Immagine di The Outer Worlds Spacer's Choice Edition | Recensione - Com'è su PS5?
RECENSIONE PS5

The Outer Worlds Spacer's Choice Edition | Recensione - Com'è su PS5?

Più bello ma anche molto più pesante

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a cura di Gianluca Arena

Senior Editor

Informazioni sul prodotto

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The Outer Worlds
  • Sviluppatore: Obsidian Entertainment
  • Produttore: Private Division
  • Distributore: Take-Two Interactive
  • Piattaforme: PC , PS4 , XONE , SWITCH
  • Generi: Gioco di Ruolo
  • Data di uscita: 25 ottobre 2019 (PC, PS4, Xbox One) - 5 giugno 2020 (Switch)

Sebbene qui sulle nostre pagine sia stato reso ad esso il giusto tributo, dapprima nella recensione del solerte Domenico Musicò e poi in quella della conversione per Nintendo Switch firmata dal sottoscritto, The Outer Worlds è passato un po' sotto silenzio all'epoca dell'uscita, riscuotendo sì un buon successo ma senza rimanere impresso nella memoria degli appassionati come i migliori congeneri.

Ora, a quattro anni di distanza e con una nuova generazione di console che nel frattempo si è affacciata sul mercato, arriva la Spacer's Choice Edition, che permette anche ai possessori di PS5 (versione recensita), Xbox Series X ed S di apprezzare l'ibrido tra gioco di ruolo e sparatutto in prima persona di Obsidian.

Non tutto, però, sembra essere andato per il verso giusto: scopriamo insieme perché.

Pacchetto onnicomprensivo

Per la trama, come per il gameplay, ci affidiamo totalmente alle due recensioni summenzionate, che sviscerano a dovere entrambi gli aspetti – che, fatta eccezione per qualche piccola modifica alla cosiddetta quality of life, sono rimasti immutati rispetto alla prima release del gioco.

Questa Spacer's Choice Edition introduce novità soprattutto a livello tecnico e contenutistico, visto che aggiunge al già sostanzioso pacchetto base entrambi i DLC rilasciati post lancio, ovvero Assassinio su Eridanio e Pericolo su Gorgone, che vanno ad ispessire ulteriormente l'offerta ludica con altre quindici o venti ore di missioni principali e secondarie.

Volendo giusto dare una veloce infarinatura sulla trama, potremmo dire che, in perfetto stile Obsidian, il sacro ed il profano si miscelano benissimo, con personaggi e dialoghi che non si prendono mai troppo sul serio e storie che alternano momenti seriosi e piccoli drammi umani a fasi decisamente sopra le righe, in cui non potranno non strappare una risata al giocatore.

Tra la quest principale originaria, quelle dei due contenuti aggiuntivi, la marea di missioni opzionali e la buona ampiezza del mondo di gioco, che potrebbe favorire l'esplorazione libera e il vagabondaggio nella galassia virtuale creata da Obsidian, questa Spacer's Choice Edition offre tranquillamente una cinquantina di ore di gioco, a prezzo pieno solo per quanti non possedessero il titolo originale.

Chi avesse già acquistato la versione Sony o Microsoft del gioco pubblicato nel 2019 e possedesse già entrambi i DLC summenzionati, vedrebbe invece il costo di questa riedizione abbassato a poco meno di dieci euro.

Dal punto di vista della scrittura, quindi, così come della mole di contenuti offerti e del rapporto quantità/prezzo, non potremmo che dirci soddisfatti. Come vedremo in seguito, le problematiche riguardano esclusivamente l'aspetto tecnico della produzione, inspiegabilmente zoppicante al lancio.

Molto più RPG che sparatutto

Controller alla mano, anche in questa Spacer's Choice Edition notiamo che The Outer Worlds mantiene la sua impostazione a metà strada tra un gioco di ruolo ed uno sparatutto in prima persona – nel quale, però, statistiche ed armamentario contano decisamente di più della mira e della prontezza di riflessi dell'utente.

La formula, nemmeno a dirlo e fatte le debite proporzioni, è quella di Fallout New Vegas, che rimane ad oggi, probabilmente, il miglior lavoro della software house californiana: si esplora, si interagisce con una pletora di NPC che, in genere, fungono anche da quest-giver, si spara, si raccolgono le risorse sparse per le mappe e, conseguentemente, si sale di livello dopo aver ammazzato un tot di nemici, spendendo poi i punti che ne provengono in una serie di abilità che rinforzano il personaggio.

Ciò che colpì positivamente all'epoca della release originaria, e che ancora oggi rende il gioco raccomandabile a tutti gli appassionati del genere, sono elementi come la presenza di consistenti bivi narrativi in cui la decisione sarà nelle mani del giocatore, un riuscito sistema di crescita del personaggio e la presenza di diversi compagni da portarsi dietro durante le proprie avventure, così da affidare ad ognuno di essi un ruolo come se si giocasse ad un MMO con un paio di amici fidati.

Peraltro, la versione da noi testata, quella per l'ammiraglia Sony, ha visto una buona implementazione della funzioni del DualSense, con un feedback dei colpi convincente ed i grilletti che fanno resistenza in maniera differente a seconda delle armi imbracciate, contribuendo a migliorare un sistema di combattimento che sicuramente non rappresentava la parte migliore del pacchetto già quattro anni fa.

Non che ci fosse qualcosa di particolarmente sbagliato in esso, beninteso – ma, come anche per gli episodi della serie Fallout a partire dal terzo, lo shooting non raggiungeva nemmeno lontanamente gli standard qualitativi imposti di migliori FPS sul mercato in quanto a velocità, precisione e fisicità dei colpi, tanto inferti quanto ricevuti.

Ottimizzato... coi piedi

Per capitalizzare al meglio le risorse extra in termini hardware che le console di attuale generazione mettono a disposizione, il gioco gira adesso su una versione modificata dell'Unreal Engine 4 – e parti del codice sono state riscritte da zero.

In seguito a questa scelta, ad onor del vero, i miglioramenti puramente visivi sono evidenti, anche se, con il senno di poi, la responsabilità di performance talmente claudicanti può essere ascritta proprio ad essi (oltre che alla mancata ottimizzazione, naturalmente): i modelli dei personaggi risultano assai più dettagliati, nonostante permanga una certa rigidità durante i dialoghi e certe cutscene in-game; inoltre, il nuovo sistema di illuminazione dinamica rende maggiormente giustizia al lavoro svolto dal team di sviluppo, restituendo una sensazione spiccatamente next-gen delle luci e delle ombre.

E, per finire, abbiamo potuto apprezzare sensibili miglioramenti nel livello di dettaglio complessivo, nella ricchezza poligonale delle ambientazioni, nella varietà e densità della vegetazione e tanto altro ancora.

In termini di performance, la situazione è in miglioramento, ma ancora lontana dall'essere soddisfacente: al lancio, prima della patch giunta a circa dieci giorni dal day-one, nessuna delle due modalità proposte riusciva a mantenere un frame rate stabile, in particolare i 60 fps di quella che dava priorità al frame rate. In modalità cinematica, con risoluzione a 4K e 30 fps, la situazione era meno ballerina, ma non mancavano comunque dei cali anche vistosi.

Ad oggi, con la patch 1.1 installata, la situazione vede la modalità cinematica mantenere con una certa agilità il frame rate a 30 fps , laddove qualche calo più sostanzioso avviene ancora (sebbene assai più sporadicamente rispetto a prima) in quella performance, dove dai 60 si scende troppo velocemente ai 45-50 fps in caso di sparatorie affollate, nonostante l'abbassamento di risoluzione garantito dalla risoluzione dinamica, che scende fino a 1440p durante le scene più pesanti per il motore di gioco. Non proprio l'ideale, insomma, soprattutto nei momenti più frenetici.

A monte di tutto, ciò che ha lasciato con l'amaro in bocca una fetta dell'utenza è rappresentato dal fatto che le version old gen in retrocompatibilità giravano a 60 fps quasi costanti (e senza costi aggiuntivi) – e quindi l'introduzione di una modalità con frame rate dimezzato è stata vista come un passo indietro invece che come un miglioramento.

Impossibile non segnalare anche l'enorme miglioramento dei tempi di caricamento, piuttosto estesi su PS4 base e praticamente nulli in questa versione, sia durante il caricamento iniziale e ancor più quando si utilizza il viaggio rapido da una location già sbloccata ad un'altra.

Quantomeno, a farci ben sperare per l'immediato futuro è il nome dello sviluppatore che si è occupato di questo port, ovvero Virtuos, già autore di ottimi lavori su Nintendo Switch (Dark Souls Remastered, Bioshock The Collection e XCOM 2 Collection, giusto per citarne alcuni): sebbene qui si trattasse di portare a termine il processo inverso, ovvero migliorare un titolo visivamente invece di adattarlo alle limitate capacità tecniche della macchina ibrida Nintendo, il team ha già dimostrato tempismo negli aggiornamenti, e quindi è lecito aspettarsi che i miglioramenti esperiti con la patch 1.1 siano solo l'inizio di un percorso più lungo.

Noi, però dobbiamo rendere conto ai nostri lettori dela situazione attuale e non di quella che potrebbe essere tra quindici o venti giorni, e, a tal riguardo, ci preme sottolineare che tutte le considerazioni fin qui fatte si rivolgono esclusivamente alla versione PS5, l'unica che abbiamo avuto modo di testare sia prima sia dopo l'aggiornamento 1.1, che peraltro, al momento di redigere questo pezzo è disponibile per la sola console Sony, sebbene sia previsto a breve anche per PC e le console della famiglia Microsoft.

Versione recensita: PS5

Voto Finale

Conclusioni Finali di SpazioGames

Pro

  • Pacchetto completo

  • Nuovo sistema di illuminazione, nuove texture, maggior livello di dettaglio...

Contro

  • La versione gratuita in retrocompatibilità si difende benone

  • ... ma al prezzo di performance insufficienti in tanti frangenti

  • Possibile che non si riesca a far girare a 4k e 60 fps un titolo del 2019?

Commento

Nonostante possiamo dirci fan tanto del titolo in sé quanto del lavoro fin qui svolto su altre piattaforme da Virtuos, ci risulta davvero difficile consigliare senza alcuna remora la Spacer's Choice Edition di The Outer Worlds, figlia di scelte editoriali discutibili e di un'ottimizzazione a dir poco rivedibile. Al netto del fatto che la versione old-gen si comporta ancora egregiamente sulle macchine attuali, le fluttuazioni del frame rate e la scelta di rendere a pagamento l'upgrade anche per chi aveva dato fiducia al gioco, acquistando sia la versione base sia entrambi i DLC, non giocano a favore del titolo, abbassandone drasticamente l'appetibilità per chi conoscesse già il prodotto. L'unica fetta di pubblico che potrebbe comunque godere del pacchetto completo e delle migliorie tecniche è quella rappresentata da coloro che posseggono solo PS5 o Xbox Series X, ma anche a questi ultimi consigliamo di attendere il primo, inevitabile calo di prezzo e almeno un altro paio di patch migliorative.
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