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Pro
- Atmosfera carica di tensione sin dalle prime pagine, che cattura subito il lettore...
- Disegni puliti ed espressivi, graficamente i tempi della narrazione sono azzeccati
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Contro
- ...ma, per quanto si tratti di un buon inizio, la narrazione è un po' troppo derivativa
- Alcuni personaggi secondari restano piuttosto abbozzati nel primo volume
Il Verdetto di Cultura POP
Edizioni Star Comics porta sugli scaffali di fumetterie e librerie Brave Bell di Meeb e Okane. Si tratta di un nuovo shonen che mescola alcune suggestioni tipiche del target rifacendosi a best seller come Spy X Family ma anche a serie TV come Stranger Things e film come John Wick.
Di che cosa parla Brave Bell
Il primo volume di Brave Bell ci catapulta nella vita di Sōji Sanada, liceale brillante ma emarginato. Nonostante la sua bontà d'animo, viene sempre guardato con freddezza e diffidenza dagli altri a causa delle sue origini. Suo padre, infatti, è il boss della yakuza!
Sōji vive cercando di tenersi lontano dai guai, nonostante le voci sul suo conto lo rendano un bersaglio continuo di pregiudizi e provocazioni. Ma la sua fragile normalità va in frantumi quando un misterioso commando fa irruzione nella sua casa, sterminando senza pietà suo padre e tutto il suo clan.
Il ragazzo è intenzionato a vendicarsi ma la morte del padre è solo l'inizio di una serie di incredibili rivelazioni. Sōji infatti scopre di avere una sorella, Akuri, dotata di un inquietante potere - l’Inisheno - che le permette di controllare la volontà delle persone.
Questo primo volume si concentra su come i due fratelli, sconvolti e feriti, inizino a capire la portata del massacro e a porsi le prime, drammatiche domande: chi li vuole morti? Perché? E soprattutto, quanto saranno disposti a sacrificare per ottenere giustizia?
Brave Bell: di tutto un po' quello che piace al pubblico dello shonen
La lettura del primo tankobon di Brave Bell è sicuramente coinvolgente e farà facilmente presa sul target di pubblico di riferimento grazie a tematiche che vanno dalla vendetta, ai legami famigliari fino ai superpoteri e ai triangoli amorosi.
Da John Wick, passando per Stranger Things e Spy X Family, la narrazione procede spedita ora in un senso ora nell'altro cercando una propria identità - non ancora completamente definita - ma creando personaggi con cui empatizzare. Dal protagonista Sōji, il simbolo del tentativo di redenzione di una generazione che paga per gli errori dei padri, passando per la piccola Akuri, un’anima innocente strappata troppo presto alla normalità e trasformata in uno strumento di potere.
È affascinante come la narrazione metta subito in discussione la moralità dei protagonisti: Sōji, pur buono di cuore, scopre in sé una rabbia feroce mentre Akuri, dietro la dolcezza infantile, cela un potere spaventoso che la corrompe un pezzo alla volta. Ciò che conta davvero sono comunque i traumi e le scelte impulsive che i protagonisti si trovano a compiere. Il risultato è un thriller che sa essere più psicologico che puramente d’azione.
Graficamente, Okane combina linee spezzate e uno stile molto pulito con un design dei personaggi che privilegia la riconoscibilità anziché la mera originalità. Una scelta vincente visto il ritmo sincopato della narrazione e la tensione che domina ogni punto di svolta del racconto.
La regia delle tavole è particolarmente curata, con vignette che si allungano o si frammentano per sottolineare la paura, l’ansia o l'incertezza. I volti dei personaggi sono una delle cifre stilistiche più interessanti con particolare attenzione agli occhi spesso vacui o distorti che comunicano turbamento più di mille parole.
In questo primo volume infine la violenza è fulminea e mostrata con crudezza ma senza scadere nel fan service, servendo a scolpire nello sguardo del lettore il trauma che guiderà tutta la storia.