I remake e la nostalgia che ti prende proprio quando non vuoi

Si prova nostalgia quando si pensa ai tempi passati, e si vorrebbe poterci tornare. Anche in un videogioco.

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a cura di Marcello Paolillo

Senior Staff Writer

In un'epoca in cui la vera nuova generazione stenta a decollare, complici anche le poche scorte di PS5 e Xbox Series X, il filone dei remake ha toccato in maniera piuttosto marcata anche il mercato dei videogiochi. Non è un segreto che vari giganti dell'industria hanno deciso di puntare su proprietà intellettuali arcinote, al fine di riportare in vita titoli del passato mai veramente dimenticati dai giocatori di tutto il mondo.

Il recente annuncio dei remake di Max Payne e Max Payne 2 sta lì a dimostrarlo, sebbene la storia sia davvero ricca di esempi più o meno eclatanti: basti pensare al rifacimento di Shadow of The Colossus, sviluppato da Bluepoint Games e in grado di ricreare l'emozione, l'intensità e la bellezza dell'originale di Fumito Ueda uscito su console PS2 nel lontano 2005.

Senza contare anche i remake di Resident Evil 2 e 3, in grado di dare nuovo lustro a due classici survival horror Capcom dell'era a 32-bit. Impossibile non dimenticare neppure il rifacimento del leggendario Demon’s Souls, uscito al lancio di PlayStation 5 e in grado di saziare la fame di chi voleva addentare un soulslike in salsa next-gen senza troppi complimenti.

E se quelli sopra elencati sono solo alcuni degli esempi più recenti, i remake hanno iniziato a invadere in maniera costate e ripetuta il mercato, imponendosi quasi come un nuovo filone: se da una parte è indubbio che si tratti di un modo per riscoprire grandi capolavori del passato che, col passare del tempo, potrebbero finire dimenticati, dall'altra sono in molti a pensare che si tratti invece di un modo piuttosto furbetto da parte dei vari team di sviluppo per non impegnarsi a creare nuove proprietà intellettuali, andando sempre e comunque a spingere sull'effetto nostalgia riciclando di fatto vecchie glorie.

La verità, come spesso accade in questi casi, è quasi certamente nel mezzo.

Guardarsi indietro

Patiamo però da un punto ben preciso: l'alba dell'ultima generazione di console è arrivata in scia a un trend che ormai da anni contrassegna l'andamento del mercato videoludico. Parlo ovviamente dell'ostinazione degli sviluppatori di volgere lo sguardo al passato, attraverso remake e remastered di un certo pregio.

Ovviamente, la cosa è ben vista da tutti coloro i quali proprio non riescono a staccarsi dalle vecchie glorie, mentre l'occhio critico è di tutti coloro i quali vorrebbero sequel e nuove idee, piuttosto che riproposizioni di titoli del passato. Nel caso specifico del rifacimento di un'opera relativamente "giovane", è ovvio che chiunque sia portato a pensare che possa trattarsi di una semplice e ovvia operazione commerciale, legata a minimizzare il rischio economico, ripescando ad hoc grandi successi del passato.

Riproporre vecchie storie è sulla carta un'operazione decisamente meno dispendiosa e commercialmente più sicura, avendo un determinato remake una fanbase già bella appassionata in partenza, molto più di un semplice sequel (che è sicuramente molto più rischioso, sempre sulla carta, e gli esempi si sprecano).

Negli anni il pubblico ha somatizzato fin troppo bene il concetto di remastered, visto che nella generazione di PS4 e Xbox One si è arrivati quasi a una saturazione, ragion per cui è stato quasi fisiologico dover fare un passo in avanti per non perdere la stima dei giocatori.

In tal senso, il remake di Resident Evil 2 (acquistabile su Amazon) ha dato il là a una nuova visione di rifacimento videoludico, passando dal semplice ritocco della definizione a un vero e proprio gioco realizzato (quasi) da zero, forte anche di un balzo tecnologico che ben si sposa con le operazioni nostalgia.

Negli anni, questo nuovo modo di riproporre vecchie glorie sembra aver trovato una quadra ideale grazie all'uscita di giochi in grado di far sussultare chiunque sia cresciuto videoludicamente a cavallo tra gli anni '90 e i 2000: il ritorno di Diablo 2, le evoluzioni di Tony Hawk's Pro Skater 1 + 2, la N. Sane Trilogy del leggendario Crash Bandicoot e persino Spyro the Dragon. Forse, a rigor di logica il primo - vero - tentativo fu con il remake del primo Resident Evil uscito su Nintendo GameCube nel 2002 e ancora oggi molto amato da una legione di nostalgici incalliti.

Remake presunti e remake di domani

Ora che l'era dei remake è però entrata nel vivo (e forse lo sarà ancora di più nei prossimi anni), è più che ovvio che i giocatori siano diventati più pretenziosi e attenti nel chiedere a gran voce rifacimenti che vadano oltre una semplice HD Edition. Il popolo di videogiocatori ha del resto ben chiaro la serie di titoli che vorrebbe vedere riproposta in chiave moderna, nomi che si ripetono spesso e volentieri nei tweet di leaker, insider e presunti tali, desiderosi anche loro di riscoprire chicche del passato ma nello splendore della nuova generazione.

l nome che più di ogni altro si rincorre in questi mesi (o sarebbe meglio parlare di anni) è sicuramente quello di Silent Hill. Il classico survival horror targato Konami è infatti stato tristemente parcheggiato in un angolo dal publisher nipponico ormai da troppo tempo.

La cancellazione del Silent Hills di Hideo Kojima e Guillermo del Toro (la cui demo giocabile, nota come P.T., aveva mandato in brodo di giuggiole chiunque) è stato un duro colpo, tanto che ad ogni rumor sulla saga si è spesso portati a pensare che finalmente sia arrivata la volta buona per rivederla sulle scene.

Del resto, anche il bistrattato Abandoned di Blue Box Studios, un gioco così sfortunato e malmesso da risultare quasi simpatico, è stato spesso accostato alla città fantasma immaginaria del Maine, senza mai ottenere un riscontro effettivo (perlomeno ad oggi).

Restando in casa Konami, c'è un altro grande classico che i giocatori sperano di poter rigiocare in un nuovo remake che ne esalti il valore storico e non solo: sto parlando del primo Metal Gear Solid, titolo che del resto ha già ricevuto un rifacimento a 128-bit purtroppo non all'altezza della situazione (ossia il discusso e discutibile Twin Snakes).

Poter rigiocare le avventure di Solid Snake a Shadow Moses è infatti in cima ai desideri dei fan, complice anche il fatto che la saga è stata accantonata ormai da troppi anni, con conseguenze ovvie per quanto riguarda notizie e indiscrezioni di ogni genere.

Vero anche che mesi fa diverse fonti avevano confermato al giornalista Andy Robinson che la compagnia giapponese sarebbe stata pronta a rispolverare i suoi franchise più famosi, incluso anche Metal Gear Solid, ma con un remake di Snake Eater, terzo capitolo della serie.

Non finisce di certo qui: chiunque grida da anni a gran voce anche per un rifacimento di Resident Evil Code Veronica, il capitolo "incompreso" del franchise Capcom apparso per la prima volta sulla sfortunata SEGA Dreamcast, così come sarebbe splendido poter vedere un giorno un remake del primo Dino Crisis di Capcom, magari realizzato proprio sulla falsariga dei Resident Evil più moderni.

Nonostante di questi giochi nello specifico non si abbiano notizie concrete, di remake realmente in lavorazione ne sarà presto pieno il mercato: prossimamente sarà infatti il turno del ritorno di Dead Space, l'horror sci-fi pronto a terrorizzarci proprio come nel 2008, così come è cosa nota che la Casa di Mega Man sia attualmente al lavoro su un remake di Resident Evil 4, pronto a traghettare le avventure di Leon S. Kennedy nella current-gen. Senza contare che da mesi si parla di un presunto The Last of Us Part I ad opera di Naughty Dog.

Il futuro, tuttavia, potrebbe proporci un bel po' di sorprese: giochi come Legacy of Kain Soul Reaver, Parasite Eve o Final Fantasy IX sono lì in attesa di tornare in auge con rifacimenti ufficiali di spessore, nonostante da tempo siano i fan a realizzare per noi remake più o meno degni di attenzione, con risultati spesso realmente sorprendenti.

E se da un lato i puristi del videogioco provano e proveranno sempre disprezzo all'idea di veder riproposti giochi appartenenti al passato, dall'altro ci sono legioni di fan pronti a fare carte false pur di riprovare le stesse emozioni e sensazioni contestualizzate in tempi moderni. Questo perché, che piaccia o no, la nostalgia è spesso così canaglia che talvolta è quasi difficile rendersene conto. Specie se, alla fine della fiera, in un remake troviamo spesso e volentieri la nostra ragion d'essere come videogiocatori.