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Immagine di Sand Land | Recensione - Doloroso addio
Recensione

Sand Land | Recensione - Doloroso addio

Fedele alle atmosfere e all'estetica del manga e dell'anime che lo hanno preceduto, Sand Land rimane però indietro su altri fronti: vediamo le recensione.

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Avatar di Gianluca Arena

a cura di Gianluca Arena

Senior Editor

Pubblicato il 24/04/2024 alle 17:00
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In sintesi

  • Una licenza ben sfruttata a livello visivo e di trama.
  • Gameplay monocorde e molto superficiale.
  • Più quantità che qualità.
  • Pro
    • Molto fedele al manga
    • Tantissimi mezzi tra cui scegliere
    • La varietà non manca
  • Contro
    • Meccaniche di gioco estremamente basilari in tutti i campi
    • Livello di sfida risibile
    • Intelligenza artificiale nemica deficitaria
    • Open world molto tradizionale e pieno di fetch quest

Il Verdetto di SpazioGames

6.7
Sebbene dall'opera trasudino amore e rispetto per il materiale di partenza del maestro Toriyama, o forse proprio per questo motivo, Sand Land è un prodotto che può parlare esclusivamente agli appassionati del geniale artista giapponese, gli unici che saranno disposti a chiudere un occhio sulle numerose carenze del titolo.
Dalla generale mancanza di profondità alla discutibile intelligenza artificiale che governa le truppe nemiche, l'open world firmato da ILCA eccelle solamente nel riprendere vicende e personaggi del manga originale, ma propone per il resto un'esperienza di gioco piuttosto piatta e un livello di sfida pressoché inesistente, che non può che faticare a tenere coinvolti.
Nel panorama dei titoli d'azione, allora, altre opere hanno già raggiunto livelli ampiamente superiori a quanto proposto da Sand Land, che si accontenta di provare a strizzare gli occhi agli amanti di Toriyama. Legittimo, certo, ma è troppo poco.

Informazioni sul prodotto

Immagine di Sand Land
Sand Land
  • Sviluppatore: ILCA
  • Produttore: Bandai Namco
  • Distributore: Bandai Namco
  • Testato su: PS5
  • Piattaforme: PC , PS4 , PS5 , XSX
  • Generi: Azione , Gioco di Ruolo
  • Data di uscita: 26 aprile 2024

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Considerando che le avventure di Rao, Beelzebub e Thief compiranno ventiquattro anni il mese prossimo, e che a crearle sia stato uno dei più geniali fumettisti di tutti i tempi, quell'Akira Toriyama scomparso (ahinoi) solo poche settimane fa, è strano che Sand Land abbia impiegato così tanto a sbarcare nel mondo dei videogiochi, visto il grande appeal dell'opera ed il successo dell'anime pubblicato lo scorso anno.

Bandai Namco è fortunatamente corsa in soccorso dei fan del maestro, pubblicando su PC e sulle piattaforme di vecchia e nuova generazione di Microsoft e Sony questo action RPG firmato da ILCA (il team di Pokémon Perla Splendente, o di One Piece Odyssey) in uscita nei prossimi giorni.

Ovviamente, noi di SpazioGames lo abbiamo sviscerato per voi nelle scorse settimane, dopo una primissima prova: vediamo nella nostra recensione com'è andata.

Un quarto di secolo e non sentirlo

Per chi non conoscesse il manga originale, pubblicato per la prima volta sulla storica rivista Shonen Jump a maggio del 2000, Sand Land è ambientato in un mondo in cui le insensate guerre continuamente causate dagli umani hanno ridotto la Terra ad una distesa brulla e desolata, dove l'acqua è divenuta un lusso per pochi e i predoni nel deserto non derubano i viaggiatori dei loro averi ma delle loro preziose bottigliette.

Stranamente, umani e demoni convivono sulla superficie terrestre, sebbene gli uni guardino gli altri con sospetto, e questi ultimi non perdano occasione per tenere fede alla loro nomea, derubando le carovane degli umani per dissetarsi.

Guarda su

In questo scenario, un prode sceriffo di una piccola comunità, Rao, si reca all'avamposto dei demoni, capeggiati da Lucifero e da suo figlio Beelzebub, per chiedere l'aiuto di questi ultimi allo scopo di trovare la Sorgente Leggendaria, una risorsa d'acqua che si vocifera possa porre fine alla tremenda siccità in cui Sand Land è sprofondata.

Rao è determinato e la sua integrità apre una breccia nella diffidenza dei demoni, tanto che Beelzebub, il principe delle tenebre che saremo chiamati ad impersonare durante l'avventura, chiede il permesso all'annoiato padre di potersi unire a lui nella sua ricerca, accompagnato dal fido Thief, che ha molti più anni sul groppone che denti in bocca.

Da lì, ha inizio un'avventura spensierata all'apparenza, incentrata sull'umorismo tipico della produzioni firmate da Toriyama, che però non disdegna di fare satira sulla società contemporanea (non poi così distante da quella di Sand Land) e di concentrarsi su temi affatto banali, come il senso di colpa, la possibilità di redenzione, il valore della lotta per la libertà ed altro ancora.

Momenti di indiscutibile comicità si mescolano in maniera molto naturale ad altri in cui, invece, c'è spazio per l'introspezione psicologica dei personaggi (su tutti Rao, il protagonista de facto dell'intera vicenda), tanto che, come vedremo, le parti in cui il titolo ILCA porta avanti la trama, i dialoghi che i personaggi intrattengono durante le lunghe traversate e la caratterizzazione dei personaggi risultano tra gli elementi più riusciti della produzione.

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La fedeltà alle opere originali di Toriyama è l'aspetto più riuscito di Sand Land.

Questa situazione, purtroppo, è determinata anche dalle molte mancanze lato gameplay del titolo, ma va dato atto al team di sviluppo – supervisionato per l'occasione dal maestro Toriyama finché ce n'è stata la possibilità – di aver trattato il materiale di partenza con amore e riverenza, attenendosi alla trama principale e creando un mondo virtuale quanto mai vicino a quello visto nel manga prima e nell'anime poi.

Esaurito l'arco narrativo originale, quello del manga pubblicato oltre vent'anni fa, il videogioco, come la serie animata recentemente giunta su Disney Plus, propone una nuova storia inedita, per arricchire la lore e aggiungere spessore ad un plot altrimenti piuttosto sbrigativo: su questa non diremo nulla, per non rovinare la sorpresa a tutti gli appassionati.

Come già visto l'anno scorso con One Piece Odyssey, il team di ILCA dimostra di saper maneggiare adeguatamente una licenza, quantomeno dal punto di vista visivo, della trama e dei personaggi.

Peccato, allora, che Sand Land inciampi sul più bello, ovvero quando dalle scene di intermezzo si passa all'azione vera e propria.

Tutto bello, ma solo sulla carta

Strutturato su due mappe di dimensioni piuttosto generose, che presentano però tutti gli stilemi classici degli open world di una o due generazioni fa, Sand Land cerca di compensare con la quantità quello di cui difetta in quanto a complessità.

La varietà, ad onor del vero, non manca: scontri veicolari, combattimenti a piedi, elementari fasi stealth e corse sulla sabbia sono solamente alcune delle attività che saranno proposte al giocatore durante l'avventura, mescolate tra missioni principali ed attività opzionali.

Il problema comune, che a conti fatti danneggia la valutazione finale del prodotto, è rappresentato dall'eccessiva semplicità del gameplay: dal sistema di combattimento a piedi a quello veicolare, passando per quello che regge tutta la parte di modifica e irrobustimento dei veicoli disponibili, il livello di profondità è quasi nullo – oseremmo dire, senza alcun intento denigratorio, in linea con alcune produzioni per smartphone.

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I veicoli con cui sbizzarrirsi non mancano!

Dati i limiti ai controlli, queste ultime spesso devono accontentarsi di offrire meno profondità e, con essa, meccaniche basilari e molto intuitive: Sand Land sfoggia la medesima semplicità d'approccio, che consente di divertirsi immediatamente e sul breve periodo, ma che, inevitabilmente, soccombe sotto il peso di un'avventura che può durare anche quaranta ore.

Le meccaniche di combattimento non evolvono mai, rimanendo identiche dal primo minuto ai titoli di coda.
Al netto di una manciata di mosse speciali ottenibili progredendo lungo la campagna, infatti, il basilare combat system e l'altrettanto semplice sistema di shooting non si evolvono mai davvero, rimanendo identici a loro stessi dal primo minuto di gioco fino ai titoli di coda.

Le missioni secondarie consistono perlopiù nelle classiche fetch quest da gioco di ruolo a mondo aperto, richiedendo di recuperare oggetti o, il più delle volte, di porre fine alle scorrerie di un dato bandito e della sua gang o di un mostro, e la loro presenza è utile solo ad allungare il contatore delle ore – perché, con pochissime eccezioni, nessuna di esse aggiunge nulla al background dei protagonisti o alla storia principale.

La varietà di veicoli, quantomeno, è assicurata: mech, moto, carri armati, hovercraft, robot salterini e tantissimi altri ancora, che lasceremo il piacere di scoprire ai nostri lettori, assicurano una grande scelta di mezzi altamente personalizzabili e, tra le tante attività collaterali, c'è anche la possibilità di migliorare Spino, la cittadina di Sand Land che diviene presto la base operativa della nostra sgangherata squadra.

Il sistema di crescita dei protagonisti è delegato ad un menu apposito e, oltre a quello dedicato al protagonista, ci sono tre ulteriori alberi delle abilità, uno per ognuno degli altri membri del cast principale, che possono essere sfruttati per ottenere aiuto in battaglia o garantirsi una scorta maggiorata di elementi e parti di ricambio per i veicoli.

Purtroppo, però, l'anima da gioco di ruolo del titolo ILCA si ferma qui: il passaggio di livello è automatico, le statistiche hanno davvero poco peso nell'economia di gioco e, soprattutto, la gran parte degli upgrade, tanto per i personaggi quanto per i veicoli, risultano fini a loro stessi, dal momento che il bassissimo livello di sfida non induce a migliorarsi.

Perchè darsi la briga di perlustrare la mappa palmo a palmo alla ricerca del tale materiale per costruire un cannone più potente quando quello equipaggiato è più che sufficiente per fare a pezzi anche i nemici che dovrebbero essere più temibili?

Senza una barra della stamina a limitare la potenza di Beelzebub, con una pletora di oggetti a disposizione per curarsi in battaglia e contro un'intelligenza artificiale a dir poco limitata, sarà davvero impossibile incappare nella schermata del game over anche per i giocatori più inesperti.

Non aiuta, visto che l'abbiamo citata, un'intelligenza artificiale deficitaria, con nemici dal cono visuale strettissimo e che ritornano al loro posto, interrompendo a metà l'ingaggio, qualora uscissimo dal loro campo di azione, evenienza piuttosto frequente soprattutto durante i combattimenti veicolari.

Sulla carta, insomma, gli ingredienti per un titolo di valore ci sarebbero tutti, ed è evidente l'impegno profuso per rispettare lo spirito del manga originale ed offrire un mondo più vasto possibile, ma la scarsa profondità di tutti i sistemi di gioco e l'eccessiva facilità del titolo finiscono con il limitarne pesantemente l'appeal sul lungo periodo.

Estrema fedeltà

Se si è disposti a chiudere un occhio su asset riciclati (e nemmeno particolarmente attraenti, per giunta) e su una povertà poligonale conclamata, limitata dall'ambientazione desertica ma pur sempre evidente, il comparto tecnico di Sand Land riesce a passare l'esame, grazie soprattutto all'accuratezza dei modelli poligonali del cast di protagonisti e alla loro fedeltà a quelli visti tanto nell'anime quanto nella serie animata.

Discorso affine per le scene di intermezzo, girate con un discreto taglio registico e capaci di veicolare bene sia le fasi più macchiettistiche sia quelle più drammatiche, per quanto il tono generale rimanga comunque abbastanza leggero, in pieno stile Toriyama.

Permangono effetti visivi spiacevoli, legati alla già citata abitudine dell'IA che richiama le sue unità non appena il giocatore esce accidentalmente dall'area di istanza: capita spesso di veder letteralmente scomparire nel nulla uno o più mezzi nemici proprio mentre li si stava puntando per sparare loro addosso, una situazione inelegante che rompe totalmente l'immersione nel mondo di gioco.

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Gli effetti visivi sono molto piacevoli.

Non abbiamo quantomeno registrato bug degni di nota, se non piccole compenetrazioni poligonali o rari casi in cui uno dei mezzi si è incastrato nello scenario, subito risolti dal cambio di veicolo (tramite un comodo menu a raggiera) o dalla discesa da esso.

Molto soddisfacente tutta la parte audio: la colonna sonora contiene pezzi presi di peso dall'anime dello scorso anno ma anche motivi originali assai orecchiabili, ed il doppiaggio inglese è di ottima fattura.

Nonostante non faccia gridare al miracolo, insomma, l'aspetto tecnico della produzione non si aggiunge alla lista delle cose che non funzionano, e siamo sicuri che i fan del materiale originale apprezzeranno l'estetica del titolo nonostante le sue mancanze.

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