Nel 2021 gli abusi nei giochi online sono più diffusi: i numeri preoccupano

Il 62% di giocatori tra i 13 e i 17 anni ha confermato di essere stata vittima di abusi nei giochi online.

Immagine di Nel 2021 gli abusi nei giochi online sono più diffusi: i numeri preoccupano
Avatar

a cura di Francesco Corica

Staff Writer

Dopo l'arrivo della pandemia che ha limitato fortemente la socializzazione degli utenti, i videogiochi online, già incredibilmente popolari, hanno ricevuto un incredibile successo ed un grande influsso di nuovi giocatori.

Questa vicenda ha però comportato inevitabilmente anche un aspetto negativo da non sottovalutare: la tossicità di alcune community online, che rende l'esperienza in multiplayer a titoli come Call of Duty molto più problematica.

Un problema che, probabilmente, ha anche causato una parziale perdita di nuovi giocatori nel 2021: i numeri sono calati rispetto allo scorso anno.

Il fatto che continuino ad uscire tantissimi giochi potrebbe paradossalmente incrementare questo fenomeno, con la fanbase tossica pronta a spostarsi da un titolo all'altro nel giro di poche settimane.

Uno studio realizzato da Anti Defamation League (via TheGamer) inclusi in una fascia d'età tra i 13 e i 17 anni, ha infatti svelato che i videogiochi online, oltre ad essere molto popolari, possono anche essere molto tossici.

Il 62% degli intervistati, corrispondente a ben 14 milioni di videogiocatori, ha dichiarato infatti di essere stata vittima di abusi in un videogioco online: di questi, il 43% ha confermato che gli attacchi avvenivano durante il gameplay stesso.

Tra le community reputate più tossiche dagli intervistati, Valorant e Call of Duty arrivano al primo posto con il 42% delle preferenze, seguiti da DOTA 2 (37%), PUBG (35%), Fortnite e League of Legends (34%).

Una notizia più allarmante è che il 40% degli intervistati ha confermato di utilizzare maggior cautela, o di aver abbandonato interamente, le partite online su Call of Duty e Valorant, mentre il 21% ha dichiarato di aver fatto altrettanto con Rocket League e Minecraft, dimostrando che il fenomeno è diffuso su tutti i titoli multiplayer più importanti.

Tra questi, la Anti Defamation League ha inoltre svelato che il 10% ha segnalato di aver assistito a conversazioni riguardanti il suprematismo bianco, contro l'8% dei giocatori adulti.

Gli autori del sondaggio hanno dunque usato questi risultati per chiedere alle compagnie videoludiche, e ai governi, di migliorare gli sforzi per combattere l'odio e le molestie online, dato che evidentemente c'è ancora tanto lavoro da fare. Viene inoltre chiesto ai genitori e agli insegnanti di prestare particolare attenzione e di fornire ai giovani giocatori tutto il supporto necessario.

Naturalmente anche noi vogliamo unirci a questi appelli, sottolineando inoltre la speranza di non vedere più rimosse, nemmeno temporaneamente, feature che aiutano a rendere il gaming meno tossico.

Già diversi anni fa era stato chiesto alle industrie del gaming di fare un passo in avanti per fermare la tossicità: evidentemente, le contromosse adoperate fino a questo momento non sono state sufficienti.

Cambiando decisamente argomento, gli utenti hanno recentemente votato il gioco più frustrante di sempre. Fortunatamente, il risultato finale non è dipeso dalla tossicità della relativa community o da eventuali abusi.

Se siete alla ricerca di una recente e apprezzata esclusiva PS5 (senza online), su Amazon potete recuperare Ratchet & Clank Rift Apart a un prezzo speciale.