero potuto creare dei titoli ancora migliori. La politica di lancio di questi nuovi giochi, in arrivo uno dietro l’altro senza pause di sorta, denota inoltre poca attenzione nella pianificazione delle uscite, dato che tali titoli andranno a farsi concorrenza tra loro, appartenendo tutti a generi simili.

Nonostante i problemi degli ultimi mesi, Square Enix sta comunque dimostrando di avere ancora dalla sua la capacità di sfornare ottimi RPG. Oltre ai titoli già citati, quest’anno sono usciti altri due giochi di ruolo che hanno ottenuto un discreto successo: Triangle Strategy e Live a Live.

Al di là dell’ottima qualità dei titoli, se andiamo a considerare anche soltanto gli interessi economici di Square Enix, questi hanno venduto incredibilmente bene: Triangle Strategy (se non lo avete ancora giocato potete recuperare questo fantastico RPG strategico su Amazon) è riuscito a vendere oltre un milione di copie in un periodo in cui tutto era completamente oscurato da Elden Ring; Live a Live (che potete trovare a sua volta su Amazon), remake di un vecchio RPG per SNES di quasi 30 anni fa, ha venduto ben 500 mila copie in circa un mese dal lancio. Cifre che hanno superato ogni aspettativa dell’azienda, ma non è finita qui.

Se guardiamo indietro, Bravely Default 2 ha venduto più di un milione di copie in meno di un anno dal lancio, senza contare i tre milioni di copie di Octopath Traveler, che a febbraio del 2023 vedrà anche l’arrivo di un sequel già molto atteso. I piani alti di Square Enix sembrano snobbare questi progetti considerati minori dal punto di vista dei costi necessari allo sviluppo, eppure, dati alla mano, sono quelli che stanno avendo il maggior successo tra il pubblico, con costi bassi e alti guadagni, al contrario di live service ormai tramontati o poco giocati come lo sono stati anche Marvel’s Avengers, prima della vendita di Crystal Dynamics, e Outriders di People Can Fly, entrambi titoli con costi esorbitanti da tripla A.

Square Enix ha inoltre iniziato da poco a pubblicare anche diverse remastered di giochi a volte anche molto di nicchia, una scelta sorprendente per una compagnia che fino a pochi mesi fa sembrava pensare solo a sfruttare nuove tecnologie e nuove formule di gioco per massimizzare i guadagni. Quest’anno, a sorpresa, è uscita la versione rimasterizzata di Chrono Cross, seguito spirituale del più famoso Chrono Trigger, uscito in origine sulla prima PlayStation.

Tra novembre e dicembre è il momento poi di altre due remastered: Tactics Ogre, uno dei primi RPG strategici creato dalla mente di Yasumi Matsuno, director anche di Final Fantasy Tactics, e Romancing Saga: Minstrel Song, un JRPG uscito in origine su PS2 (ma già all'epoca remake di un gioco per SNES) che consente di vivere una storia fantasy in maniera non lineare scegliendo tra ben otto protagonisti. Una sorta di precursore di Octopath Traveler.

Bisogna ammettere che spesso il prezzo di queste remastered, visti anche i non molti contenuti aggiuntivi inseriti, può apparire un po’ eccessivo, ma è indubbiamente un fatto positivo che Square stia usando delle risorse per riportare alla luce alcune perle nascoste.

Da un lato abbiamo dunque una Square Enix che cerca di far cassa sui titoli che vanno più di moda, tra live service, battle royale e gacha mobile. Dall’altro, invece, esiste una compagnia che fortunatamente dimostra di saper ancora fare RPG degni di questo nome e che ci mette passione, anche quando i progetti hanno un basso budget. E meno male, aggiungiamo noi, perché la nostra paura più grande, che in certi momenti del passato si è quasi trasformata in realtà concreta, è che Square Enix diventi sempre più l’ombra di sé stessa, abbandonando persino lo sviluppo di RPG che non fossero Final Fantasy o Dragon Quest e che invece sono parte del suo DNA – oltre che le opere che realizza indubbiamente meglio.

Fortunatamente gli RPG non sono ancora stati messi da parte, anzi, ma è comunque chiaro che la compagnia abbia bisogno di definire quali siano le sue priorità per il futuro. Allo stato attuale ci sembra infatti che sia alla ricerca di una via da seguire, sulla base dell'analisi dei successi e dei fallimenti degli ultimi anni.

L’ondata di nuovi RPG (a cui si aggiungono anche Forspoken, progetto tripla A piuttosto interessante, e Octopath Traveler 2, entrambi in arrivo a inizio 2023), sembra indicare che forse qualcuno nella compagnia stia considerando realmente di tornare a puntare sul genere che ha reso Square Enix quella che è oggi. Senza gli RPG, d’altronde, questo publisher oggi non esisterebbe, e non si può pensare davvero di buttare via un'eredità così importante.

Forse siamo solo molto ottimisti e presto vedremo annunciati nuovi titoli live as a service o un ennesimo titolo mobile gacha di Final Fantasy o di Dragon Quest, ma ci auguriamo che qualcosa stia davvero cambiando e che Square Enix possa tornare a puntare sempre di più su giochi di ruolo creati con passione e alta qualità. Perché li sa fare – e li sa fare bene – ed è importante che se ne ricordi quanto prima.