C'è un futuro per le console? Ex dirigente EA dubbioso: «cosa potrà mai fare PS6 in più di PS5?»

Peter Moore, figura storica dell'industria videoludica, non è sicuro che ci sia un futuro radioso per le console, considerando i segnali del mercato.

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

Non è esattamente un periodo di facile lettura, per l'industria dei videogiochi. Complice anche la pandemia, con la crisi dei semiconduttori e tutte le incertezze geopolitiche mondiali che hanno complicato le cose, diciamo che l'attuale generazione di console iniziata nel 2020 non è riuscita a segnare quello stacco netto e quei momenti di indimenticabilità che molti avrebbero voluto.

Sony ha già confermato che PS5 sta entrando nella seconda metà del suo ciclo vitale, mentre non è un segreto che le console Xbox vendano meno - con il focus di Microsoft che è però dirottato più sul suo abbonamento, Game Pass, che sulla base installata della console in sé. 

Nintendo, invece, vive in una grande nicchia tutta sua, dove Switch potrebbe presto essere seguita da una nuova erede, considerando che ha superato i sette anni di vita, con la consapevolezza che quello che si gioca su Switch, di solito, non si trova su altre piattaforme.

Ma vale ancora lo stesso per le altre console?

Intervistato da IGN USA, il veterano dell'industria Peter Moore non ne è sicurissimo. Noto per i suoi tanti incarichi di responsabilità, che lo hanno visto alla guida di EA Sports, ma anche coinvolto nei lanci di Dreamcast e di Xbox 360, Moore ha ragionato sul potere d'acquisto dei consumatori, sui tanti licenziamenti e anche su come un possibile maggior coinvolgimento delle IA nei cicli di sviluppo potrebbero avere un impatto sull'industria così come la conosciamo

C'è futuro per le console?

Il punto chiave e la domanda che tutti i produttori di console devono farsi, ora, «a Redmond, a Tokyo e a Kyoto» - sottolinea Moore - è se sono pronti ad assorbire miliardi di perdite, perché è questo che comporta il lancio di un nuovo hardware da gioco.

«Tutti stanno lavorando su questo ora come ora, perché quando inizia una nuova generazione devi essere pronto ad assorbire miliardi di dollari di perdite. E questa industria, considerando i licenziamenti e tutto quello che stiamo vivendo in questo momento, è pronta ad affrontarlo? pensate a Sony che licenzia 900 persone - molte delle quali qua in Regno Unito. Le mie due figlie maggiori lavorano per EA, loro sono a posto, ma si guardano le spalle di continuo» ha ammesso Moore.

«Che cosa potrà fare PS6 che non era già possibile su PS5?».
La domanda chiave è quindi capire se sviluppare ancora nuove console, per Moore, e anche capire quale sarà l'approccio con la sempre maggior popolarità dei modelli di IA generativa (che, ricordiamo, in realtà in ambiente di sviluppo non sono una novità, come ci siamo fatti spiegare da un game designer).

«Queste compagnie sono intenzionate a fare un altro round multimiliardario? E in quello stesso momento, si devono preparare a un altro ciclo in cui i giocatori potrebbero non sposare la console e dire semplicemente - sai cosa? Non ne ho bisogno, i tempi sono duri, ho già il mio telefono, mi godo quello che ho sul mio telefono, lì ci sono così tanti giochi che posso giocare».

E, per  gli utenti che non dovessero sentirsi a loro agio a giocare con lo smartphone, ci sono i computer a rendere più difficile in tempi come questi pensare di spendere i propri soldi su una console - considerando che è una macchina pensata specificamente per giocare, al contrario delle altre citate.

«Ho anche il mio PC e il mio Mac, posso farci quello che mi pare. Ho davvero bisogno di spendere, che ne so, $500 o $600, in un cosiddetto pezzo di hardware che mi permette solo di giocare giochi? Sia le compagnie che i giocatori si staranno ponendo questa domanda».

Balzo generazionale

Anche ai tempi del lancio di Xbox 360, confida Moore, ci si poneva domande di questo tipo, perché immaginando un ciclo vitale di cinque, sei o sette anni bisognava capire dove sarebbero arrivate le tecnologie in quell'intervallo di tempo.

Da allora, sappiamo che i cambiamenti migliorativi, soprattutto in aspetti come potenza di calcolo e di connessione, sono stati notevoli. Ma ora i salti (come abbiamo già visto con questa generazione) possono essere molto più ridotti, rendendo attuale il domandarsi se e per quanto possa rimanere spazio per un mercato di console domestiche.

«Che cosa è che la PlayStation 6 potrà fare che invece non era possibile per la PS5, per convincere gli utenti di PS5 a comprarla? E vale lo stesso per Xbox, lo stesso per Switch, no? Dio non voglia che siano solo miglioramenti incrementali. Penso che anche le compagnie ci stiano pensando: che cosa possiamo fare per estendere il ciclo vitale?».

«Se sei Microsoft, e sei Phil Spencer, hai Satya Nadella che viene da te e ti dice 'ok, qual è il futuro in questo campo, come si posiziona nella nostra più ampia strategia cloud che coinvolge Azure, o con l'IA? Che cosa faremo con lo sviluppo di videogiochi tramite AI? Come renderemo i nostri giochi più economici, più veloci nello sviluppo, con meno persone?' Sono queste, le domande che stanno venendo poste in questo momento» ha concluso Moore.