Gli strategici a turni restano uno dei generi più divisivi del panorama videoludico: c’è chi li ama e ci spende centinaia di ore, e chi li considera troppo macchinosi. Su questo equilibrio fragile si gioca il futuro di Final Fantasy Tactics: The Ivalice Chronicles (che abbiamo provato), secondo Kazutoyo Maehiro, regista della remaster.
Al Gamescom 2025 ha spiegato che il destino della serie e la possibilità di rivedere nuovi capitoli dipenderanno in larga parte dai risultati commerciali della riedizione.
Maehiro ha parlato senza giri di parole del mercato attuale, osservando che gli RPG strategici offrono esperienze valide ma restano confinati a una base di giocatori ridotta. Non è una questione di qualità, quanto piuttosto di capacità di attrarre un pubblico più ampio in un’epoca in cui dominano titoli rapidi e accessibili.
Questo vale anche per l’Italia, dove i giochi di strategia hanno sempre avuto una nicchia fedele ma ristretta. La sfida per The Ivalice Chronicles sarà quindi doppia: da un lato soddisfare i veterani, dall’altro convincere nuovi giocatori ad avvicinarsi a un genere che richiede pazienza e dedizione.
Un passaggio cruciale delle dichiarazioni di Maehiro riguarda i capitoli portatili Final Fantasy Tactics Advance e Tactics A2. Pur non avendo raggiunto la fama dell’originale, hanno conquistato fan grazie alle loro meccaniche e alle ambientazioni uniche. Il regista ha spiegato che eventuali rimasterizzazioni o sequel dipenderanno direttamente dalle performance della raccolta attuale.
Se The Ivalice Chronicles dovesse andare bene, sarebbe positivo per i fan e dimostrerebbe la vitalità commerciale del genere.
Ha spiegato Maehiro.
Solo numeri convincenti potranno aprire le porte a nuovi episodi o a progetti completamente inediti.
Square Enix ha già sondato il terreno con Triangle Strategy (qui la nostra recensione), che pur senza il marchio Final Fantasy ne condivideva l’impianto ludico. Un esperimento utile a misurare l’interesse verso il genere senza il peso delle aspettative legate a un brand storico.
Maehiro ha anche lasciato intendere possibili sorprese future, citando l’ipotesi di un Dragon Quest Tactics. Un segnale che l’azienda guarda oltre la semplice operazione nostalgia.
Il percorso verso The Ivalice Chronicles non è stato facile: la perdita del codice sorgente originale ha costretto a un lavoro di ricostruzione quasi archeologica, partendo da copie retail e versioni smartphone.
Una difficoltà comune ai giochi anni ’90, che evidenzia l’importanza di preservare il patrimonio digitale. La riuscita di questo processo è un segnale incoraggiante per eventuali progetti futuri legati ai capitoli portatili.