The Elder Scrolls VI e Starfield su Xbox Series X|S, la visione di Bethesda

Pete Hines e Todd Howard spiegano il grande salto dopo l'acquisizione di Microsoft

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a cura di Paolo Sirio

Non hanno tardato ad arrivare le reazioni di Bethesda all'annuncio dell'acquisizione da parte di Microsoft di ZeniMax Media, la corporazione di cui fa parte.

Pete Hines, responsabile della comunicazione, ha steso un lungo post sul sito del publisher, spiegando che «Microsoft è perfetta per noi».

«Il mondo, la nostra industria e la nostra compagnia sono cambiati un sacco nei 34 anni passati da quando Bethesda Softworks è stata fondata. Oggi, è cambiato ancora. E so che questo porta delle domande.

Ma il punto chiave è che siamo ancora Bethesda. Stiamo ancora lavorando agli stessi giochi a cui lavoravamo ieri, fatti dagli stessi studi che ci hanno lavorato per anni, e questi giochi saranno pubblicati da noi».

Quest'ultimo in particolare pare un riferimento a Deathloop e GhostWire Tokyo, in uscita il prossimo anno in esclusiva a tempo per PS5.

«Quindi perché questo cambiamento? Perché ci permette di fare giochi ancora migliori in futuro. Microsoft è un partner incredibile e offre accesso a risorse che ci renderanno un miglior publisher e sviluppatore», ha aggiunto Hines, sottolineando che la relazione tra le due parti va avanti dai tempi di Morrowind su Xbox e che le due realtà condividono «gli stessi principi base».

«Sì, è un grande cambiamento per noi, ma dopo esserci presi un minuto per assorbire la grandezza di questa acquisizione, continueremo a fare quello che sappiamo e amiamo: fare grandi giochi», ha chiuso.

Todd Howard, responsabile dei Bethesda Game Studios, ha preso parola in un secondo post, fornendo ulteriori particolari alla visione dietro l'acquisizione e parlando dei giochi veri e propri che arriveranno in futuro.

«Condividiamo la profonda convinzione nel potere fondamentale dei giochi, nella loro capacità di connettere, dare forza e portare gioia. E un credo che dovremmo portare a tutti - a prescindere da chi siano, dove vivano e dove giochino. A prescindere dalle dimensioni dello schermo, dal controller o persino dalla capacità di usarne uno.

Non possiamo immaginare un gruppo di persone migliore di quelle in Xbox per farlo. Abbiamo amicizie che arrivano fino a quei giorni iniziali [di Morrowind]. Da Phil [Spencer] ai suoi senior leader al supporto per gli sviluppatori, loro non parlano solo di mettere il giocatore prima di tutto, lo vivono con passione».

Il director ha aggiunto un riferimento a Xbox Series X|S, spiegando che «questi nuovi sistemi sono ottimizzati per i vasti mondi che amiamo creare, con salti generazionali non solo nella grafica ma anche nella CPU e nello streaming dei dati».

«Questo ci ha portato al nostro potenziamento dell'engine più grande dai tempi di Oblivion, con tutte le nuove tecnologie che daranno potenza alla nostra prima nuova IP in 25 anni, Starfield, così come a The Elder Scrolls VI».

The Elder Scrolls VI e Starfield sono stati presentati all'E3 2018 e da allora vige il massimo riserbo sui due progetti, una mossa che ci ha fatto pensare che svelarli così presto potrebbe essere stato un errore. Chissà che adesso il loro ritorno sulle scene non subisca un'accelerata.

Con una battuta, Howard ha chiuso dicendo che «c'è altro in arrivo e achievement da sbloccare insieme. Speriamo che vi uniate a noi».

La mossa di oggi porta ad un totale di 23 team di sviluppo il computo degli Xbox Game Studios, con adesso la qualità di Arkane Studios, MachineGames, id Software e Bethesda Game Studios.

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