È sempre sorprendente vedere con quale naturalezza, con soli pochi minuti di presenza, un personaggio come Hideo Kojima riesca a veicolare sulle sue opere l'attenzione delle masse. Durante i The Game Awards del 9 dicembre scorso abbiamo assistito a uno show finalmente con un buon ritmo, ricco di titoli di cui discutere e alcuni dei quali molto prossimi. Eppure, ciò di cui si sta discutendo di più è sicuramente il criptico trailer di DS2, che sui social è stato pubblicato da Kojima Productions con il nome di "Death Stranding 2 (working title)".
Il ritorno dell'opera prima della nuova software house, che debuttò nel 2019 con un'esperienza tra le migliori in assoluto della scorsa generazione per piglio, originalità e capacità di usare l'interazione come veicolo di messaggi, ha portato tantissimi interrogativi tra i giocatori. E, nonostante tutti ricordiamo Death Stranding come un gioco ridicolmente odiato (guardate i commenti sui social tutt'oggi per farvi un'idea), a ulteriore conferma della fondatezza dei suoi messaggi, le reazioni di entusiasmo per il ritorno di Sam Porter Bridges non sono mancate.
Il trailer, come sempre nello stile di Kojima, gioca con il giocatore. Anni addietro dicevamo che avevamo tutti iniziato a giocare Death Stranding (lo trovate su Amazon, per mettervi in pari) fin dal primo teaser, quello con Sam nudo sulla spiaggia disseminata di morte. Con DS2, probabilmente, sta succedendo lo stesso. E in un mondo di trailer e presentazioni che sono elenco puntato di quello che puoi fare o non puoi fare in un gioco, un approccio che rimane fedele al voler far ragionare, interrogare e in qualche modo divertire a trovare collegamenti, è sempre aria fresca.
Andiamo però con ordine per vedere cosa c'è dentro questo trailer: sappiamo che lo state facendo anche voi, per capire cosa sappiamo, fin da ora, di DS2. E su cosa tocca tirare a indovinare, fondandosi sul conoscere molto bene il gioco precedente.
Attenzione! Questo articolo contiene enormi spoiler dal primo Death Stranding.Se non avete completato il gioco, vi raccomandiamo di interrompere qui la lettura.
Tutti i punti dell'articolo
- Il gameplay e cosa svela Brain Structure
- Il mistero di Fragile
- Il culto di Amelie
- Drawbridge, APAC, Magellan
- BB, pod e Louise
- Catrame, CA e DOOMS
- Il ritorno di Higgs
- Old Sam
- Il tema del gioco
Il nome di DS2 e il gameplay: occhio a Brain Structure
A questo punto, passo alla soggettiva e il perché non è un segreto, dato che da qualche lustro studio con la lente d'ingrandimento il lavoro di Kojima. Se non capite bene l'inglese, vi segnalo che ho tradotto qui il trailer completamente in italiano.
Il primo elemento importante del nuovo gioco è il titolo. Al di là della spendibilità del logo originale (a mio avviso difficile, perché molto "sottile", da piazzare anche nei materiali promozionali), DS2 è un pretesto per avere un working title, cioè un nome provvisorio.
Le vie possibili sono due: è un working title perché avrà anche un sottotitolo – sempre piuttosto significativi, da Sons of Liberty a The Phantom Pain – ancora non deciso. Oppure è un working title perché la dichiarazione del teaser era quella di farci sapere che saremo nell'universo di Death Stranding, ma il gioco potrebbe essere molto diverso dal precedente, a partire dal nome.
A venirci in soccorso, qui, è il fatto che mi sia andata ad ascoltare l'ultimo episodio di Brain Structure, il podcast di Hideo Kojima su Spotify. Essendo certa che sarebbe stato legato all'annuncio dei TGA (l'episodio è uscito poche ore dopo), ho atteso che venisse pubblicato, prima di scrivere questo articolo su SpazioGames.
Nei circa 25 minuti, Kojima chiacchiera con Keighley della nascita del primo Death Stranding e del suo rapporto con questo IP, lasciando anche un indizio interessante su cosa possiamo aspettarci dal nuovo gioco.
Il game director spiega infatti che:
«È difficile portare a compimento un sistema di gioco, se lo sviluppi per un gioco solo».
Dettosi soddisfatto del social strand system – il multiplayer asincrono del primo gioco – Kojima ha quindi sottolineato come sia necessario reiterare alcune idee, per portarle alla piena maturazione. Scontato, allora, aspettarsi nuove possibilità di collaborazione asincrona.
In che modo queste si realizzeranno, però, rimane tutto da vedere, perché non sappiamo se con l'idea di dover reiterare per migliorare Kojima si riferisse anche al sistema di consegne in sé, o "solo" alla collaborazione tra giocatori mutuamente invisibili.
Durante il podcast, tuttavia, il game director ha anche spiegato che continuava a pensare a come sarebbe stato Death Stranding 2 e a cosa avrebbe migliorato in un seguito mentre realizzava il primo gioco. Questo fa pensare che la base sia comunque un sistema di gioco basato sull'esplorazione, il tracciarsi un cammino e portare a compimento la propria consegna – qualsiasi essa sia – ma qui siamo nel puro campo delle congetture.
L'indizio arrivato da Brain Structure, comunque, non è da sottovalutare, perché esclude che DS2 possa essere qualcosa di totalmente sconnesso (ci sta la battuta, dai, ndr) rispetto alla filosofia del primo gioco. Chi continuava a chiedermi, nel 2019, «ma in Death Stranding almeno si spara?» o chi sperava in un Metal Gear sotto mentite spoglie, insomma, probabilmente troverà ancora una volta qualcosa di diverso, per fortuna.
Una nota a margine anche per il compianto Low Roar. In Brain Structure, Kojima ha affermato che si stava preparando a sentirlo proprio in virtù dei lavori sul nuovo gioco, quando ha appreso della tragica scomparsa. Il director aveva quindi in mente di usare ancora le canzoni dell'amato artista nel prossimo viaggio di Sam e compagni. Difficile dire se vorrà farlo anche in postumo, considerando che sappiamo che Ryana Karzija aveva concluso un ultimo album, prima della sua scomparsa, che sarà comunque pubblicato.
Il mistero di Fragile
Alla fine di Death Stranding, Amelie ha deciso di scollegare la sua Spiaggia (LA Spiaggia per eccellenza). Questo, secondo l'Entità Estintiva, avrebbe rallentato l'avvento del Last Stranding, senza poter però scongiurare del tutto la sesta estinzione di massa – che ci sarà, Amelie era molto chiara, e anzi è già in essere.
Nell'epilogo del gioco, Samuel usciva all'esterno dell'inceneritore con Lou e i giocatori notavano che la Cronopioggia non era più tale: l'acqua che bagnava il corriere e la bambina non sortiva effetti. A riflettersi nell'inquadratura, tornato il sereno, era un arcobaleno non più capovolto e in cui era tornato anche il blu – il colore della morte, rimessa quindi al proprio posto, dopo la confusione data dalle CA intrappolate tra le Spiagge e l'Abisso.
Se state leggendo questo articolo senza aver giocato Death Stranding, vi starete domandando che razza di sostanze abbiamo assunto, visto quello che stiamo dicendo, lo so.
Andiamo oltre. Nel trailer vediamo Fragile – che avevamo lasciato come responsabile di Fragile Express che confidava a Sam di non aver voluto uccidere Higgs, lasciandolo però confinato nella sua Spiaggia – che culla un bambino/una bambina.
Un lettore, sul mio canale personale (The Zukasa, che ringrazio) mi ha fatto notare che sul bavaglino della bimba è possibile leggere nitidamente il nome Louise – ossia, il BB che Sam ha tolto dal pod nel finale del primo gioco. Questo conferma che si tratta della stessa bimba, ma il mistero è un altro.
Fragile, al di là del look più giovane suggerito anche da un taglio di capelli più corto, non ha più i segni della Cronopioggia sul corpo. Le mani, le spalle, il collo: niente di niente. Le ipotesi qua sono diverse: o ci troviamo in uno scenario onirico, o il nome della bambina è una coincidenza (...) e ci troviamo prima del gioco originale, oppure la disconnessione della Spiaggia di Amelie ha in qualche modo resettato gli effetti della Cronopioggia, che venendo da un mondo non più "collegato" a questo, non mostra più tangibilmente i suoi risultati.
L'idea che questo scenario si svolga prima di Death Stranding sembra negata, anche volendo ignorare il nome della bimba, dal fatto che nella casa in cui si trova Fragile troviamo l'acchiappasogni di Sam, che Amelie gli aveva donato da bambino per proteggerlo.
La fuga della donna, che aggira le scale dove scendono i misteriosi invasori e opta per l'ascensore, ci conferma che le persone vivono ancora sottoterra come i prepper. All'esterno, però, non vediamo vegetazione, non sembra il vecchio scenario che richiamava l'Islanda.
Fragile viene colpita di striscio e, quando sentiamo lo sparo di quello che sembrerebbe Higgs, che dovrebbe finirla, la scena vira verso una fatta di fuoco e distruzione – simile agli scenari di guerra di Clifford Unger. Fragile perde i sensi quando tenta di raggiungere la bambina ma si rende conto che giace inerte e ha smesso di piangere.
Le domande su chi siano queste persone che la braccano sono parecchie e ne parlerò a brevissimo. Rimane il dubbio, però, sul mistero di Fragile. Sappiamo che la donna aveva un debole per Sam ma lui preferiva andare via e far perdere le sue tracce in Death Stranding, scollegandosi dalla manetta. Il fatto che, a quanto sembra, si stia occupando di Louise e abbia in casa il ciondolo di Sam (a meno che quella non sia casa di Sam e Fragile fosse solo in visita), fa quasi pensare a una relazione tra i due. Ma, ancora, siamo nella pura ipotesi campata per aria.
Sta di fatto che, nella seconda scena in cui compare, Fragile indossa di nuovo una tuta che la copre ovunque meno che nel volto – unica parte non sfregiata anche nel primo gioco – e, presentandoci la sua nave volante, ci lascia intendere che non vedesse Samuel da un bel po' e che il suo giro d'affari sia cresciuto. O cambiato.
È plausibile che la sequenza di apertura sia l'inizio della storia, la chiamata al viaggio dell'eroe: succede qualcosa a Lou, Fragile e Sam devono attivarsi. Tempo dopo, Fragile ha messo in piedi quello che sembrerebbe Drawbridge – e anche di questo parliamo a breve, un paragrafo alla volta.
Il culto di Amelie
Un elemento mostrato dal trailer è quello che sembrerebbe un culto della persona di Amelie, che richiama quasi nell'iconografia sia le immagini Sacre della Madonna, sia quello che avevamo visto dai Serafiti in The Last of Us - Parte II.
I membri di questo apparente culto vestono di rosso – quello del suo vestito, ma anche esattamente quello della tuta del personale medico di Bridges – e portano in spalla una bara. Sappiamo che nel mondo di Death Stranding le cerimonie funebri con cadavere in praesentia non erano possibili, per via delle voragini. Tuttavia, questo dovrebbe essere cambiato con la disconnessione della Spiaggia.
Sta di fatto che questa bara non sembra solo una bara, ma anche un richiamo (l'ennesimo) all'Antico Egitto e ai suoi sarcofagi. Il che ci riporterebbe a Higgs.
Interessante anche notare lo scenario in cui questi cultisti si muovono: sembra letteralmente extraterrestre – ma potrebbe essere "solo" extradimensionale, come lo era la Spiaggia – e le concrezioni sullo sfondo ricordano quasi le rocce nere delle Fondamenta di Control.
Drawbridge, APAC, Magellan
Pochi giorni prima della presentazione del gioco, Kojima aveva svelato tre loghi misteriosi. Il primo si è rivelato essere quello di Drawbridge, con due ponti che si sollevano e si abbassano come quelli nautici che consentono il passaggio delle navi.
Start a new journey. pic.twitter.com/fzjNtj2qPc
— HIDEO_KOJIMA (@HIDEO_KOJIMA_EN) December 2, 2022
Questo è il logo che vediamo nella nave volante che emerge dal lago di catrame: al minuto 02:30 del video possiamo vedere anche lo slogan di questa compagnia, che recita «sia bastone che corda, per proteggere e connettere. Insieme, per il futuro».
La sensazione è quella delle PMC di Metal Gear Solid 4: Guns of the Patriots. Sembra che Fragile sia alla guida di Drawbridge (parla di «vieni a incontrare il mio equipaggio») o che lavori per questi. E, vedendo la nave, dotata anche di torrette mitragliatrici sulla sua testa, probabilmente parliamo di un servizio di corrieri che è disposto a tutto per difendersi.
Il bastone e la corda è il concetto di Kobo Abe su cui si basa il primo Death Stranding: di solito i videogiochi ci fanno giocare con il bastone, ossia uno strumento che usiamo per tenere lontano e colpire ciò che ci minaccia. Il gioco voleva farci giocare con la corda, ciò che usiamo per legare a noi quello che vogliamo proteggere e per rimanere collegati. Drawbridge afferma di essere sia bastone che corda – e, in quest'ottica, di essere quindi disposto a usare bastoni per proteggere ciò che lega a sé con le corde.
Il secondo logo, che richiama palesemente quello di Pieuvre Armement di Guns of the Patriots, è visibile sempre sulla nave di Fragile, al minuto 02:59, accompagnato dalla dicitura Magellan, che dovrebbe essere il nome della nave. Che sia il marchio del produttore del veicolo? Che sia semplicemente il logo di quello specifico modello di veicolo della Drawbridge? Per ora difficile esprimersi.
Il terzo logo è quello di APAC, che somiglia a una bussola. Viene citata nel trailer quando viene affermato che «la decisione finale non è stata presa dalle UCA, ma da APAC, una corporazione privata».
Questo ci suggerisce che nel mondo di DS2 sono potute nascere di nuovo corporazioni private – così rilevanti e importanti che possono prendere decisioni che qualcuno potrebbe scambiare per quelle governative, quelle delle UCA. Non sembra promettere proprio bene e non stupisce troppo che il tema del gioco sia «avremmo dovuto connetterci?».
BB, pod e Louise
Un elemento di grande mistero di tutto il trailer è quello legato ai BB. La bimba tenuta da Fragile, che dovrebbe essere Louise, era il BB del primo Death Stranding. Notiamo che ha sulla maglietta delle piccole ali decorative, che sembrano quelle di un angioletto.
Quando la bambina giace a terra incosciente e Fragile perde i sensi, il trailer stacca su una scena con una transizione che richiama il battito di ciglia dei video del primo gioco: vediamo il vecchio pod di Lou (senza la statuetta dell'astronauta, occhio), che stava venendo usato come teca dei criptobionti, abbandonato e rotto per terra, con la bambina di nuovo dentro. È possibile notare le ali sulla sua schiena dentro il pod, nel minuto 02:13 del trailer.
Il richiamo all'immaginario degli angioletti è forte e viene da domandarsi se non abbiamo tutti frainteso il fatto che Elle Fanning sarebbe stata una Louise adulta. Il mistero qui, è davvero difficile da sciogliere.
Il pod alla fine del trailer, probabilmente, è solo uno degli strambi incubi di Sam, con i tentacoli di una piovra che spuntano da dietro il vetro.
Catrame, CA e DOOMS
Un altro aspetto su cui vorrei riflettere, in base a quanto visto nel trailer, è la presenza del catrame e delle CA. Con l'esclusione della Spiaggia di Amelie e il ritorno dell'arcobaleno al suo posto, che ce lo conferma, non dovremmo più avere – in teoria – le CA che invadono il mondo dei vivi, incastrate tra le due dimensioni.
Tuttavia, quando la nave di Fragile – che, sì, sembra un incrocio tra il Metal Gear REX e i pod delle IA di Metal Gear Solid: Peace Walker, in pieno stile del maestro Yoji Shinkawa – emerge, lo fa da un lago di catrame. Ed è un lago di catrame in cui nuotano delle sagome umane, come le CA. Addirittura, alcune sagome rimangono sopra la nave e precipitano quando si solleva, al minuto 02:50 circa.
Il perché ci siano ancora il catrame e le CA è difficile da immaginare. Anche quando Higgs (o chi per lui) attacca Fragile nella parte iniziale del trailer, la sua identità ci viene più o meno confermata dal vedere il bimbo che piange catrame. Subito dopo, però, anche Fragile ne è invasa sul viso e sul corpo, quando lo scenario è distrutto e in fiamme. È il fatto che Higgs sia riuscito a tornare dalla sua Spiaggia ad aver interrotto la tregua tentata dall'Entità Estintiva?
Non è tutto: quando Fragile fugge con la bambina, lo fa fisicamente, usando un veicolo inedito per la serie. Sappiamo però che la donna è una potentissima portatrice di DOOMS e verrebbe da dedurre che, se non usa il suo proverbiale teletrasporto, è perché non può più farlo dopo la disconnessione di Amelie. Avevamo visto nel primo Death Stranding che è possibile teletrasportarsi usando le Spiagge portando con sé anche un bambino (lo facevano sia Fragile che Deadman), ma Fragile rimane lì e prende una fucilata a un braccio per questo.
Se le DOOMS in qualche modo non esistono più (o non esistono più solo quelle di Fragile?) bisognerebbe dedurre che le lacrime di Fragile e Sam davanti al lago di catrame siano autentiche e non un'allergia chirale. A meno che la presenza delle CA e del catrame, appunto, non comporti qualcosa di diverso.
E se le DOOMS non esistono più, viene da domandarsi su cosa conterà Higgs, che aveva dei poteri spropositati grazie al supporto di Amelie – che ora però non avrebbe più.
A proposito di Higgs
Higgs, il personaggio interpretato dal talentuoso Troy Baker, che canta il BB Theme per tutto il trailer, è particolarmente enigmatico in questo video e si afferma come il Revolver Ocelot della saga di Death Stranding per la sua indecifrabilità.
Alla fine del primo Death Stranding sapevamo molte cose di Peter: l'uomo, che ha dei palesi trascorsi personali con Fragile, è responsabile di averla fatta sfregiare dalla cronopioggia, durante un attentato degli Homo Demens dove la ragazza si è sacrificata per salvare una città. Quando poteva vendicarsi sulla Spiaggia di Amelie, Fragile non ha avuto il coraggio di ucciderlo e ha deciso di lasciarlo isolato lì.
Senza il supporto di Amelie, come visto dopo lo scontro nel primo gioco, Higgs aveva perso i suoi spaventosi poteri. L'uomo, che vuole accelerare l'estinzione, ha una vicenda personale molto drammatica, con un padre violento e una personalità dove l'autostima non manca. Difficile, allora, chiedersi perché voglia Lou in DS2.
L'uomo canta la canzone che Cliff cantava a suo figlio e riporta anche le sue stesse parole («BB, va tutto bene») quando affrontavamo gli stacchi nella spiaggia del comandante Unger. Sembra essere lui a sparare a Fragile prima dello stacco della scena sul mondo in fiamme. Non sappiamo se sia lui ad avere collegamenti con i cultisti di inizio trailer, ma molti pensano che sia lui l'uomo con la maschera di Amelie alla fine del trailer.
Non riesco a esserne completamente convinta. Al di là dell'easter egg che richiama gli "!" di Metal Gear in quella scena, il portamento del personaggio sembra quello di Higgs: si volta verso la telecamera e, mentre il BB Theme si conclude, dà un colpo di chitarra che fa da punteggiatura alla scena. Quando fa per togliersi la maschera, l'inquadratura stacca e non ci permette di vederlo in volto.
Questo significa che quel volto è molto importante, se conosco abbastanza Kojima. L'idea che sia semplicemente Higgs, come tutti ci aspettiamo, mi sembra troppo scontata. Potrebbe essere il nuovo personaggio di Elle Fanning. Non mi aspetto che sia Amelie che porta una maschera di se stessa. L'esoscheletro che indossa, però, merita interesse di suo: le piastre sul petto richiamano una gabbia toracica, al posto del pod del BB – tecnologia ormai desueta, in teoria – abbiamo gli intestini a vista.
E sul collo abbiamo il quipu di Amelie. Il ciondolo era di proprietà di chi aveva un collegamento con lei. Nel finale di Death Stranding, Louise tornava tra le braccia di Samuel con in mano un quipu, un messaggio da Amelie che, dopo avergli tolto tutto, restituiva all'uomo la bambina che tanto desiderava, come a chiudere il cerchio. E il fatto che l'ultimo personaggio che abbiamo visto con un quipu fosse Louise, forse, non è affatto un caso rispetto a questa scena.
Certo, un quipu lo aveva anche Higgs, lo sappiamo. Ma le ipotesi qua potrebbero essere meno scontate di quello che sembrano. E non sottovalutiamo l'uso della musica, che stiamo dando per scontato come intradiegetica: non è detto che Higgs stia cantando la canzone in quella esatta scena, nel gioco finale.
Old Sam
Il trailer ci ha mostrato anche alcuni scorci di Sam Porter Bridges. L'esperto e stanco corriere potrebbe essere ancora il personaggio giocabile. L'inizio del video suggeriva una Fragile più centrale, ma il fatto che la donna chiami Sam a «un nuovo viaggio» potrebbe far intendere che sarà ancora il Porter Leggendario a prendersi la scena.
Samuel, tuttavia, appare piuttosto invecchiato – anche se molto tonico, fisicamente – quasi come Solid Snake prima di lui. Ha ancora le impronte delle mani sul corpo, in quanto riemerso. Il volto sembra più segnato dall'età, i capelli e la barba sono bianchi. E, lato curioso, non riesco a vedere i tatuaggi sulla sua pelle: nella scena finale in cui sembra stringere in mano il pod con i tentacoli, sembrano mancare. Ammesso che le mani siano le sue, certo.
Difficile dire altro su Sam, al momento: laconico come sempre, il nostro protagonista si presenta a patto nudo risalendo dal rifugio verso il lago di catrame. Sembra indossare dei pantaloni che non richiamano nessuna delle uniformi che conosciamo dal primo Death Stranding. E viene da domandarsi quanto tempo sia passato dall'epilogo del primo gioco: il misuratore al minuto 00:15 non mi aiuta, non capisco a cosa faccia riferimento quel "2", perché Lou di sicuro non ha due anni. Ma non sembra abbia nemmeno due mesi, ma qualcosina in più.
Insomma, l'invecchiamento di Sam sembra molto più accentuato del tempo che sarebbe passato dalla fine di Death Stranding. A meno che l'addio alla Spiaggia di Amelie, chiusasi dopo aver rimandato indietro Lou, non abbia fatto improvvisamente gravare sull'uomo tutte le sue riemersioni.
O, seconda ipotesi, la parte del trailer in cui vediamo Sam si svolge molto dopo la parte in cui vediamo la piccola Lou e l'attacco di Higgs a Fragile. E, in caso, si allineerebbe la possibilità che Elle Fanning sia Lou, e che Sam sia quindi più vecchio. Ma non si capirebbe perché Fragile sia sempre uguale, come se fosse cristallizzata fuori dal tempo.
«Ci saremmo dovuti connettere?»
Chiudo come avevo aperto, con una riflessione che arriva da Brain Structure. Durante i The Game Awards, Kojima ha ribadito che ha riscritto DS2 dopo la pandemia. Durante il podcast, ha elaborato questo punto, sottolineando come «quello che avevo scritto non andava più bene, per persone che hanno vissuto quello che hanno vissuto in questi anni». Ha rimarcato come il mondo non sia quello pre-pandemia, nel bene o nel male, e di aver avuto bisogno di riflettere su questa cosa.
In Brain Structure ha evidenziato che il tema del gioco sarà quel «avremmo dovuto connetterci?» che abbiamo visto lungo il trailer. Il dubbio, insomma, che essere tutti collegati non sia sempre l'idea migliore, l'altra faccia della medaglia.
È una riflessione che in un vecchio episodio di Brain Structure portò anche Mamoru Oshii (Ghost in the Shell), che disse di aver giocato centinaia di ore a Death Stranding rimanendo sempre offline. Affermò di aver colto e apprezzato il messaggio del gioco, ma di preferire essere solo, «non voglio connettermi».
Questo sembra lasciare intendere che, come un virus nel mondo reale in cui qualcosa arriva da un estremo del mondo all'altro in pochissimi giorni, la rete chirale delle UCA possa aver favorito la diffusione di qualcosa di molto pericoloso. Difficile dire qualcosa di più di questo, con gli elementi che abbiamo ora, ma dopotutto solo persone che hanno modo di collegarsi e trovarsi possono, ad esempio, creare un culto popoloso come quello che vediamo all'inizio del trailer.
Collegarci ci permette di condividere il bello e il brutto. Death Stranding poneva l'accento sul bello. Ho la sensazione che DS2 sottolinei l'altro piatto della bilancia – e toccherà capire quale dei due pesi di più. E, se tornerà come sembra il social strand system, il piatto positivo sarà di nuovo il nostro, quello del bene che faremo lavorando insieme senza chiedere nulla in cambio.
DS2 è ancora così lontano da non avere nemmeno un nome. Attendiamo che spuntino nuovi elementi e dettagli – Kojima ha già anticipato una futura puntata di Brain Structure a tema – ma la carne al fuoco sembra già tanta. E, ribadisco, in un universo dove presentare un gioco di solito significa dire al consumatore (consumatore, sì, non ho scelto la parola a caso) «comprami perché ti faccio fare questo, questo e questo», trovarsi connessi per decifrare un immaginario ha una sfumatura diversa. Fin da ora, senz'altro più ludica.