I primi playtest di Zelda Breath of The Wild sono stati una delusione

La prima conferenza giapponese degli sviluppatori con una presentazione di Zelda Breath of The Wild non è andata proprio benissimo.

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a cura di Marcello Paolillo

Senior Staff Writer

Mancano poche ore all'uscita dell'attesissimo The Legend of Zelda Tears of the Kingdom su Nintendo Switch, ma il suo predecessore, Breath of the Wild, ha ancora qualcosa da dire.

Il sequel del capolavoro uscito su Switch (che trovate su Amazon) farà sicuramente parlare di sé molto a lungo, come accaduto del resto anche con il primo capitolo.

Del resto, parliamo di un prodotto che è stato nominato il più grande videogioco di sempre, quindi qualcosa vorrà pur dire.

Ora, dopo che solo poche ore fa la Grande N ha pubblicato un video che riassume completamente la storia del primo capitolo, sono emerse curiosità dietro il suo sviluppo.

Come riportato da GamesRadar, qualche anno fa c'è stata una conferenza degli sviluppatori in Giappone con una presentazione di BOTW.

Nintendo ha rilasciato un'intervista che purtroppo fino ad oggi non era mai stata pubblicata online o tradotta dal giapponese. Tuttavia, il canale YouTube Game Maker's Toolkit ha raccolto e tradotto i documenti dell'evento, rivelando il motivo per cui BOTW non è stato inizialmente accolto nel migliore dei modi.

La maggior parte dei giocatori chiamati a testarlo, infatti, non abbandonava il sentiero per esplorare il mondo di gioco.

I tester vedevano una torre in lontananza e seguivano rigidamente la strada per raggiungerla, perdendo così il principio fondamentale dietro Breath of The Wild, ossia andare ovunque e fare qualsiasi cosa per crearsi la propria storia.

Non riuscendo in questo intento, il gioco diventava poco più che una passeggiata tra segmenti, così Nintendo propose la cosiddetta "teoria del triangolo".

In pratica, BOTW limita l'orizzonte visivo con elementi come alberi e montagne, invitando il giocatore a esplorare l'area circostante per scoprire cosa c'è oltre le "barriere". Questo porta a santuari, villaggi, missioni secondarie e altri angoli nascosti, invece di avere semplicemente l'istinto di raggiungere una torre in lontananza

Si trattava di una strategia innovativa che ha ottenuto una risposta molto migliore da parte dei giocatori, ripresa poi anche in Elden Ring o nel popolare Genshin Impact

Restando in tema, non avete giocato a Breath of the Wild, ma state pensando di prendere Zelda Tears of the Kingdom? Non preoccupatevi, perché non è fondamentale che voi lo facciate.

Ma non solo: poche ore fa abbiamo pubblicato la nostra recensione di Zelda Tears of the Kindgom: l'avete letta?

Infine, Nintendo Australia ha pubblicato un nuovo spot di Zelda davvero commovente che si rivolge a un pubblico specifico, ossia i giocatori di mezza età.