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Recensione

Tales of Kenzera: ZAU | Recensione – Una toccante favola metroidvania

Tales of Kenzera: ZAU è il nuovo metroidvania EA Originals che mostra quanto sia difficile accettare un lutto. Ve ne parliamo nella nostra recensione.

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a cura di Francesco Corica

Staff Writer

In sintesi

  • Una storia toccante e personale.
  • Non è un metroidvania longevo ed è adatto a tutti.
  • Il gameplay è un po' troppo semplice.

Informazioni sul prodotto

Immagine di Tales of Kenzera: Zau
Tales of Kenzera: Zau
  • Sviluppatore: Surgent Studios
  • Produttore: Electronic Arts
  • Distributore: Electronic Arts
  • Testato su: PS5
  • Piattaforme: PC , PS5 , XSX , SWITCH
  • Generi: Avventura
  • Data di uscita: 25 aprile 2024

Nessuno di noi vorrebbe dover affrontare il lutto di una persona cara, ma non sempre la vita è giusta o clemente e, quando arriva, si tratta di uno di quegli eventi destinati a cambiarci la vita per sempre.

Certamente il tempo può aiutare a guarire e andare avanti, ma non tutti possono farlo allo stesso modo: Tales of Kenzera Zau nasce come storia profondamente personale di Abubakar Salim, attore, doppiatore (lo avete sentito in Assassin's Creed Origins) e oggi sviluppatore, che ha voluto ricordare il padre scomparso realizzando un gioco in suo onore.

Già nella nostra prova iniziale avevamo avuto la sensazione di avere di fronte a noi una produzione che puntava a mostrarci un modo diverso di affrontare ed elaborare il lutto, utilizzando un metroidvania a tema "sciamanico" come mezzo per narrare la storia.

Dopo averlo potuto giocare più a fondo, possiamo confermare che la storia è sicuramente il punto centrale di questa produzione, ma Surgent Studios, alla sua prima produzione, sembra essere riuscita a trovare il giusto equilibrio tra narrazione e gameplay.

Pur con qualche piccola ingenuità.

Come affrontare il dolore

L'avventura inizia con una breve sequenza introduttiva ambientata in era moderna, in cui il giovane protagonista è costretto ad accettare la recente scomparsa dell'amato padre.

La madre gli rivelerà che uno dei suoi ultimi desideri era fare in modo che il figlio avesse un libro che stava scrivendo poco prima della morte, che narrerà quelli che sono gli eventi di gioco.

Tales of Kenzera: ZAU ci chiederà di vestire i panni dell'omonimo sciamano protagonista che, incapace anch'egli di accettare la morte del padre, decide di stringere un patto con il dio della morte Kalunga.

Zau dovrà compiere il suo dovere di sciamano e aiutare tre potenti spiriti ad accettare la lor morte: in cambio, Kalunga dovrà garantire ciò che il protagonista desidera di più al mondo, ovvero riavere indietro l'anima del padre.

Il tema centrale di Tales of Kenzera: ZAU è mostrarci un punto di vista diverso su come accettare un lutto.
Questa produzione non intende dunque nascondere minimamente quello che è il suo tema centrale, come del resto è stato ammesso più volte dal suo autore: mostrare al pubblico un punto di vista diverso su come accettare un lutto, svelando che non è così semplice poter semplicemente "andare avanti" e che tutti elaboriamo il dolore a modo nostro, nei nostri tempi. Soprattutto quando a lasciarci sono persone che amiamo davvero.

Un racconto che allo stesso tempo ha anche il sapore di una favola: il dio della morte infatti non viene raffigurato come un'entità spaventosa da temere, ma come un'anima curiosa, rispettosa e che soprattutto vuole motivarci ad andare avanti e compiere il nostro dovere.

Per avanzare nella sua missione, Zau avrà a disposizione le maschere del Sole e della Luna, utilizzate anche dal padre e che gli consentono poteri di combattimento straordinari per tenere a bada mostri e anime irrequiete.

A dimostrazione di voler narrare un modo diverso di affrontare il lutto, la storia di Tales of Kenzera ZAU (lo trovate su Amazon) è divisa in quattro atti principali, anche se forse dovremmo dire tre atti e mezzo: la quarta fase riguarda infatti esclusivamente il boss finale del gioco.

Una struttura ben diversa, dunque, dalle "cinque fasi del lutto" a cui normalmente siamo abituati, ma che allo stesso tempo riesce a descrivere perfettamente tutti quegli stati d'animo che potremmo aspettarci, incluse soprattutto la rabbia per una morte ingiusta e la paura di capire come fare ad andare avanti senza qualcuno così importante per la nostra vita.

Per quanto sia ovviamente narrato in modo semplice e non invasivo, sia per non distrarre troppo dal gameplay che per arrivare adeguatamente anche a un pubblico non adulto, è impossibile non restare colpiti dal messaggio della storia, soprattutto in quei momenti in cui Zau si mostra molto più vulnerabile di quanto accade solitamente.

Le meccaniche metroidvania diventano dunque un vero e proprio veicolo della storia: non solo ci permettono di diventare sempre più forti, ma vengono utilizzate anche per mostrare l'evoluzione del protagonista, che acquisisce anche l'esperienza necessaria nel suo viaggio per capire ciò che è davvero necessario.

Maschere danzanti

Passando invece alle meccaniche di gioco vere e proprie, come anticipavamo in precedenza potremo scambiare a piacimento le due maschere di gioco in base alle nostre esigenze.

Con i poteri della Luna saremo in grado di tenere a distanza i nemici con i proiettili e perfino congelarli, non appena avremo sbloccato un determinato potenziamento; con i poteri del Sole, invece, ci scateneremo con attacchi più potenti e a distanza ravvicinata.

Questa è quella che il gioco definisce la "Danza degli Sciamani": cambiare continuamente poteri per gestire ogni minaccia incombente.

Sfortunatamente, la scarsa intelligenza dei nemici annulla in buona parte le intenzioni degli sviluppatori: nella nostra prova abbiamo utilizzato quasi esclusivamente i poteri a distanza senza subire vere penalità.

Il gameplay di Tales of Kenzera: ZAU è semplice ed accessibile, ma allo stesso tempo non è molto profondo.
Dopo aver sbloccato determinati potenziamenti nell'apposito albero delle abilità, è infatti possibile tenere sostanzialmente bloccate anche le orde di nemici, senza che possano fare nulla per contrastarci.

Considerando che dopo ogni colpo si caricherà anche una speciale barra che, oltre a poter essere utilizzata per le mosse speciali, permette di curare la nostra salute, potete immaginare da soli quanto possa essere facile abusare di queste caratteristiche.

Viceversa, gli attacchi in mischia mettono spesso in pericolo gli utenti, dato che non esiste un sistema di combo particolarmente elaborato: gli attacchi sono semplici stringhe di comandi e non vi è una grande possibilità per personalizzare le proprie mosse.

Un gameplay dunque molto semplice e poco profondo, come purtroppo temevano anche in sede di anteprima, in cui le uniche difficoltà sono subentrate solo in due circostanze: una barra dello scudo specifica che ci costringerà necessariamente a cambiare maschera, oppure vere e proprie orde di nemici in piccole aree con trappole in grado di ucciderci istantaneamente.

Come grandi classici del passato, toccare o anche solo sfiorare uno spuntone è infatti in grado di eliminarci immediatamente: una circostanza che ci ha spesso fatto domandare a cosa servisse una barra della salute, dato che è estremamente difficile che possiate essere sconfitti per mano dei nemici.

Anche i controlli di movimento spesso non sono risultati particolarmente precisi nelle aree a piattaforme, facendoci riscontrare anche qualche piccolo bug in cui siamo stati costretti a fermarci all'istante dopo aver consultato la mappa: nulla che non si possa evitare con un po' di pratica, ma potrebbe volerci un po' di tempo per abituarsi a questo schema.

Un metroidvania adatto a tutti

C'è da dire che, pur trattandosi di un metroidvania semplice e senza troppe pretese, l'esperienza di Tales of Kenzera: ZAU è assolutamente gradevole anche per chi non è particolarmente avvezzo al genere.

La narrazione così toccante, come abbiamo già citato in più occasioni, è sicuramente il vero punto di forza di questa produzione, ma il tutto è accompagnato anche da una direzione artistica ben realizzata e una colonna sonora appositamente ricercata per esaltare l'esperienza di gioco.

La narrazione è sicuramente il vero punto di forza di questo metroidvania.
L'intento degli sviluppatori era infatti quello di omaggiare anche la cultura africana, con paesaggi affascinanti e tracce musicali che contribuiscono a coinvolgere gli utenti nell'atmosfera di gioco.

A differenza di altri metroidvania, anche il backtracking è stato ridotto al minimo indispensabile: questo perché non ci sono tantissimi segreti da scoprire, escluse più che altro alcune sfide secondarie, pensate per chi si sente particolarmente sicuro con le meccaniche platform.

Ciò ha reso Tales of Kenzera ZAU un'esperienza leggera in grado di essere finita in poco tempo: nel nostro caso abbiamo impiegato circa sette ore per arrivare alla sua conclusione, concentrandoci prevalentemente sulla storia principale.

Se vorrete esplorare tutto ciò che il gioco ha da offrire, stimiamo che comunque non impieghereste più di nove-dieci ore per completare il tutto.

Insomma, forse la produzione di Surgent Studios ed EA Originals non verrà ricordata come il miglior metroidvania mai creato, ma trattandosi del primo gioco di questo studio ed essendo stato realizzato per narrare una storia in particolare, possiamo dire che i suoi obiettivi sono stati sicuramente centrati. E di certo non è poco.

Voto Recensione di Tales of Kenzera: ZAU | Recensione


7

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • La narrazione è il suo vero punto di forza

  • Il design dei personaggi e dei paesaggi è azzeccato

  • Colonna sonora molto coinvolgente

Contro

  • I combattimenti non sono mai impegnativi

  • Le meccaniche platform sono spesso imprecise

  • Rigiocabilità quasi inesistente

Commento

Tales of Kenzera: ZAU voleva principalmente farci vivere un modo diverso di affrontare il lutto di una persona cara, sfruttando il videogioco come medium perfetto per veicolare un messaggio e, in buona parte, per aiutare lo stesso autore ad elaborare una scomparsa mai superata del tutto. L'obiettivo è sicuramente riuscito, dato che proprio la narrazione è il punto centrale della nuova produzione targata EA Originals, ma dal lato gameplay appaiono fin da subito evidenti le ingenuità di un team di sviluppo alle prime armi. Ciononostante, il titolo si rivela un metroidvania che ha qualcosa da dire sia a chi non è avvezzo al genere che ai giocatori particolarmente navigati, se interessati al messaggio che gli autori vogliono offrire. Peccato per il fattore rigiocabilità e per la mancanza di un gameplay più profondo o particolarmente elaborato.
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