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Il mondo dei videogiochi sta cambiando, e non solo con Google Stadia

La GDC è stata foriera di novità e ci ha dimostrato come il mondo del Gaming sia più in fermento di quanto immaginassimo, non solo per Google Stadia.

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Avatar di Valentino Cinefra

a cura di Valentino Cinefra

Ex Staff Writer

Pubblicato il 22/03/2019 alle 09:40
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Il Verdetto di SpazioGames

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La GDC 2019 sta rivelando molte informazioni su quello che sarà il futuro prossimo del mercato videoludico. Streaming, nuove tecnologie, esclusive e movimenti di mercato impensabili. Che ci piaccia o no, questo sarà l’anno in cui potremmo doverci preparare a rivedere le nostre idee riguardo alcuni aspetti del mondo dei videogiochi. A prescindere dalla posizione di ognuno di noi, e di come proseguiranno i progetti citati nell’articolo, le novità sono sempre positive per qualsiasi settore, soprattutto quello tecnologico che ha sempre bisogno di nuovi stimoli.

Informazioni sul prodotto

Immagine di Google Stadia
Google Stadia
  • Sviluppatore: Google
  • Piattaforme: STADIA
  • Data di uscita: 19 Novembre 2019

Questa è una settimana importante per il mondo del gaming, nel momento in cui scrivo mancano ancora alcuni giorni alla conclusione e, visto il ritmo delle cose successe ultimamente, potrebbe essere già un approfondimento vecchio. Si sta svolgendo la Game Developers Conference (GDC) in questi giorni, in quel di San Francisco, e si sta rivelando molto più interessante del previsto. Da sempre, la fiera è un evento squisitamente di nicchia, dedicato agli sviluppatori ovviamente, ed in generale agli addetti ai lavori. Ci sono molti panel interessanti sullo sviluppo a 360 gradi, per il lato artistico e tecnico, incontri dove spesso vengono fuori aneddoti interessanti o, in generale, si raccontano storie sullo sviluppo dei titoli più famosi del presente e del passato che altrimenti rimarrebbero sepolte (ad esempio, l’idea che il recente God of War potesse essere ambientato in Egitto).

Raramente ci sono state le proverbiali bombe, quelle che vengono riservate ad eventi con una cassa di risonanza più ampia per il pubblico, come l’E3. Quest’anno, invece, stanno succedendo delle cose particolari, a volte inaspettate, alla GDC e nei “dintorni” della stessa, tutte idealmente legate da un tema comune: il mondo dei videogiochi sta cambiando.

La next gen è arrivata, arriverà, o non dobbiamo aspettarla per niente?

Ovviamente, la parte del leone la fa Google con Stadia. Si tratta dell’annuncio che ci aspettavamo, che in molti avevano profetizzato quasi per intero, ma che in realtà ha spiazzato comunque tutti. Niente console, ma una piattaforma di streaming avveniristica che promette di portarci direttamente nel futuro del mercato videoludico, dilaniando possibilmente tutti i concetti di “generazione” che abbiamo creato in tutti questi anni. Al di là di tutte le considerazioni tecniche, che potete recuperare nel nostro corposo approfondimento dedicato, se Google Stadia funziona esattamente come promesso da Big G, significa che il mondo dei videogiochi non sarà più lo stesso.

Sappiamo che Microsoft ha il colpo in canna e lo sparerà a giugno durante l’E3 2019 con tutta probabilità, ma non è l’unica azienda da cui vedremo un qualche tipo di risposta: Valve con Steam, Epic, Sony e PS Now, Nintendo, tutto il mercato dei produttori harware per PC, ma soprattutto Twitch,  che è la realtà più di tutte sotto assedio dalle potenzialità di Stadia, queste sono i big del settore che hanno bisogno di dire la loro, di mostrare al mercato ed ai giocatori la loro visione del futuro. Qui c’è in ballo il concetto di console, di distribuzione dei videogiochi, il mondo dello streaming e dei creatori di contenuti, marketing e campagne promozionali per i videogiochi stessi ma anche per chi di videogiochi parla che siano giornalisti o analisti su YouTube, e tanto altro.

Ma se Stadia è stato l’annuncio in grado di far sognare chiunque, di dividere l’opinione pubblica come solo ogni grande novità sa fare (pensate solo alla realtà virtuale, per rimanere nella storia recente), non è stato l’unico annuncio che in questi giorni ci ha fatto capire che il 2019 è l’anno in cui ricorderemo la svolta del mercato videoludico, se siete stati attenti.

Cuphead Switch

Pensiamo al concetto di “esclusiva videoludica” ad esempio, più volte evocato dai detrattori, o i semplici scettici di Stadia. Con buona pace dell’idea che i videogiochi siano legati a vita rispetto ad un brand soltanto, Cuphead uscirà su Nintendo Switch il 18 aprile. E non solo, sulla console Nintendo si dovrà accedere tramite Xbox Live, con tanto di sblocco degli achievement sul profilo collegato. Questa è una barriera psicologica importantissima perché, insieme a Minecraft e il rumor sempre più forte che parla di una futura collaborazione strettissima tra le aziende di Kyoto e Redmond, significa che le proprietà intellettuali Microsoft hanno la possibilità di essere vendute anche al di fuori dell’ecosistema Windows-Xbox senza troppe difficoltà (limiti tecnici esclusi, ovviamente). Il prossimo titolo ad arrivare? Un simbolico euro su Ori and the Blind Forest insieme a Ori and the Will of the Wisps, prodotti perfetti per Switch. Questo non significa che, al contrario, vedremo presto uno Zelda su Windows, ma di certo non potevamo neanche aspettarci che il 2019 sarebbe stato l’anno in cui anche Snapchat e Walmart avrebbero annunciato di stare lavorando ad una loro piattaforma di streaming. Già, anche queste due importanti realtà rispettivamente dei social network e della grande distribuzione stanno pensando di entrare attivamente nel mondo del gaming.

Tornando sulle esclusive, in questi giorni abbiamo anche appreso che Heavy Rain, Beyond: Due Anime e Detroit: Become Human arriveranno su PC. E non solo, i baluardi del lavoro recente di David Cage e Quantic Dream, nonché delle esclusive PlayStation story-driven su cui Sony ha fondato l’identità stessa di PlayStation da sempre, saranno anche esclusiva Epic Games Store. E non solo (di nuovo), perché sempre a tagliare fuori Steam almeno per un anno ci saranno anche Control, Ancestors: The Humankind Odyssey, Afterparty, Industries of Titan, Journey to the Savage Planet, Kine, Phoenix Planet, Soul Ash ed anche The Sinking City, l’attesissima avventura ispirata ai racconti di H.P. Lovecraft.

Riguardo le proprietà intellettuali, nei meandri della GDC c’è stato anche un Nintendo Direct dedicato alle produzioni indipendenti, i cosiddetti Nindies. Difficile aspettarsi delle bombe, o comunque degli annunci in grado di far cadere il proverbiale monocolo, ma oltre al già citato Cuphead abbiamo scoperto l’esistenza di Cadence of Hyrule, ovvero il seguito di Crypt of the Necrodancer ambientato nella serie di The Legend of Zelda, con tanto di Link e principessa come protagonisti. Potrà sembrare una news di poco conto, ma in realtà significa che Nintendo è ufficialmente pronta a cedere le sue proprietà intellettuali a sviluppatori terze parti. Potreste obiettare che Mario+Rabbids Kingdom Battle è realtà ormai da un po’. Vero, il lavoro di Davide Soliani ed i suoi rimarrà nella storia del videogioco (almeno quello italiano) senz’altro, ma Zelda ha sempre avuto una sacralità diversa per Nintendo, ed ha rappresentato da sempre la realtà intoccabile a cui solo loro possono lavorare. Invece, il colosso di Kyoto è pronto a vedere cos’hanno da dire gli altri al riguardo, e questo significa che possiamo aspettarci altre iniziative del genere come, la butto lì, un gioco di carte digitali in stile Hearthstone con le IP di Nintendo.

Sempre alla GDC, invece, è stato presentato anche Oculus Quest, che per la prima volta risponde ad uno dei problemi più incessanti della realtà virtuale, ovvero l’ingombrante presenza dei cavi, eliminandoli. Che sia finalmente l’inizio del processo che porterà questa tecnologia ad essere accessibile e fruibile con facilità? Indubbiamente, sì. Un’altra notizia che entra di diritto nel novero di cui sopra, ovvero che il mercato videoludico sta cambiando, molto più velocemente di quanto ci potessimo aspettare.

Il concetto di esclusiva diventa sempre meno potente, così come a stravolgersi sarà l’idea della fruizione videoludica perché grazie allo streaming andremo verso l’agognato “modello Netflix”, con tutti i pro e contro del caso. Come ogni, grande, periodo di cambiamento bisognerà affrontarlo oppure adattarsi, scontrarsi con le nuove ideologie oppure abbracciarle. Non sarà facile, affatto, sentiremo parlare moltissimo di Google Stadia da qui alla fine dell’anno, leggerete editoriali a non finire, e le opinioni di molti cambieranno probabilmente, anche più volte, da qui all’uscita. E questo è, nonostante tutto, una cosa bellissima, perché un mercato stagnante è un mercato destinato a morire.

L’ultima volta fu Nintendo con Wii a dare una spallata al mercato videoludico, talmente forte che ancora ne sentiamo gli effetti. Non sappiamo ancora se Stadia avrà lo stesso effetto della console Nintendo, ma intanto nelle notizie che non avremmo mai pensato di leggere ci mettiamo anche The Division 2 che vende più di un videogioco di One Piece, in Giappone.

La GDC 2019 sta rivelando molte informazioni su quello che sarà il futuro prossimo del mercato videoludico. Streaming, nuove tecnologie, esclusive e movimenti di mercato impensabili. Che ci piaccia o no, questo sarà l’anno in cui potremmo doverci preparare a rivedere le nostre idee riguardo alcuni aspetti del mondo dei videogiochi. A prescindere dalla posizione di ognuno di noi, e di come proseguiranno i progetti citati nell’articolo, le novità sono sempre positive per qualsiasi settore, soprattutto quello tecnologico che ha sempre bisogno di nuovi stimoli.

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