Super Mario Bros. Wonder può essere una vera svolta per la serie

Super Mario Bros. Wonder potrebbe rappresentare un punto di svolta per la saga 2D, dopo che gli episodi New si erano "accontentati" senza innovare troppo.

Immagine di Super Mario Bros. Wonder può essere una vera svolta per la serie
Avatar

a cura di Nicolò Bicego

Redattore

L’ultimo Nintendo Direct ha portato nuova linfa vitale a Nintendo Switch. Fino a poche settimane fa, era difficile immaginare un futuro per la console che andasse oltre l’uscita di Tears of the Kingdom e dell’imminente Pikmin 4.

Nintendo, invece, ci ha sorpresi di nuovo, annunciando una serie di titoli volta a rimpolpare il calendario di uscite di questo 2023.

Ci sono diversi giochi di cui varrebbe la pena parlare, ma oggi vogliamo soffermarci su uno in particolare: Super Mario Bros. Wonder. E non solo perché si tratta della vera “bomba” di questo Direct, ma anche perché il titolo potrebbe rappresentare un punto di svolta molto importante per una delle saghe principali di Nintendo.

In questa riflessione vediamo insieme perché.

Una storia pluridecorata

La saga di Super Mario (nome con cui si intende la serie principale dedicata all’idraulico) è una di quelle qualitativamente più consistenti del mondo videoludico. Tanto i titoli in due dimensioni quanto quelli in tre dimensioni (passando anche per quelli in 2.5D) hanno sempre ricevuto un’ottima accoglienza di pubblico e critica, con numerosi capitoli che possono essere validi contendenti per una qualsiasi ipotetica classifica dei migliori videogiochi di tutti i tempi.

Super Mario Bros. Wonder riprende il discorso della saga in due dimensioni a distanza di più di dieci anni dall’ultimo capitolo, New Super Mario Bros. U, che accompagnò il lancio della più sfortunata console casalinga Nintendo. E per capire l’importanza di Wonder dobbiamo ripartire proprio da questa sotto-serie, culminata nell’episodio appena citato.

Ammettiamolo: Nintendo ci ha abituati ad un livello qualitativo molto alto con Mario. La saga in due dimensioni ha toccato l’apice relativamente molto presto, perché ancora oggi Super Mario Bros. 3 e Super Mario World possono essere considerati tra i migliori platform di sempre – e non hanno perso neanche un po’ di smalto rispetto alle loro uscite originali.

Dopo l’uscita di Super Mario World, però, Mario sembrò abbandonare le due dimensioni per lungo tempo, lasciandole ad altre mascotte di casa Nintendo (come Yoshi o Donkey Kong). Tolte le buone parentesi dei due Super Mario Land (due platform davvero sottovalutati, potete recuperarli nel catalogo Nintendo Switch Online abbonandovi tramite Amazon), ci fu un salto di ben sedici anni tra Super Mario World e la successiva avventura bidimensionale, New Super Mario Bros., uscito su Nintendo DS nel lontano 2006.

All’epoca della sua uscita, New Super Mario Bros. raccolse un vasto consenso di pubblico e critica. Arrivava su una console estremamente popolare e, per la prima volta in più di una decade, riportava Mario alle sue origini, riproponendo quel gameplay tanto semplice quanto efficace e divertente che aveva caratterizzato gli albori della serie.

Il successo di questo episodio portò ad una vera e propria rinascita di Mario in 2D: in soli sei anni debuttarono ben quattro capitoli. Oltre al titolo già citato, arrivarono New Super Mario Bros. Wii, New Super Mario Bros. 2 e New Super Mario Bros. U, questi ultimi due peraltro distanziati solamente da pochi mesi.

Gli episodi "New", di nuovo, avevano in realtà davvero poco.
Preso singolarmente, ciascun episodio della saga New ottenne un buon riscontro, tanto nei commenti di pubblico e critica, quanto nelle vendite.

C’era però un grande problema, che divenne evidente soprattutto nel 2012.

Quattro uscite così ravvicinate sarebbero un problema per chiunque a livello creativo, anche per team talentuosi come quelli Nintendo. Ma il problema principale, qui, era che la serie New di nuovo aveva davvero poco.

Giocando i titoli oggi, magari in sequenza, diventa evidente quanto questa sotto-serie abbia davvero poco da dire che non fosse già stato detto in precedenza. Sono opere che riproducono pedissequamente la formula di gioco classica, con alcune novità che funzionano più o meno bene (di cui la più importante è probabilmente l’introduzione del multiplayer, per la prima volta nella serie) vestite di un’estetica completamente rinnovata, ma al contempo incredibilmente blanda.

Ogni gioco New segue lo stesso schema, le stesse ambientazioni, lo stesso ritmo. Eravamo davvero lontani dai tempi in cui tra Super Mario Bros. 3 e Super Mario World (separati solamente da due anni di distanza) Nintendo era stata in grado di reinventare completamente (o quasi) la ruota.

E forse per questo, dopo New Super Mario Bros. U, la serie bidimensionale di Mario è entrata in uno stato di letargo. Senza che nessuno la richiedesse a gran voce, peraltro – perché la paura che le idee fossero davvero finite era più che palpabile dopo quattro giochi sì divertenti, ma fin troppo uguali tra loro e fin troppo basilari.

Wonder è riuscito, con un solo trailer, a scacciare immediatamente questa sensazione. All’improvviso, la possibilità di rivedere Mario in due dimensioni sembra farsi di nuovo attraente, perché quanto mostrato ci ha dato l’idea di un team rinnovato, che potrebbe essere finalmente alle prese con trovate fresche ed inedite.

New, ma stavolta per davvero

Come dicevamo, un solo trailer ha mostrato più novità di quante la serie New non ne abbia apportate in quattro episodi, dando al nuovo Wonder, almeno apparentemente, un auspicato approccio innovativo, di cui la serie bidimensionale aveva un gran bisogno dopo che la formula classica era stata perfezionata da Super Mario World.

Partiamo dalla cosa più evidente. Wonder avrà un nuovo stile in termini di direzione artistica, completamente inedito per la serie. Lo stile della saga New, per quanto non potesse certo essere definito spiacevole da vedere, era al contempo tremendamente blando. Non aiutava, poi, il fatto che la saga riproponesse sempre le stesse ambientazioni.

La meccanica Wonder sembra promettere un impatto notevole sul gameplay.
Provate a confrontare delle immagini provenienti dai quattro titoli: se non fosse per la differenza grafica (dopotutto giravano su quattro console diverse) e per le diverse interfacce, potreste avere grandi difficoltà a distinguere un titolo dall’altro.

Wonder (che potete già preordinare su Amazon) sembra evitare questa sensazione di dejà-vu portandoci in un reame inedito, il Regno dei Fiori. Gli scenari che possiamo vedere nel corso del trailer sembrano essere estremamente variegati – e, soprattutto, sembrano essere stilisticamente molto distanti rispetto a quanto proposto dagli ultimi episodi, dove si ripetevano in sequenza i classici biomi naturali: pianura, deserto, nevaio e così via.

Le novità proposte da Wonder, però, non sembra proprio non si fermino a questo. Nel trailer possiamo vedere nuovi personaggi giocabili, che non erano mai stati controllabili direttamente nella serie principale: stiamo parlando di Daisy e Yoshi, ovviamente.

La presenza di sei personaggi differenti (sempre che non ce ne siano altri non ancora annunciati) ci fa sperare in una marcata differenziazione dello stile di platforming di ciascun personaggio, cosa che succedeva effettivamente nei vecchi episodi.

Abbiamo visto, inoltre, delle possibilità di interazione inedite. Mario, ad esempio, salta su Yoshi, solo che il dinosauro, a questo giro, è controllato da un altro giocatore. Siamo davvero curiosi di vedere come queste meccaniche collaborative verranno implementate – e se ve ne saranno anche altre, legate al resto del cast.

Se già questi elementi ci hanno colti di sorpresa, siamo rimasti colpiti ancora più positivamente da quanto svelato per ora a livello di gameplay. La varietà di situazioni viste nel trailer è incredibile, con idee che pescano a piene mani dal passato (abbiamo intravisto tracce di Super Mario Galaxy, così come del più recente Super Mario Odyssey) ed altre che, invece, sono completamente nuove.

In particolare, la meccanica Wonder sembra essere davvero promettente: vedere lo stage prendere vita, con i tubi che cominciano a muoversi, è una delle possibilità già svelate – e, già di per sé, potrebbe avere un impatto notevole sul gameplay.

Se a tutto questo aggiungiamo che è stata mantenuta la possibilità di giocare con altri tre amici, potremmo avere sulle carte la più interessante avventura di Mario in due dimensioni da ventitré anni a questa parte, con un gioco che si fa forte di idee nuove e pronto a proporre qualcosa di realmente inedito. E che quantomeno provi a scardinare Super Mario Bros. 3 e Super Mario World dalla vetta dei platform in 2D, cosa che gli episodi New neanche avevano provato a fare.

Si tratta, è chiaro, di impressioni a pelle, di una disamina resa possibile per ora basandosi solo su quanto è stato mostrato: c'è ancora molto da vedere e soprattutto da giocare. Considerando che l'uscita non è lontana, è lecito pensare che scopriremo di più nel corso dei prossimi mesi.

E chissà che Wonder non ossa essere il primo tassello di una storia completamente nuova per il nostro instancabile idraulico: per ora, è la sensazione che il primo impatto con Wonder ci ha lasciato addosso.