Street Fighter 6 è stato influenzato dal Covid, come Death Stranding 2

Anche per Street Fighter 6 alcuni contenuti sono stati rivisti pensando all'esperienza della pandemia da Covid-19, come Death Stranding 2.

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a cura di Valentino Cinefra

Staff Writer

Ci sono eventi che, nella storia, impattano inevitabilmente in ogni aspetto della società, come il Covid-19 ha fatto per il mondo dei videogiochi tra Street Fighter 6 e Death Stranding 2.

Il primo capitolo della nuova proprietà intellettuale di Hideo Kojima, che potete ancora recuperare su Amazon al miglior prezzo, d'altronde aveva immaginato un mondo molto simile a quello che abbiamo vissuto nel 2020 in particolare.

Tanto che, in occasione dell'annuncio di Death Stranding 2, l'autore ha rivelato di aver riscritto completamente la storia proprio dopo gli anni più intensi della pandemia da Covid-19.

E se gli effetti della pandemia hanno influenzato anche le famigerate scorte, un problema che però sembra più vicino alla conclusione, anche Street Fighter 6 si è ritrovato ad essere influenzato in qualche modo.

Non per la storia ovviamente perché, sebbene abbia una lore interessante e tanti personaggi, Street Fighter 6 non ha certo una narrazione che riflette sui temi sociali.

Ma, come riporta The Gamer, non significa che Capcom non abbia dovuto ritrovarsi a riflettere sugli effetti della pandemia da Covid-19.

Tra le novità introdotte dal gioco c'è il Battle Hub, un'area social online dove incontrarsi con gli altri giocatori, passare del tempo e fare altre attività non ancora dichiarate. In una struttura che ricorda le vecchie sale giochi.

Un mondo già antico di suo e sempre più disabitato, soprattutto nei periodi di lockdown iniziali dovuti alla pandemia.

Una situazione che ha ispirato Capcom, come racconta il producer Shuhei Matsumoto:

«Soprattutto con il Covid, non ci sono molte opportunità per andare nelle sale giochi e socializzare con i tuoi amici. Quindi, ci siamo chiesti: "e se realizzassimo una versione online di un arcade? Siamo in grado di farlo all'interno di Street Fighter?" Quella era una sfida che volevamo affrontare e ricreare perché siamo cresciuti nell'era del gioco alle sale giochi con i nostri amici, ed è qualcosa di cui conserviamo bei ricordi.»

Il Battle Hub, quindi, non sarebbe paradossalmente esistito senza il Covid-19. Un'area dove, tra le altre cose, si può giocare anche a videogiochi del passato per interno come Final Fight e Street Fighter 2, nei cabinati virtuali presenti all'interno.

Una vera dimostrazione d'affetto da parte di Capcom, per un gioco che finora ci ha mostrato praticamente solo cose buone: queste.

Anche se Capcom, al momento, sembra essersi dimenticata di Xbox, sarà uno scivolone?