"Super League per competere con Fortnite e Call of Duty", parla Agnelli

Il presidente della Juventus svela l'obiettivo della competizione ormai tramontata

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a cura di Paolo Sirio

Ha suscitato le reazioni più calde e appassionate degli ultimi decenni, e, alla fine, ha dovuto desistere: la Super League non vedrà la luce, almeno per ora.

La competizione, che avrebbe riunito l'elite del calcio europeo in un torneo da 20 squadre, aveva fin da subito destato grande scalpore tra i fan del gioco più bello del mondo.

Il gaming non aveva mancato di essere coinvolto in questo piccolo grande caso, con gli appassionati di FIFA, PES e Football Manager che si sono subito chiesti cosa sarebbe stato delle loro serie preferite.

I videogiochi erano stati tirati in ballo anche in altre due circostanze, con la prima che aveva visto il Leeds, squadra di Premier League, prendere in giro il Liverpool con il suo nome non ufficiale di PES.

Un'altra curiosità era stata scovata tra i tifosi del Chelsea che, nei moti di protesta di ieri sera, avevano usato il layout delle copertine di GTA per lanciare un'accusa ai padroni del calcio.

Ad ogni modo, non soltanto meme e preoccupazioni, ma anche considerazioni molto interessanti che provengono proprio dal cuore dell'iniziativa.

Andrea Agnelli, presidente della Juventus e vice presidente della Super League, ha infatti espresso un concetto che rende bene l'idea del perché di questo tentativo di separazione da UEFA e FIFA.

Parlando ai microfoni de La Repubblica (via Calciatori Brutti), Agnelli ha spiegato che l'obiettivo dei 12 club fondatori e degli altri 8 che si sarebbero uniti più avanti sarebbe stato competere proprio con il videogioco.

«I più giovani vogliono vedere i grandi eventi, sono meno legati agli elementi di campanilismo. Il 40% di coloro che hanno tra i 16 e i 24 anni non ha interesse nel mondo del calcio», ha spiegato il dirigente.

«Andare a creare una competizione che simuli ciò che fanno le piattaforme digitali significa andargli incontro e fronteggiare la competizione di Fortnite o Call of Duty che sono i veri centri di attenzione dei ragazzi di oggi. Abbiamo fiducia nella bontà della nostra iniziativa».

Agnelli ha dunque menzionato direttamente due dei titoli più popolari tra i giovani, e in particolare tra gli utenti abituati a sintonizzarsi su Twitch per seguire le dirette dei loro beniamini su questi titoli.

In questo stesso senso andavano le parole di Florentino Perez, presidente del Real Madrid e della Super League, che aveva parlato in un'intervista a Chiringuito TV di voler accorciare la durata delle partite proprio perché i giovani non riescono più a seguirle - i 90 minuti li annoiano (via Il Napolista).

Non è la prima volta in cui vediamo il mondo dello sport cercare una sponda in quello del gaming, come quando il responsabile della Scuderia Ferrari spiegò a chiare lettere di vedere «nella PlayStation» un competitor forte per la Formula 1.

Concetto simile a quello espresso recentemente da Peter Moore, ex boss di Xbox e CEO del Liverpool FC, che aveva rivelato come sarebbe stato Fortnite a minare e cambiare profondamente le dinamiche che regolano lo sport in quanto spettacolo.

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