I peggiori videogiochi da regalare a Natale a tuo cugino di sei anni

Ecco una serie di videogiochi che è meglio non regalare ai vostri cuginetti per Natale.

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a cura di Silvio Mazzitelli

Redattore

Il Natale è il momento più atteso di ogni bambino che non vede l’ora di scartare i regali sotto l’albero. Oltre ai doni ricevuti vi è anche la possibilità di dedicarsi completamente a essi dato il lungo periodo di vacanze da scuola: e quale miglior momento per dedicarsi ai videogiochi appena regalati se non le vacanze natalizie? In passato quando non esisteva il PEGI (o, meglio ancora, pure se esisteva non veniva calcolato da nessuno) molti bambini chiedevano giochi assolutamente non adatti a loro, e spesso venivano accontentati da ignari genitori o nonni che ben poco conoscevano il mondo videoludico. Grazie all’introduzione dell’età consigliata per ogni titolo è dunque più facile capire cosa è adatto all’età del proprio figlio e cosa no.

Questo vale finché si è genitori, ma in famiglia si sa: c’è sempre un cugino più grande che vi fa giocare al suo Mortal Kombat o a GTA anche se non dovrebbe, ignaro dei traumi videoludici che una partita a Silent Hill o qualche altro horror potrebbero recare all'innocente cuginetto. Se vi ritrovate in questo ruolo da cugino maggiore e responsabile, è dunque meglio prendere precauzioni e capire cosa è meglio tenere per voi e non regalare al vostro cugino di sei anni. Sappiamo che il piccolo vorrebbe giocare con “Tempesta d’Ossa” e non vi stiamo consigliando di regalargli “Ammazza che mazza” come succedeva in uno storico episodio dei Simpson, ma vi vogliamo mettere almeno in guardia, tra il serio e il faceto, su alcuni ottimi titoli che è meglio evitare di far giocare ai vostri cugini più piccoli: vogliamo meno TG che facciano servizi su quanto i videogiochi facciano male ai giovanissimi!

I peggiori videogiochi che potresti regalare a Natale a tuo cugino di sei anni

GTA V

Non potevamo iniziare questa carrellata di titoli se non dal gioco che più di ogni altro negli anni è diventato il simbolo del videogioco diseducativo per i media. Grand Theft Auto V è l’ultimo capitolo creato da Rockstar del suo popolare franchise, che nel 2021 avrà anche una versione dedicata alle nuove console. Le possibilità offerte dal vasto open world sono molte, e iniziare a spargere il caos in città senza motivo è una di queste, come la saga ha sempre insegnato. Seppur GTA V sia un gioco che ha fatto la storia ed è indubbiamente divertente, rapine, omicidi e il linguaggio scurrile non lo rendono di certo il videogioco perfetto da regalare a un bambino per Natale.

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 Mortal Kombat 11

Mortal Kombat è sempre stata una saga da uno stile grafico piuttosto realistico sin dai tempi della sua prima versione su Super Nintendo. Anche allora, nonostante il divertimento nel vedere teste staccate e altre brutalità nelle Fatality, non era un gioco adatto a qualsiasi tipo di pubblico. L’ultimo Mortal Kombat ha ormai raggiunto tali livelli di realismo e violenza da essere quasi accurato dal lato medico per quanto riguarda gli effetti cruenti delle mosse su un corpo umano (e non). Diciamo che, probabilmente, non è il caso di far vedere a un bambino di sei anni smembramenti ed esplosioni di teste e altre frattaglie varie, a meno che non siate disposti a pagare anni di psicologo in futuro.

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Resident Evil 3

Quando si parla di videogiochi horror famosi non si può non citare la saga di Resident Evil. Questa serie a tema zombie ha fatto la storia di questo genere nel mondo videoludico ed esiste da oltre vent’anni. Molti di voi ricorderanno che giocare al secondo capitolo da bambini faceva poi dormire con la luce accesa già ai tempi della prima PlayStation, figuriamoci a proporre il remake di Resident Evil 3, l’ultimo uscito in ordine cronologico con la sua ottima grafica molto realistica che ci mostra in alta definizione ogni dettaglio del terrore che il Nemesis e gli altri mostri possono provocare in un ignaro ragazzino. Se siete stati vittima di traumi infantili giocando i capitoli originali vent’anni fa, evitate di provocarli anche alle nuove generazioni con i due remake.

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The Last of Us: Parte 2

The Last of Us: Parte 2 è indubbiamente uno dei capolavori della generazione PS4, e tutti dovrebbero giocare questo titolo per capire fin dove è arrivato il medium videoludico grazie al grande lavoro di Naughty Dog. Tutti tranne i minori di diciotto anni, e in particolar modo chi è ancora un bambino. Una storia segnata dalla violenza e dalla vendetta, che dipinge un mondo in rovina dove gli uomini sono diventati peggio dei mostri creati dal Cordyceps, e che spinge il giocatore a fare profonde riflessioni sui sentimenti e sul concetto di umanità stessa, non è probabilmente molto adatta a un bambino. Meglio puntare a qualcosa come Sackboy: Una Grande Avventura e conservare la copia di The Last of Us: Parte 2 per quando il pargolo avrà raggiunto la maggiore età.

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The Witcher 3: Wild Hunt

Un altro capolavoro della generazione ormai al tramonto, ma con tematiche non propriamente adatte a un bambino. The Witcher 3 è sicuramente un grande gioco, specialmente per chi ama le storie fantasy, ma non è certamente adatto ai minori. Nel mondo creato da CD Projekt RED ci sono alcune favole classiche è vero, peccato che queste siano rivisitate in maniera non certo consona ai più piccoli. Inoltre i temi trattati quali guerra, violenza e razzismo sono rappresentati senza filtri e non dimentichiamoci della scena con l’unicorno, che no, non è proprio adatta ai minori. Meglio dunque tornare a storie e fiabe più classiche fino al raggiungimento della maggiore età dei vostri cuginetti.

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Doom Eternal

Salvare l’umanità da un’invasione di demoni è sicuramente un intento nobile, ma quello che ha creato id Software con Doom Eternal ha poco a che vedere con la nobiltà d’animo. Il nuovo capitolo dello storico sparatutto è frenetico, spietato, violento e dannatamente divertente da giocare. Massacrare orde di mostri assume un nuovo significato in Doom Eternal, ma bisogna essere pronti ad affrontare tutta l’epica violenza che questo gioco contiene. I vostri cuginetti non sono ancora pronti per Doom Eternal, le miriadi di umani massacrati che fanno da sfondo al titolo lo confermano, ed è meglio attendere e farli magari iniziare ad allenarsi dal primissimo Doom non appena l’età glielo concederà.

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Mafia: Definitive Edition

Un po’ come con GTA, nonostante il buon remake del primo storico capitolo della saga Mafia, già dal titolo bisognerebbe intuire che non è un gioco adatto a un bambino. Anche Il Padrino è un capolavoro del cinema, ad esempio, ma non è certo il film perfetto da vedere insieme a tutta la famiglia per Natale. Mafia: Definitive Edition contiene tutte le classiche scene che ci si aspetta da un titolo simile, tra agguati, sparatorie ed esecuzioni a sangue freddo. Meglio dunque pensare a qualcosa che possa trasmettere un po’ di più lo spirito natalizio come regalo.

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Sekiro: Shadows Die Twice

I titoli di From Software non sono certo i primi che vengono in mente quando si pensa a un videogioco da regalare a Natale a un bambino, ma probabilmente tra questi Sekiro è quello che maggiormente è meglio evitare. Sekiro: Shadows Die Twice non soltanto ha una storia piena di momenti non molto allegri, come ad esempio dei monaci buddisti dal cui corpo escono delle scolopendre giganti (per dirne una), ma presenta un grado di difficoltà molto alto che ha fatto desistere persino parecchi adulti dal completarlo. Se non volete provocare la prima crisi isterica al vostro cuginetto allora è meglio pensare a qualcos’altro da regalare per questo Natale.

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Days Gone

L'esclusiva Sony di Bend Studio ha un'ambientazione piuttosto classica con un apocalisse zombie in pieno svolgimento e un'umanità in preda alla violenza. La cosa interessante è la possibilità di utilizzare come protagonista un biker, Deacon St. John, che prima dell'arrivo dell'infezione era parte di una nota gang di motociclisti. Se conoscete la serie TV Sons of Anarchy saprete che non è il programma ideale da far vedere a un bambino magari mentre mangia per tenerlo buono. Ecco, in Days Gone non soltanto c'è la tipica violenza tra gang rivali di sopravvissuti, ma ci sono anche creature brutali simili a zombie che vi assaliranno da ogni parte. Aggiungeteci anche un gruppo di fanatici religiosi che ama torturare la gente e auto infliggersi ferite su tutto il corpo per "purificarsi", e capirete che non è certo l'ideale da regalare a un bambino, probabilmente.

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Death Stranding

L’ultima fatica di Hideo Kojima ci porta in un mondo dove le normali leggi naturali sono stravolte e il ciclo di vita e morte non è più lo stesso. L’umanità rischia l’estinzione ed esseri provenienti dalla dimensione dell’Aldilà chiamati Creature Arenate minacciano ogni giorno i superstiti. L’ambientazione di Death Stranding è affascinante, un mondo diviso da riconnettere grazie alla volontà di un corriere, Sam Porter Bridges, che dovrà attraversare le UCA (United Cities of America) per riconnettere le persone ormai divise e nascoste per paura dei pericoli esterni. Unico suo mezzo e compagno di viaggio per percepire le CA è BB, un bambino nato prematuro che riesce a percepire le CA perché è nato trovandosi tra la vita e la morte. Bisogna ammettere che i temi trattati, per quanto ben narrati, siano un po’ troppo estremi per un bambino che si troverebbe a dover badare a un BB mentre se la vede con creature e paesaggi da incubo provenienti dall'oltretomba.

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Red Dead Redemption 2

Il vecchio West non è certo un posto idilliaco, e Rockstar con Red Dead Redemption 2 ne ha dipinto un quadro piuttosto diretto e brutale di come poteva essere la vita nell’America di fine ‘800. Tra sparatorie, rapine, scazzottate e ubriachi molesti, Red Dead Redemption 2 non è il gioco migliore da far giocare a un bambino, siamo sicuri che in teoria si divertirebbe molto, ma la storia narrata e la brutalità dell’ambientazione potrebbe non dare il buon esempio per quando tornerà a scuola dopo le vacanze natalizie.

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Assassin's Creed Valhalla

Anche se nel primo trailer Ubisoft voleva spacciarci i vichinghi come dei simpatici guasconi che in fondo in fondo hanno il cuore buono, in realtà in Assassin’s Creed Valhalla non è esattamente così che funziona. Razzie, sanguinosi combattimenti e guerre varie segnano un’epoca intrisa di violenza, che poco ha a che spartire con l’immagine del guerriero del nord coraggioso e senza macchia. Insomma, capiamo l’utilità didattica di far appassionare un bambino alla storia con questo nuovo Assassin’s Creed, ma forse è meglio aspettare ancora qualche anno.

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