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Pro
- Prende tutti gli elementi dei classici survival horror e li rielabora in maniera ottima.
- Storia dai temi molto interessanti.
- Level design di grande valore.
- Atmosfere incredibili.
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Contro
- Il fatto che documenti e file audio trovati siano fondamentali per la storia non piacerà a tutti.
Il Verdetto di SpazioGames
Informazioni sul prodotto

- Sviluppatore: Bloober Team
- Produttore: Bloober Team
- Piattaforme: XSX , PC , PS5 , SWITCH2
- Generi: Survival Horror
- Data di uscita: 5 settembre 2025
Gli ultimi anni sono stati un periodo davvero prolifico per il genere dei videogiochi horror, e nei prossimi mesi la situazione è destinata a migliorare ulteriormente, con l’arrivo di Silent Hill f, primo capitolo completamente originale della saga dopo moltissimi anni dall’ultimo, e con lo spaventoso Resident Evil Requiem all'inizio dell'anno prossimo. Se siete appassionati di horror, però, oltre ad attendere questi nomi leggendari, vi consigliamo di dare uno sguardo a Cronos: The New Dawn, il nuovo titolo di Bloober Team.
Lo studio polacco, sin dai suoi esordi, si è specializzato nel genere horror, diventando un punto di riferimento per gli appassionati, specialmente dopo l'acclamato remake di Silent Hill 2. Con Cronos: The New Dawn, gli sviluppatori puntano tutto su una loro nuova IP. Il titolo vuole catturare le atmosfere dei vecchi survival horror, dove ogni proiettile era cruciale e dove, oltre ai combattimenti, si dava importanza anche ai puzzle. Già eravamo rimasti stupiti durante la nostra prova a Cracovia, avvenuta poco tempo fa, ma ora, dopo aver trascorso molte ore terrificanti in compagnia di Cronos, siamo pronti a raccontarvi perché Bloober Team ha fatto centro un’altra volta.
Orrori fuori dal tempo
L’umanità è estinta, il mondo è piagato da anomalie spazio-temporali e tutto sembra ormai irrecuperabile; questo è quanto ci lascia intendere l’inizio di Cronos: The New Dawn. Eppure abbiamo ancora una missione, estrarre le “essenze” di alcune persone speciali tornando indietro nel tempo, proprio poco prima della catastrofe avvenuta nel 1981.
Nel gioco noi interpretiamo la Viaggiatrice, identificata dal codice ND-3576, una donna di cui non sappiamo nemmeno se ha un passato, rivestita di una pesante tuta metallica dall’estetica che ricorda un po’ la fantascienza anni ’50, un mix tra astronauta e palombaro, e armata di uno speciale strumento in grado di trasformarsi in varie armi o oggetti diversi. La nostra prima missione sarà quella di proseguire dove un altro viaggiatore ha fallito per ordine della misteriosa Collettività, un’organizzazione a cui la nostra protagonista e gli altri Viaggiatori fanno capo e il cui scopo sembra quello di voler salvare le essenze di alcuni umani del passato per un apparente piano di salvezza di cui non conosciamo i dettagli.
Così dovremo addentrarci in una cittadina polacca chiamata New Dawn – e ispirata al quartiere Nowa Huta di Cracovia – ormai fuori dal tempo e in preda alla distruzione, rimasta all’estetica del socialismo anni ’80, abitata soltanto da orrori mutanti e rivoltanti costrutti di carne che permeano gran parte degli ambienti. Questo è infatti quel che rimane dell’umanità: creature senza ormai un senno in grado di fondersi tra loro per assumere forme sempre più mostruose e pericolose.
Queste le intriganti premesse narrative di Cronos: The New Dawn, un’opera che ha saputo sorprenderci più volte grazie a diversi colpi di scena davvero ben strutturati. Quanto raccontato da Bloober Team ci ha spesso emozionato e a volte confuso, dato che gli elementi importanti per capire il racconto nella sua interezza sono tanti e a volte piuttosto criptici, forse volutamente, per far ragionare i fan e spingerli a trovare e sviscerare ogni documento o audio sparso nel gioco. Infatti numerosi dettagli legati agli eventi e ai personaggi che incontreremo sono raccontati tramite lettere, note e registrazioni che troveremo sparse per i vari livelli. Sono davvero molti e soprattutto scritti in modo da fornire sempre qualche piccola informazione al giocatore.
Questo approccio probabilmente non piacerà a tutti, visto che per mettere insieme i pezzi della storia sarà necessaria una certa volontà, leggendo e rileggendo quanto appreso durante l'avventura per capire ogni dettaglio.
Il gioco ha anche una discreta longevità, 15-20 ore circa per la prima run, ma invoglia poi a essere rigiocato sia per scoprire i segreti non trovati nella prima partita che per vedere alcune differenze di trama legate a diverse scelte che sarà possibile prendere. Da quanto abbiamo visto ci sono almeno due possibili finali, che dipendono da una scelta compiuta alla fine, e probabilmente anche un terzo, che avrà bisogno di determinate condizioni per essere sbloccato.
Giunti ai titoli di coda ci siamo ritenuti soddisfatti di quanto Cronos: The New Dawn ha voluto raccontarci; si tratta infatti di una storia che mette al centro un periodo importante per la storia della Polonia e ne analizza l’eredità ancora oggi presente nel paese. Allo stesso tempo affronta anche alcuni temi più universali e attuali, incarnandoli come metafore in alcuni personaggi. Un comparto narrativo dunque valido, specialmente per le sue chiavi di lettura, con l’unica pecca di essere troppo criptico in alcuni elementi dell’intreccio.
L’essenza del survival horror
Con Cronos: The New Dawn, Bloober Team vuole creare il suo survival horror riprendendo una struttura molto simile ai primi Resident Evil e Silent Hill, con anche un po’ di Dead Space. Eppure non pensiate che il titolo sia un semplice clone, perché Cronos ha carattere da vendere e potrebbe diventare in futuro una nuova importante IP per il team polacco.
Sin dagli inizi capirete quanto ogni singolo proiettile sia importante, perché le risorse sono limitate e basta uno scontro con molteplici nemici per passare da uno stato in cui vi sentite sicuri di voi e pieni di risorse tra proiettili e cure, al ritrovarsi mezzi morti, senza cure e con pochi colpi in canna. Fortunatamente, rispetto alla nostra prova fatta in Polonia, il gioco ha fatto passi da gigante in fatto di ottimizzazione e bilanciamento.
Le cose che non ci avevano convinto nell’anteprima, ossia il fatto che gli oggetti trovati nelle ambientazioni fossero random e la problematica dei salvataggi automatici troppo rari, sono stati corretti. Gli oggetti che troveremo sparsi nelle mappe sono sempre casuali, ma ora c’è una certa consapevolezza nella loro distribuzione, tanto che in tutto il gioco non ci siamo trovati nemmeno una volta completamente a corto di munizioni, ovviamente stando attenti a non sprecarle, il che rende l’esperienza più godibile.
Oltre alla continua ricerca di risorse, non mancano ovviamente i nemici da affrontare, che saranno parecchio numerosi e, soprattutto, a differenza di altri titoli simili, nella maggior parte dei casi si sarà costretti ad affrontarli, dato che questi vi inseguiranno in capo al mondo e difficilmente li seminerete prima di incontrare una barriera che impedisca loro di raggiungervi. Gli Orfani, questo il nome delle creature nate dalla fusione di corpi e ammassi di carne una volta umani, si dividono in diverse tipologie: alcuni sono semplici umanoidi, altri, più mostruosi, sono in grado di allungare i propri tentacoli; ci saranno poi varianti in grado di arrampicarsi sui muri sparando acido dalla bocca e altre enormi e molto più coriacee della media.
La varietà di base dei nemici non è altissima, ma è qui che entra in gioco la feature più interessante di Cronos: i nemici possono fondersi con i cadaveri dei loro simili lasciati a terra, assumendo forme più pericolose e resistenti – oltre che rivoltanti alla vista. Per questo la priorità numero uno in combattimento è quella di evitare che si fondano, per non rendere la battaglia più ostica di quanto spesso già non sia.
Per riuscire ad avere la meglio su queste creature avremo a disposizione una certa varietà di strumenti distruttivi, tra armi da fuoco ed esplosivi. Di base avremo una pistola, un mitragliatore e un fucile a pompa, di cui sarà possibile trovare delle varianti lungo il gioco. Ogni arma avrà poi una modalità di fuoco alternativa, solitamente caricata, che infliggerà più danni a discapito della lentezza nel fare fuoco. Avremo poi una speciale bomba che, una volta innescata, lancerà fiamme tutto intorno a noi: fondamentale per bruciare i cadaveri dei nemici e rendere impossibili le fusioni, oltre che per stordire temporaneamente le creature anche mentre ci stanno attaccando. Ce ne sarà infine una variante più potente, chiamata Pira, che sarà una vera e propria bomba infuocata di prossimità da agganciare sulle superfici o sui nemici stessi.
I combattimenti di Cronos sono ben fatti, soprattutto perché riescono a trovare la propria dimensione, risultando sempre equi e mai sbilanciati. I ritmi infatti sono piuttosto lenti e ben ponderati, in primis a causa della scarsa mobilità del nostro personaggio, inserito in un grosso scafandro di metallo ambulante. Anche i nemici non saranno dunque troppo agili, così da lasciarci il tempo di respirare o mirare: potremo sparare e riposizionarci con calma senza che ci mettano troppa pressione o rendano impossibile queste azioni, anche quando ci troveremo ad affrontarne quattro o cinque alla volta.
L’altro avversario che vi ritroverete ad affrontare costantemente per tutto il gioco è lo spazio dell’inventario. Proprio come nei vecchi Resident Evil, vi ritroverete con pochissimi slot in cui dovrete far convivere armi e relativi proiettili, cure e oggetti fondamentali per proseguire, come chiavi e carte d’accesso. Ci siamo dunque ritrovati spesso a fare avanti e indietro dalle aree safe del gioco, dove è contenuto un comodo magazzino in cui tenere tutti gli oggetti trovati. Ciò ci introduce a un’altra meccanica del gioco: il sistema di potenziamento.
Questo è molto semplice. Sempre nelle safe zone troveremo un macchinario che ci permetterà di potenziare sia la tuta che le armi della Viaggiatrice. La tuta e gli strumenti, come la bomba incendiaria, richiederanno nuclei da trovare sparsi nei livelli per essere potenziate: in questo modo potremo accrescerne la resistenza ai colpi e aumentare gli slot dell’inventario. Le armi invece richiederanno l’Energia, che fortunatamente è possibile immagazzinare all’infinito e si troverà facilmente sparsa nelle aree. Questa servirà anche per comprare risorse come proiettili, cure e anche gli ingredienti per il crafting.
Cronos è dunque un survival horror che, tolta l’interessante meccanica della fusione dei nemici, non inventa nulla, ma fa tutto davvero bene e ogni parte del suo sistema combacia perfettamente con le altre. Anche le boss battle sono molto ben fatte: alcune sono più ispirate di altre e ricalcano bene le tipiche boss battle da survival horror, con anche dei guizzi di originalità specialmente nelle fasi finali.
La forza dell’atmosfera
L’elemento che più ci ha affascinato di Cronos: The New Dawn sono le sue atmosfere. Il titolo alterna passato e presente con ambientazioni e architetture appartenenti all’epoca del socialismo tra anni ’70 e ’80, in cui risaltano gli edifici austeri del periodo brutalista di quell’epoca, che emana un senso di controllo sul popolo percepibile nel gioco anche per via della narrativa. A questo però vanno ad aggiungersi gli orrori che si celano all’interno di tali strutture, per realizzare le quali Bloober Team ha preso a piene mani dalla classifica dei luoghi più inquietanti in cui ambientare un horror.
Ci ritroveremo infatti ad esplorare ospedali, i sotterranei della metropolitana e persino un’abbazia con cimitero incluso. Molto affascinante poi l’acciaieria, ispirata a quella realmente esistente di Nowa Huta. L’avevamo visitata dal vivo nella nostra anteprima di un paio di mesi fa e, visitandola nuovamente nel gioco, ci siamo resi conto di quanto gli sviluppatori siano stati attenti a riprodurla in maniera alquanto fedele all'interno del titolo.
Cronos dunque sa come far spaventare, anche semplicemente creando la giusta atmosfera, tra luci e ombre poste in modo tattico, un sound design eccellente fatto di rumori inquietanti in lontananza e un’ottima alternanza tra silenzi e musiche inserite per far aumentare la tensione. Avrete paura ancor prima di incontrare qualche mostro e, nonostante siano presenti, anche i jump scare non saranno poi così abusati.
Eccellente poi il level design, che anche in questo caso prende ispirazione dai classici del survival horror come i primi Resident Evil e Silent Hill e lo ripropone in chiave più moderna. Le aree sono infatti composte da mappe piuttosto complesse e ben elaborate, alcune persino labirintiche da esplorare, ma mai troppo confusionarie. Ci sono poi molte zone opzionali, spesso rese invalicabili dalla mancanza di una chiave o uno strumento specifico per potervi accedere, ma quasi sempre varrà la pena visitarle, per ottenere risorse varie, oggetti per il potenziamento e persino nuove armi segrete.
Non mancheranno anche diversi enigmi ben congegnati (sempre per restare fedeli ai capostipiti del genere), tra quelli ambientali, legati all’utilizzo di alcuni strumenti che troveremo, ad esempio un raggio per manipolare le anomalie temporali così da poter aggiustare strade distrutte o usare delle grandi rocce come ascensore. Ci sarà poi la possibilità di utilizzare delle speciali scarpe magnetiche per muoversi in alcune zone molto speciali, potendo persino camminare a testa in giù. Non mancheranno inoltre i classici enigmi basati sulla logica, in cui magari dovremo comprendere quale sia il codice di una cassaforte o di una particolare porta.
Ogni livello da cui Cronos è composto è davvero un bel mix di esplorazione, enigmi e combattimenti e sarà sempre un piacere da esplorare, al netto degli enormi spaventi che ci siamo presi. Sempre rimanendo in tema di classici survival horror, finita l’avventura avremo anche una valutazione, in maniera molto simile a quanto accadeva nei capitoli classici di Resident Evil, dove verranno segnalati il numero di morti, di salvataggi compiuti e di nemici uccisi o lasciati fondere; altro punto che dimostra quanto l’influenza dei vecchi survival horror sia stata importante nella creazione di Cronos: The New Dawn.
Alla fine, inoltre, verrà sbloccata anche una modalità Nuova Partita+ e la modalità Difficile, per chi vorrà sfidare il gioco nuovamente e magari anche provare a migliorare la propria valutazione.
Chiudiamo con il comparto tecnico, che si dimostra davvero eccellente, anche se un gradino sotto a quanto visto con Silent Hill 2. Noi abbiamo giocato Cronos: The New Dawn su una normale PS5, dove è disponibile sia la modalità qualità che quella prestazioni. Entrambe funzionano benissimo, ma in questo caso abbiamo preferito affrontare gran parte dell’avventura in modalità qualità, poiché i 30 fps erano più che sufficienti per i combattimenti del gioco, dai ritmi non frenetici, e soprattutto perché valorizzava moltissimo l’atmosfera horror dei vari livelli.
Non abbiamo riscontrato nessun bug o problema di frame rate durante la nostra partita, al massimo solo un singolo crash in tutto il gioco, cosa che può capitare in qualunque titolo ormai. Anche la colonna sonora riesce ad adattarsi bene all’atmosfera, enfatizzando i momenti più spaventosi e accompagnando perfettamente quelli più drammatici.