-
Pro
- Tante migliorie alla quality of life della serie.
- Per quanto non rivoluzioni, ritorna a divertire.
- Più compatto, più dinamico, più godibile.
- Ottime performance su Switch 2.
-
Contro
- Il comparto tecnico risulta ancora obsoleto.
- Alcuni, incomprensibili, tempi morti.
Il Verdetto di SpazioGames
Informazioni sul prodotto

- Sviluppatore: Game Freak
- Produttore: The Pokémon Company
- Distributore: Nintendo
- Piattaforme: SWITCH , SWITCH2
- Generi: Gioco di Ruolo
- Data di uscita: 16 ottobre 2025
In tutta onestà, pur essendo uno di quei bambini cresciuti a “pane e Pokémon” fin dai tempi di Rosso e Blu (eh si… sono un pelo in la con gli anni), erano oramai anni che, per quanto ogni nuovo capitolo mi portasse comunque a completarlo in ogni sua parte in onore dei “bei tempi andati”, non mi divertivo più.
Solo Leggende Pokémon: Arceus, pur con tutti i suoi limiti, riuscì a restituirmi quel genuino divertimento che provavo anni prima. Vuoi per una formula diversa dal solito, e mai come in quel caso realmente incentrata sul “Gotta Catch’ em All”, vuoi per il setting peculiare, Arceus fu l’ultimo titolo della serie dal quale non mi staccai fino a che non lo completai in ogni sua parte.
Vedere che, però, tute le belle idee di quello spin-off vennero buttate alle ortiche con Scarlatto e Violetto, non mi fece ben sperare sul proseguo della serie. Non mi riferisco agli evidenti limiti tecnici degli ultimi episodi principali, quanto più al fatto che tutte le novità introdotte con Arceus, sembrava fossero state ignorate per riproporre, pedissequamente, una formula che, oramai, risulta troppo antiquata anche per quei fan, come il sottoscritto, che nel buio della propria cameretta, si fanno andare bene tutto.
Viene da se che con l’annuncio di Leggende Pokémon: Z-A, si riaccese la mia curiosità. Non speravo in chissà quale rivoluzione, ma già solo il fatto di avere un nuovo capitolo con quella formula così diversa e, allo stesso tempo, così in linea con lo spirito della serie, mi fece dimenticare la scottatura presa con Scarlatto e Violetto.
Mai mi sarei aspettato, però, di ritrovarmi fra le mani uno dei giochi più divertenti del franchise da diverso tempo a questa parte, oltre che un sequel che rispetta l’importanza di questo termine.
Sia chiaro, Leggende Pokémon: Z-A non farà cambiare idea completamente a chi non riesce più a divertirsi con i giochi prodotti da Game Freak, né tantomeno riuscirà a soddisfare chi cerca un comparto tecnico in linea con gli hardware attuali,
Questo nuovo capitolo, però, fa qualcosa di inaspettato, ovvero asseconda tantissime di quelle richieste che la community di Pokémon reclama da tantissimo tempo, offrendo uno degli episodi più divertenti, appaganti e, per certi versi, sfidanti, da parecchi anni a questa parte.
Il secondo album è sempre il più difficile
In seguito all’annuncio di Leggende Pokémon: Z-A, mi aspettavo ne più ne meno una riproposizione delle dinamiche già viste con Arceus inserite in un contesto diverso.
Fu la prima presentazione a farmi capire che Game Freak voleva fare all-in e partire dalle ottime fondamenta di Arceus per creare qualcosa che fosse un “sequel” sotto ogni punto di vista.
Battaglie in tempo reale, maggior focus sugli scontri con gli allenatori (che nel primo capitolo scarseggiavano), comparto multiplayer, lotte a squadre e tantissime altre aggiunte che si poggiassero su quelle ottime fondamenta basate sulla cattura attiva dei Pokémon.
Il tutto, ovviamente, inserito in un contesto che, nuovamente, si appoggia a uno dei capitoli principali della serie. Arceus espandeva la storia di Diamante e Perla facendo fare ai giocatori un tuffo nel passato; Z-A, invece, funge da “sequel spirituale” di X e Y.
Le lettere Z e A, difatti non sono casuali e stanno a indicare diversi aspetti della storia, oltre a voler indicare una sorta di continuità proprio con X e Y, essendo le lettere subito seguenti nell’alfabeto.
Al netto di ciò Z-A propone una storia che, per quanto cerchi di introdurre qualche aspetto più maturo, , proponendo tanta “ciccia” per gli amanti della lore della regione di Kalos, ma non discostandosi dalle solite dinamiche che caratterizzano la serie da decenni.
È un male? Si e no. Nessuno si aspettava una profondità alla pari di The Last Of Us, ma oramai Game Freak, o meglio The Pokémon Company, dovrebbe comprendere che non sta più parlando a quel tipo di giovani. Noi vecchi fan siamo cresciuti e i nuovi giocatori sono abituati a tematiche ben più serie di quelle trattate dal franchise.
Resta indubbio che Leggende Pokémon: Z-A, sia molto di più di un semplice “more of the same” del precedente Arceus, assumendo i connotati di un sequel che vuole espandere ogni meccanica vincente del precedente capitolo, nel mentre che si prodiga nel soddsfare alcune delle richieste più frequenti dei fan.
Un combat system che funziona…
La novità più clamorosa di Leggende Pokémon: Z-A è senza ombra di dubbio il nuovo sistema di combattimento in tempo reale che, rullo di tamburi… funziona alla grande!
Le fondamenta rimangono le stesse della classica variante a turni, con la sostanziale differenza che tutti gli scontri avvengono in tempo reale. Il Pokémon in campo seguirà il nostro allenatore, permettendoci di schivare in volata alcuni tipi di offensive, mentre per attaccare bisognerà prima “lockare” il bersaglio e scegliere quale abilità usare premendo i pulsanti frontali.
Il tutto rende ogni scontro più strategico e frenetico, richiedendo un posizionamento costante nelle battaglie più complesse e una buona gestione delle rotazioni delle varie abilità, esattamente come accade nei GDR con un sistema di combattimento analogo.
Ogni abilità sarà contraddistinta da un cooldown che andrà imparato rapidamente per poter comprendere quale rotazione si riveli più efficace per i propri Pokémon e riuscire a massimizzare i danni contro gli avversari.
Il tutto, come vi anticipavo, funziona bene e non stravolge le fondamenta della serie, riuscendo nel complicato compito di rendere più moderna una formula che, una volta provata, farà guardare sotto un’ottica diversa i precedenti episodi del franchise.
Per carità, ci sono ancora delle sbavature che potrebbero essere sistemate, una fra tutte il rendere il posizionamento difensivo più comprensibile o il far gestire meglio le planimetrie delle aree ai Pokémon attivi (vedere un mostriciattolo rotolare giù da un tetto in seguito a una mossa e non ritornare nell’arena mi ha fatto sia sorridere sia maledire Game Freak), ma in linea generale questo nuovo combat system funziona benissimo sia nei duelli contro gli altri allenatori, sia quando ci si scontra contro altri Pokémon.
Proprio in merito agli scontri con gli altri Pocket Monster, le dinamiche di cattura attiva viste in Arceus sono ancora presenti, con annessa la possibilità di arrivare alle spalle dei Pokémon per poterli “catturare all’improvviso”, ma a differenza del precedente capitolo, in Z-A si potrà indebolirli prima di acchiapparli usando i propri Pokémon, in maniera analoga ai capitoli principali.
… in un gameplay sufficientemente vario.
C’è poco da dire, Leggende Pokémon: Z-A è una produzione molto ruffiana, ma pur andando a toccare le corde giuste per farsi amare dai fan storici, ogni soluzione di gameplay che adotta risulta funzionare a dovere.
Tutta l’avventura si struttura all’interno di Luminopoli e proprio grazie alla planimetria della capitale di Kalos, Game Freak ha sviluppato una mappa di gioco che sfrutta a dovere la moltitudine di strade e vicoletti presenti nella città, così come gioca con la verticalità offerta dai palazzi che la compongono.
Pur essendo un paesaggio prettamente urbano, Game Freak ha lavorato di fino per renderla pregna di attività e, soprattutto, per sfruttare sia i fattori meteorologici, che il ciclo giorno/notte, per garantire sempre la giusta varietà nelle fasi di esplorazione.
Al netto delle condizioni meteorologiche, che muteranno semplicemente le tipologie di Pokémon che si potranno trovare in giro per le strade, è il ciclo giorno/notte che determina la progressione degli eventi.
A Luminopoli, difatti, le giornate si spendono a dare la caccia ai Pokémon fra le vie della città, e soprattutto nelle zone selvagge, a portare a termine missioni secondarie e a progredire nell’avventura principale.
Proprio in merito alle Zone Selvagge, si tratta di aree di Luminopoli ben definite e popolate da Pokémon selvatici. Ci si può addentrare liberamente al loro interno per catturare la maggior parte delle creature presenti a Kalos, tenendo a mente, però, che i Pokémon potranno attaccare il giocatore in qualsiasi momento, anche in branco, obbligando a spostamenti ben ragionati se non ci si vuole ritrovare a fuggire perché circondati da troppi Pokémon aggressivi.
Come da tradizione, differenti momenti del giorno e della notte, così come i fattori atmosferici, caratterizzeranno le tipologie di creature che si potranno trovare al loro interno.
Non tutti i Pokémon, però, saranno confinati nelle zone selvagge. Molti di loro si potranno incontrare semplicemente esplorando alcuni vicoli o girovagando per i tetti della capitale di Kalos.
Di notte invece, gli abitanti della metropoli si fiondano nelle “Zone Lotta” per darsi battaglia nella Royale Z-A, un torneo dove lo scopo è scalare i ranghi (che guarda caso vanno dalla Z alla A) per diventare il miglior allenatore di Luminopoli.
Tutto l’impianto della Royale Z-A funziona molto bene e, anche in questo caso, riesce a svecchiare, ove possibile, il canonico “giro delle palestre”. Durante le ore notturne, quando la Zona Lotta viene aperta, basterà addentrarsi al suo interno per far si che qualunque allenatore ci noti, lanci una sfida a cui non ci si può sottrarre.
Battuto il numero di lottatori necessario per guadagnare i punti per ottenere l’accesso alla sfida per la promozione, ci si dovrà scontrare con il detentore del rango a cui aspireremo per salire nella graduatoria.
Quello che convince, non è solamente la struttura della Royale Z-A, ma anche tutte le regole che valgono esclusivamente all’interno della Zona Lotta.
Girovagando per questa peculiare area (che cambierà ciclicamente ogni notte) si potranno ottenere monete premio (convertibili in denaro al termine della nottata) e carte sfida (le quali richiederanno di soddisfare dei requisiti durante le varie battaglie per ottenere premi più ingenti).
Al netto dei bonus, ogni allenatore avversario si muoverà in dei brevi percorsi predefiniti, permettendo al giocatore di provare ad aggirarlo per attaccarlo di sorpresa guadagnando un vantaggio strategico che risulterà molto importante nei ranghi più alti.
Sia chiaro, le dinamiche stealth sono appena accennate e in molti casi si finirà a scontrarsi casualmente con gli allenatori per via di un’IA avversaria deficitaria o di alcuni angoli di visione degli altri lottatori decisamente poco realistici.
Resta comunque indubbio che, al netto di una difficoltà inferiore rispetto agli scontri con i temibili Pokémon Alfa che popolano le Zone Selvagge, i duelli con gli altri allenatori giovano tantissimo del nuovo sistema di combattimento, visto che ogni battaglia risulterà rapida, frenetica e, soprattutto, caratterizzata da molti meno tempi morti rispetto al passato.
Avere a disposizione esclusivamente Luminopoli sembrerà sicuramente un passo indietro rispetto alle mappe aperte di Arceus o alla struttura open world di Scarlatto e Violetto, ma a conti fatti la scelta di Game Freak, per quanto molto maliziosa, si rivela perfetta per garantire un’esperienza più compatta, meno dispersiva e priva di tutte quelle aree desolate presenti nie precedenti titoli della serie.
Esplorare Luminopoli è, nuovamente, un piacere. Ogni strada presenta qualcosa da raccogliere, Pokémon da scovare, piccoli puzzle ambientali da risolvere per reperire dei segreti e tante missioni secondarie da portare a termine. E quando le vie della città avranno raccontato tutto, ci sono i tetti di Luminopoli pronti a garantire una dose addizionale di esplorazione.
Differentemente dal passato, in questo capitolo esplorare risulta davvero piacevole, al punto che in molteplici occasioni ho ignorato bellamente Zone Selvagge, Zone Lotta e missioni di ogni tipologia, solamente per godermi un po’ di “sana esplorazione vecchia scuola”.
Una quality of life quasi del tutto migliorata
Come vi anticipavo, Leggende Pokémon: Z-A migliora notevolmente la quality of life a cui siamo sempre stati abituati, andando a limare parecchie farraginosità che il franchise si trascinava dietro da troppo tempo.
Sia chiaro, non si tratta di stravolgimenti incredibili, ma di tutta una serie di dettagli che, sommati assieme, rendono l'esperienza finale molto più snella rispetto al passato.
Innanzitutto sono state implementate tre importanti modifiche a tutte le operazioni di cattura. In Leggende Pokémon: Z-A, ogni Pokémon selvatico mostrerà un indicatore con delle freccette colorate, maggiore sarà il numero di queste ultime (e più il loro colore tenderà al verde) maggiori saranno le possibilità di riuscire a catturarlo una volta lanciata una Poké Ball.
Alla stessa maniera è stata modificata una delle meccaniche più fastidiose della serie, ovvero il rischio di eliminare un Pokémon senza riuscire a catturarlo.
In Leggende Pokémon: Z-A, ogni qualvolta la barra della salute di un Pokémon selvatico scenderà a 0, la creatura rimarrà stordita per qualche secondo, giusto il tempo di potergli lanciare una Poké Ball per avere comunque la possibilità di catturarlo.
Sia chiaro, la cattura non è mai garantita, ma è comunque una piccola aggiunta molto piacevole. Infine è stata aggiunta la figura del Raccattapalle, ovvero un NPC che si premunirà di recuperare tutte le Poké Ball che avrete sprecato cercando di catturare i Pokémon selvatici e ve le restituirà ogni qualvolta ci andrete a parlare nei pressi di un centro Pokémon.
Oltre a un sistema di catture più rifinito, Leggende Pokémon: Z-A offre un'esperienza più snella sotto moltissimi altri aspetti: cartelli che vengono letti automaticamente, negozi che mostrano le anteprime dei prodotti senza bisogno di entrarci, menù meno farraginosi, missioni secondarie più dinamiche, meno muri di testo nelle fasi esplorativi, insomma quasi tutte quelle dinamiche che, oramai, sentivano il peso degli anni sono state alleggerite sensibilmente.
Quello che fa storcere il naso è che Game Freak sembra aver fatto solo "metà dei compiti a casa". Proprio in virtù del fatto che l'impianto ludico risulta molto più snello sotto molteplici aspetti, quando ci si trova di fronte ad alcune dinamiche ancorate al passato, il ritmo del gioco cala drasticamente.
Il prologo è troppo lungo e troppo guidato, al punto che in alcuni momenti la frustrazione di non poter raggiungere un oggetto sulla mappa, perché si viene bloccati dal dover obbligatoriamente fare quello che ci viene chiesto, risulta snervante.
Alla stessa maniera, laddove i dialoghi fra allenatori sono stati sensibilmente ridotti, lo stesso non si può dire per quei numerosi momenti in cui ci si trova invischiati in dialoghi che sembrano non fare altro che provare ad allungare un brodo che non ne ha bisogno.
Un vero peccato, perché Leggende Pokémon: Z-A riesce, dopo tanto tempo, a rendere nuovamente dinamico tutto l'impianto ludico, divertendo genuinamente nelle fasi in cui si può giocare senza limitazioni.
Sarebbe bastato un lavoro di limatura maggiore e ci saremmo trovati di fronte a una formula vincente sotto, praticamente tutti i punti di vista.
Tecnicamente furbetto
Ho voluto tenere per la fine di questa analisi il tanto controverso comparto tecnico di Leggende Pokémon: Z-A, il quale, pur essendo chiaramente non in linea con l'attuale generazione di console, cerca di evitare gli errori del passato sfruttando una serie di stratagemmi molto "furbetti".
Per quanto l'illuminazione generale sia migliore rispetto ad Arceus e a Scarlatto e Violetto, graficamente parlando si possono chiaramente identificare una marea di texture in due dimensioni (dai suoli erbosi privi di spessore, fino ai balconi dei palazzi che sembrano dipinti sulle facciate).
Le animazioni dei personaggi umani sono le stesse già viste in tutti i capitoli precedenti, con le stesse espressioni facciali ridotte all'osso; i Pokémon hanno qualche movimento inedito ma non aspettatevi grandi collisioni o interazioni fra di loro durante le lotte.
Durante le fasi esplorative i pop-up di Pokémon e NPC sono ancora una realtà, così come, se ci si sofferma a guardare, molti abitanti di Luminopoli, posizionati molto distanti dal giocatore, si muovono a frame rate dimezzato.
Insomma niente di nuovo sotto il sole. Game Freak ha usato tutta una serie di stratagemmi, incluse alcune schermato di caricamento molto brevi per non obbligare il gioco a caricare tutta la mappa costantemente, per ridurre all'osso il comparto tecnico e riuscire a garantire delle performance buone su entrambe le console.
Eppure, vuoi anche per via del disastro tecnico visto con Scarlatto e Violetto, Leggende Pokémon: Z-A sembra aver intrapreso la strada giusta anche sul versante tecnico.
Una mappa più contenuta, una maggior cura dei dettagli e un comparto grafico che, al netto di tutti gli escamotage, riesce comunque a risultare migliore che in passato, sono tutti aspetti che mostrano uno studio che, per quanto sia obbligato a lavorare senza sosta a nuovi capitoli della serie con budget per nulla stellari, ha trovato un modo intelligente per non fare "il passo più lungo della gamba", in attesa del primo titolo della serie esclusivamente per Switch 2.