The Witcher, serie TV: «Netflix ha deviato da libri e videogiochi»

L'attore che doppia Geralt nei videogiochi, Doug Cockle, ha criticato la serie TV Netflix di The Witcher, giustificando l'addio di Cavill.

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a cura di Marcello Paolillo

Senior Staff Writer

L’addio di Henry Cavill alla serie TV Netflix di The Witcher ancora brucia, tanto che non si placano le polemiche circa l'abbandono dell'attore.

Cavill tornerà a vestire i panni di Geralt di Rivia nuovamente per la Stagione 3, ispirata al franchise di The Witcher (che trovate anche su Amazon nell'eccellente terzo capitolo).

A prendere il posto dell'attore a partire dalla Stagione 4 sarà Liam Hemsworth, una scelta che ancora oggi fa molto discutere.

Mentre il flop di The Witcher Blood Origin ha colpito duro, il doppiatore di Geralt di Rivia nei videogiochi di The Witcher ha criticato la serie Netflix e "giustificato" la decisione di Henry Cavill.

Come riportato da DualShockers, nel corso di un'intervista all'MCM Comic Con di Birmingham, l'attore che doppia Geralt nei videogiochi, Doug Cockle, ha criticato la serie TV Netflix.

Ma non solo: Cockle ha anche detto di comprendere la decisione di Cavill di abbandonare lo show: «Henry non l'ha detto a chiare lettere, ma in base a quanto è emerso è chiaro che ha lasciato la serie perché non era d'accordo su come la storia sta venendo scritta dagli autori.

E ancora: «Se questo è veramente il caso allora lo capisco perfettamente», ha dichiarato il doppiatore, lasciando quindi aperta la possibilità che l'addio di Cavill nasconda qualche retroscena spinoso.

«Henry è un grande fan dei videogiochi e dei libri, ma gli autori della serie Netflix hanno deciso, per qualche ragione, di deviare in maniera netta dalle storie dei libri e dei giochi. [...] Io personalmente non capisco una scelta del genere», ha concluso.

Restando in tema, sono in molti a chiedersi se possa esistere una sorta di Multiverso con più versioni di Geralt, tanto che è arrivata la risposta ufficiale.

Nella nostra recensione di Blood Origin vi abbiamo infatti raccontato che lo show «è il proverbiale passo falso, la serie TV che non serviva e che di fatto non aggiunge nulla di nuovo a un franchise già di suo ricchissimo e sfaccettato»: un parere condiviso anche dalla critica internazionale, che ha permesso allo show di raggiungere il minimo storico di consensi nella storia del franchise.