Caso Activision Blizzard, Xbox alle vittime di molestie: vi vediamo e siamo con voi

Il caso di Activision Blizzard ha innescato anche l'intervento di Xbox, con il commento di Phil Spencer sulla questione.

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

Il caso giuridico relativo alle molestie scoppiato in Activision Blizzard nei giorni scorsi, quando lo Stato della California ha deciso di perseguire la compagnia con una documentazione che cita numerosi episodi, sta coinvolgendo diversi esponenti dell'industria – che hanno deciso di dire la loro sulla questione e di mostrare supporto alle persone offese dai comportamenti denunciati nella causa.

Inizialmente, di fronte alle accuse Blizzard aveva replicato con una risposta che aveva innescato ulteriori reazioni da parte dei dipendenti, fino ad arrivare al walkout dello scorso mercoledì: i lavoratori del team di sviluppo autore, tra gli altri, di giochi come World of Warcraft avevano deciso di disertare l'ufficio in segno di protesta, chiedendo specifiche misure al CEO Bobby Kotick e ai piani alti di Activision Blizzard, con l'intento di migliorare le future condizioni di lavoro.

A esprimersi erano stati nuovamente anche i dipendenti Ubisoft, dopo i casi di molestie esplosi lo scorso anno che portarono il CEO Yves Guillemot a esporsi in prima persona, pubblicando un video di scuse dove prometteva miglioramenti per il futuro.

Oggi, a intervenire sulla questione è stato anche Phil Spencer, a capo della divisione Xbox di Microsoft, che ha deciso di confrontarsi con le donne del mondo Xbox (le Xbox Women in Gaming) per avere il loro punto di vista sulla questione e che ha voluto rimarcare di essere dalla parte delle persone discriminate o molestate.

La presa di posizione di Spencer sottolinea come Xbox dia il suo pieno supporto ai dipendenti che hanno dovuto subire soprusi e discriminazioni per il loro sesso, il loro orientamento, la loro razza: un atto che vuole evidenziare dove, secondo il gigante di Redmond, debba migliorare l'industria, considerando che le accuse gravi di cui è stata investita ora Activision Blizzard – e prima Ubisoft – sono purtroppo comuni anche ad altre realtà, come ricorderà chi seguì anche la recente vicenda, giusto per fare il nome di un altro gigante dell'industria, di Riot Games.

«Sono appena uscito da una potente conversazione con Xbox Women in Gaming, dalle quali ho imparato tanto nel corso degli anni» ha raccontato Spencer, nel suo profilo Twitter.

«Voglio condividere il mio personale supporto a chiunque abbia vissuto molestie sessuali o discriminazioni. Vi vedo e sto dalla vostra parte».

In passato, anche il nome di Microsoft e Xbox ha fatto discutere per dei casi di molestie: nel 2019, il gigante di Redmond e la sua divisione gaming aprirono un'indagine proprio per delle denunce di molestie, che riguardavano anche i team al lavoro su Windows e Azure.

Lo scorso anno, invece, a far discutere fu il caso di Xbox Brasil in cui la presentatrice Isadora Basile venne licenziata in seguito alle minacce di morte e a sfondo sessuale che la "community" le riservava in quanto donna.

Lo scorso mese di marzo, Xbox si era resa protagonista di un'iniziativa che aveva voluto sottolineare l'importanza dell'uguaglianza davanti ai giocatori, coinvolgendo donne dell'industria, artiste, giornaliste e videogiocatrici in una campagna per la promozione della parità.

Per l'occasione, venne anche realizzato un controller speciale a tema: il simbolo B era sostituito da un esplicativo segno "=", a rappresentare un'uguaglianza che l'industria deve raggiungere il prima possibile, perché oggi è già troppo tardi. E domani è tardissimo.

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