Il single-player non è morto, e lo dice il publisher di GTA Online

Una dichiarazione sorprendente, ma non troppo

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a cura di Paolo Sirio

In tanti, specialmente dalla metà del ciclo vitale di PS3 e Xbox 360, hanno messo in dubbio le capacità di sopravvivenza dei giochi single-player in un'industria che si stava affacciando prepotentemente sul mondo online.

Le vendite dei titoli PS4 e Xbox One, come ad esempio le esclusive PlayStation, hanno smentito col tempo questa narrazione, ed è l'industria stessa che se ne è resa conto e ha cominciato a tentare di far convivere le due anime del gaming.

Un parere interessante arriva dal publisher di GTA Online, Take-Two Interactive (proprietaria di Rockstar Games), che ha fornito un commento dopo aver sciorinato gli ultimi, incredibili numeri del quinto capitolo della saga crime open world.

«C'era una discussione giusto un paio di anni fa, non qui, non in questo negozio, ma negli uffici di alcuni dei nostri competitor, riguardo al fatto che il single-player fosse morto, che adesso fosse tutta una questione di multiplayer», ha spiegato il CEO Strauss Zelnick.

«Non credevamo fosse così, lo dissi specificamente e pubblicamente che non lo credevamo, le nostre etichette non credono sia così».

Zelnick fa molto leva sul fatto che Rockstar Games abbia un output capace di servire entrambi i pubblici, single-player e multiplayer, e che tutti i suoi altri team siano specializzati in un campo o in un altro, creando nel proprio catalogo un grande equilibrio.

La stessa Rockstar aveva specificato in tempi non sospetti di non avere alcuna intenzione di lasciare l'ambito dei prodotti single-player.

«Forniamo una gamma di esperienze che vanno dal mobile hyper casual alle più complesse, le più robuste, esperienze single-player e multiplayer.

E intendiamo continuare a farlo».

Una dichiarazione d'intenti importante in un momento storico in cui gli incassi derivanti dal multiplayer e dalle microtransazioni superano di gran lunga quelli delle produzioni story-driven.

Una dichiarazione che arriva da uno dei primi player ad aver spinto per gli 80 euro come nuovo pricing per i videogiochi next-gen, che a suo dire non avrebbero avuto un impatto negativo sulle vendite.

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