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Hercule Poirot: The London Case | Recensione - Giallo a Londra

Il detective Poirot torna nel mondo videoludico con il nuovo The London Case, che racconta le sue inedite avventure di gioventù: vediamone la recensione.

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a cura di Silvio Mazzitelli

Redattore

In sintesi

  • Un'avventura grafica investigativa migliore del capitolo precedente, soprattutto lato gameplay
  • La storia inedita raccontata dagli sviluppatori di Blazing Griffin riesce a far calare nelle atmosfere dei libri di Agatha Christie
  • Alcuni potrebbero trovare il gioco troppo facile e guidato

Informazioni sul prodotto

Immagine di Agatha Christie - Hercule Poirot: The London Case
Agatha Christie - Hercule Poirot: The London Case
  • Sviluppatore: Blazing Griffin
  • Produttore: Microids
  • Distributore: Microids
  • Testato su: PS5
  • Piattaforme: PC , SWITCH , PS4 , PS5 , XSX , XONE
  • Generi: Avventura
  • Data di uscita: 29 agosto 2023

Ci sono dei personaggi immortali che hanno fatto la storia di un genere, talmente seminali da aver trasceso il proprio medium d’origine incarnandosi in altre mille forme, allo stesso tempo ispirando molti altri autori nelle loro creazioni. Uno di questi è senza alcun dubbio il detective Hercule Poirot, nato dalla penna della geniale scrittrice Agatha Christie.

Il primo romanzo con protagonista il famoso detective belga risale al 1920, in un’epoca in cui la sua stessa creatrice non poteva nemmeno lontanamente immaginare che un secolo dopo avremmo visto Poirot protagonista di una serie di videogiochi. In questi giorni esce infatti Agatha Christie – Hercule Poirot: The London Case, secondo gioco di una serie creata dagli sviluppatori scozzesi di Blazing Griffin e pubblicata da Microids.

Un paio di mesi fa avevamo avuto occasione di andare a Glasgow per parlare proprio di The London Case con gli sviluppatori nella sede di Blazing Griffin. In quell'occasione, oltre a provare il gioco, avevamo potuto dare un’occhiata al dietro le quinte del suo processo di sviluppo e, in particolar modo, avevamo discusso di quanto fosse stato complesso per gli sviluppatori scrivere una storia inedita sul celebre detective.

Sia il primo titolo, Hercule Poirot: The First Cases, che The London Case infatti non sono adattamenti dei romanzi di Agatha Christie, ma immaginano le avventure di un giovane Poirot alle prese con delitti e misteri inediti. Il tutto è stato fatto con grande rispetto per il materiale originale dei libri e con la collaborazione e supervisione dell’Agatha Christie Limited, ente che gestisce i diritti dei personaggi della scrittrice.

D’altronde, il personaggio di Poirot non ha mai perso popolarità nel corso del tempo e in questi anni in particolare si assiste a un rinnovato interesse nei suoi confronti, anche grazie all’uscita dei film diretti dal celebre Kenneth Branagh – in cui è lo stesso regista a vestire i panni di Poirot. A breve arriverà al cinema la terza pellicola della serie: Assassinio a Venezia.

Per quanto ci riguarda, dopo aver affrontato la nuova e inedita avventura videoludica del detective, vi raccontiamo se questo The London Case sia riuscito a farci rivivere le classiche atmosfere dei libri di Agatha Christie.

Omicidio nel cuore di Londra

Il primo capitolo della serie, Hercule Poirot: The First Cases, uscito nel 2021, aveva convinto molti appassionati per l’ottima narrativa e la fedeltà al personaggio di Poirot, mostrato in una veste inedita, agli inizi della sua carriera, nonostante una certa semplicità generale del titolo. Questo, nel 2022, riuscì anche a vincere un prestigioso premio ai BAFTA come Scotland’s Best Game e, poco dopo, per le avventure del giovane Poirot venne confermato un seguito.

Hercule Poirot: The London Case (potete già trovarlo su Amazon) è ambientato in un momento non meglio precisato della vita del detective, dopo gli eventi svoltisi nel primo gioco. Poirot viene ingaggiato dalla compagnia assicurativa Lloyd’s of London per proteggere un famoso dipinto raffigurante Maria Maddalena nel suo viaggio verso un prestigioso museo di Londra in occasione di una mostra.

Sulla nave che trasporta l'opera, il nostro detective farà la conoscenza di Arthur Hastings, che i fan dei libri conosceranno bene per essere uno storico assistente di Poirot in moltissimi casi. Qui lo incontriamo come dipendente della compagnia di assicurazioni legata al quadro.

Giunti a Londra, proprio il giorno dell’inaugurazione della mostra, il dipinto viene rubato misteriosamente, ma quel che è peggio è che presto il detective Poirot si ritroverà a indagare non soltanto sulla scomparsa del quadro, ma anche su un caso di omicidio.

La storia narrata, pur essendo del tutto originale, vuole mantenersi fedele a quelle dell'universo di Poirot.
Anche in questo titolo verrà presentato un nutrito cast di personaggi, tutti legati, in un modo o nell’altro, ai misteriosi casi della scomparsa del quadro e dell’omicidio. Nel pieno stile dei romanzi di Agatha Christie, però, le apparenze inganneranno e ognuno dei comprimari avrà diversi oscuri segreti da celare all’acuta vista del nostro detective.

La struttura narrativa di Hercule Poirot: The London Case, se paragonata direttamente al primo capitolo, funziona meglio in alcuni aspetti e peggio in altri. Il cast di personaggi è molto vario e interessante, ma una volta che tutti i nodi verranno al pettine ci si renderà conto che molti di loro sono poco approfonditi e meno importanti rispetto ad altri, con legami piuttosto deboli con il caso (una figura in particolare ci ha deluso, perché presentata come un personaggio misterioso e potenzialmente fondamentale, quando in realtà, in conclusione, il suo ruolo sì è rivelato piuttosto marginale).

In definitiva, di fronte al quadro completo dei legami e delle complicità tra i personaggi, il cast del primo capitolo funzionava molto meglio.

Ciò non vuol comunque dire che in questo seguito non ci siano personaggi ben fatti, a iniziare dall’ottima rappresentazione di Hastings, che seguirà Poirot nelle sue indagini come un fedele assistente.

Ci sarà anche il ritorno di Zakariya Demir, personaggio già apparso nel precedente gioco e anche l’unico collegamento con questo. L’uomo è un gradito ritorno, con i suoi consigli e le sfide proposte all’orgoglioso detective. Troveremo poi un altro paio di personaggi molto interessanti, di cui non vogliamo svelarvi altro per non rovinarvi la sorpresa.

Il titolo, a nostro avviso, riesce a rendere meglio, rispetto al primo gioco, l’orchestrazione del mistero dietro al trafugamento del quadro e al delitto, con alcuni colpi di scena inaspettati e ben fatti. Sicuramente un punto importante per una storia che fa di questi elementi il suo fulcro, come ogni buon giallo che si rispetti.

In definitiva, il team di Blazing Griffin ha confezionato una buona storia in pieno stile romanzo giallo, che invoglia il giocatore a proseguire fino allo scorrere dei titoli di coda, raggiungibili in otto-dieci ore, a seconda del tempo impiegato per risolvere enigmi e formulare deduzioni.

Il pregio principale del lavoro svolto dagli sviluppatori scozzesi risiede nelle atmosfere e nella resa dei personaggi, tutti perfettamente in linea con i toni tipici dei romanzi di Agatha Christie. Poirot stesso, in particolare, è reso davvero bene, sia nei dialoghi che nella sua caratterizzazione generale.

Il detective perfetto

Calarsi nei panni del detective belga in Hercule Poirot: The London Case è come entrare dentro uno dei romanzi gialli di cui il personaggio è protagonista. La struttura è rimasta a grandi linee uguale a quella del primo capitolo: ci troviamo di fronte a un’avventura investigativa punta e clicca, dove l'accento viene posto soprattutto sulla narrativa e la risoluzione dei casi piuttosto che sull’esplorazione.

Rispetto al primo capitolo, ambientato quasi completamente in una grande magione durante una violenta bufera di neve, The London Case permette di variare molto di più tra le location: infatti Poirot, insieme al suo fido collega e amico Hastings, indagherà in varie zone della città di Londra, anche se non c’è da aspettarsi un'enorme libertà.

Se infatti avremo, rispetto al precedente capitolo, una maggior possibilità di esplorazione, le aree rimarranno comunque contenute e spesso limitate o non accessibili in alcuni capitoli, proprio perché il gioco vuole dare enfasi alla storia, facendo perdere al giocatore meno tempo possibile con del backtracking non richiesto o con dei dialoghi superflui al fine delle indagini.

Una scelta che, a nostro avviso, premia il ritmo del titolo, che si ritrova così a non avere quasi mai tempi morti, a meno che non ci si blocchi con uno degli enigmi del gioco, che in genere sono però piuttosto semplici.

La meccanica principale del gioco è legata alle mappe mentali con relative deduzioni annesse. In ognuno dei nove capitoli che compongono il titolo ci sarà una mappa mentale che rappresenterà i vari pensieri di Poirot sul caso. Man mano che scopriremo indizi, si aggiungeranno nuove voci a questa mappa mentale e il nostro compito sarà quello di collegarle tra loro con le deduzioni.

Il gioco stesso ci dirà quando sarà possibile fare delle deduzioni, con un numero che starà a simboleggiare quante di queste saranno presenti in una mappa mentale. Basterà dunque collegare due voci per crearne una nuova, se la deduzione sarà corretta.

Il procedimento è molto semplice e nella maggior parte dei casi le deduzioni sono molto intuitive. Ad ogni modo, non ci saranno penalità per gli errori – anzi, è presente un’opzione che, dopo diversi sbagli, evidenzierà quali sono le voci da legare tra loro. Ovviamente, chi vuole una sfida più impegnativa potrà anche disattivare quest’opzione.

Ci saranno anche alcune novità nel gameplay. Innanzitutto sono stati eliminati i dialoghi presenti nel primo capitolo, in cui bisognava superare le difese mentali degli indiziati selezionando la risposta giusta, mentre in compenso sono state inserite altre meccaniche, che risultano anche più interessanti.

Non è possibile fare deduzioni sbagliate e questo potrebbe scontentare chi si aspettava una buona sfida a colpi di deduzione.
In questo titolo sono finalmente presenti un inventario e la possibilità di utilizzare gli oggetti durante le indagini, per farli interagire sia con i personaggi che con altri oggetti dello scenario – meccanica in realtà alla base di molti punta e clicca, ma non presente nel precedente capitolo.

Si potrà poi indagare in prima persona su alcune aree specifiche dello scenario, per una maggiore immersione nelle indagini, e osservare alcuni oggetti riprodotti in formato tridimensionale così da carpire eventuali indizi.

La presenza di Hastings non sarà importante solo per la trama, ma parlare con lui sarà utile anche per ricapitolare meglio quanto scoperto fino a un determinato momento, evidenziando le prove, selezionabili tra quelle rinvenute, per confermare le tesi elaborate da Poirot sul caso.

Saranno poi presenti molti enigmi da risolvere, molti di più rispetto al precedente capitolo, legati soprattutto alla ricerca delle combinazioni di casseforti. Questi garantiranno una maggior sfida e doneranno varietà alle indagini, ma senza essere mai realmente troppo complessi o elaborati.

Hercule Poirot: The London Case (lo trovate in tutte le sue versioni su Amazon) è insomma un gioco molto guidato, che sacrifica la difficoltà per il bene della scorrevolezza della narrazione, proprio per dare ai giocatori l’impressione di trovarsi dentro una storia in cui interpretano Poirot, sia essa letteraria o cinematografica.

Bloccarsi è impossibile e sbagliare non porta a conseguenze, anche quando si faranno deduzioni cruciali nei dialoghi con gli indiziati: se si commetterà un errore, Poirot dirà semplicemente che quell’opzione non è corretta e permetterà al giocatore di riprovare finché non troverà la risposta giusta.

Questo aspetto non piacerà a tutti, ma è evidente che il focus principale del titolo non è quello di essere come le vecchie avventure punta e clicca, in cui era facile bloccarsi anche per giorni (quando ancora non esistevano le guide su internet) alla ricerca di una soluzione.

Il gioco vuole essere un’avventura investigativa accessibile a tutti, in grado di offrire un po’ di sfida, tra enigmi e deduzioni, ma senza esagerare, in modo che anche chi non è molto pratico del genere possa arrivare senza troppi problemi alla conclusione della storia. I giocatori che prediligono un approccio più hardcore probabilmente non apprezzeranno queste scelte di design, ma è chiaro che The London Case non sia pensato per loro.

Dal punto di vista tecnico, il gioco non è nulla di sbalorditivo. Buona l’art direction e migliorate molto le ambientazioni rispetto al precedente capitolo, ambientazioni che presentano anche dei buoni effetti di luci e di ombre, ma i modelli tridimensionali dei personaggi non sono nulla di speciale.

Soprattutto durante i dialoghi le animazioni sono da rivedere – infatti, i personaggi restano spesso immobili senza nemmeno muovere le labbra, o le loro espressioni risultano strane e innaturali. Sarebbe anche utile poter accelerare la camminata di Poirot durante le fasi investigative, dato che il nostro beniamino non potrà correre o velocizzare il passo, cosa che a volte risulterà un po’ tediosa.

Molto buono invece il doppiaggio inglese, soprattutto la voce di Poirot, che riesce a rendere bene il carattere del protagonista.

Voto Recensione di Hercule Poirot: The London Case | Recensione


7.6

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • Aggiunte al gameplay che ampliano le possibilità investigative di Poirot

  • Molto fedele al materiale d'origine, in particolare per la resa di Poirot stesso

  • Storia avvincente nei suoi misteri...

Contro

  • ...ma non tutti i personaggi del ricco cast funzionano come dovrebbero

  • Le animazioni dei personaggi, soprattutto durante i dialoghi, sono da rivedere

  • Non adatto a chi desidera un'avventura grafica impegnativa

Commento

Il secondo capitolo della serie dedicata al detective belga creata da Blazing Griffin riprende la formula originale e la migliora in diversi aspetti, soprattutto legati al gameplay, con l’aggiunta di maggiori opzioni per utilizzare le deduzioni e di nuovi enigmi, possibili grazie all’introduzione di un inventario. 
Il fulcro principale di Hercule Poirot: The London Case resta la narrativa, che presenta un cast di personaggi meno riuscito rispetto a quelli del suo predecessore, ma che in compenso orchestra un mistero da risolvere molto più accattivante. La presenza di Hastings come assistente di Poirot è invece un valore aggiunto non da poco. 
The London Case rimane, come il primo capitolo, un titolo molto semplice da completare per via di una quasi totale assenza di sfida – una scelta voluta presumibilmente per dare più enfasi alla trama, che fila sempre liscia senza tempi morti, in modo da far sentire i giocatori all’interno di una delle grandi storie del detective Poirot.
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