Non possiamo prendercela con Crash Team Rumble solo perché non è Crash Bash

Crash Team Rumble sta avendo grosse difficoltà a ritagliarsi un suo spazio, e in parte questo è dovuto anche al peso nostalgico di Crash Bash.

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a cura di Nicolò Bicego

Redattore

Crash Team Rumble è uscito da poche settimane e, con sorpresa probabilmente di nessuno, sta faticando non poco a ritagliarsi un suo spazio. Le motivazioni sono diverse e le abbiamo anche esplorate nella nostra video recensione.

l netto degli effettivi problemi del gioco, però, la creatura di Toys for Bob rischia anche di pagare colpe non sue, su tutte quella di non essere un remake di Crash Bash. Ed è un peccato – perché Crash Team Rumble è uno dei titoli competitivi più freschi e divertenti degli ultimi anni, uno che sa dire il suo nonostante le ingenuità e i problemi. 

Sapere quel che si vuole

Prima di parlare del perché Crash Team Rumble è un esperimento che non dovrebbe passare in sordina, vale la pena di spendere qualche parola su ciò che è successo prima della sua uscita, tanto dal lato delle aspettative dei fan quanto da quelle di Activision.

Quando uscirono i primi leak riguardanti un titolo dedicato a Crash Bandicoot in PvP, le menti andarono immediatamente ad un remake di Crash Bash. Non solo perché, fino a quel momento, era stato l’unico titolo della serie che poteva essere associato a questa etichetta, ma anche perché per molti era il passaggio naturale dopo aver visto le rivisitazioni della prima trilogia platform e di Crash Team Racing Nitro-Fueled.

Dell’epoca d’oro di Crash, quella sulla prima PlayStation, mancava solo Crash Bash, insomma. Quando Crash Team Rumble (che trovate su Amazon) si è rivelato essere – beh, decisamente qualcosa di diverso dalle aspettative, i fan hanno cominciato a storcere il naso.

Ora, questo potrebbe essere un classico esempio di quando diciamo che i giocatori, spesso, non sanno quello che vogliono, o comunque non si rendono conto delle implicazioni di quello che chiedono.

Tutti vogliamo bene a Crash Bash, ma è soprattutto per l'effetto nostalgia.
Crash Bash è un gioco che ha fatto parte dell’infanzia di molti di noi (anche del sottoscritto), ed inevitabilmente gode di un enorme effetto nostalgia, che negli anni lo ha reso un titolo sì minore ma comunque appartenente alla famosa epoca d’oro del peramele.

Ma era davvero così? Crash Bash nasceva come clone di Mario Party. E fin qui, niente di strano: un gioco può prendere ispirazione da un titolo concorrente pur riuscendo a dire la sua, e lo stesso Crash Team Racing lo aveva dimostrato.

Il problema di Crash Bash era un altro. Quando Mario Party già cominciava a condare 50-60 mini-giochi, oltre ai tabelloni, Crash Bash arrivava sul mercato con solamente 28 mini-giochi, e nient’altro.

Non solo: di quei 28 mini-giochi, la maggior parte erano in realtà ripetizioni, solo con regole diverse.

Non voglio essere troppo severo con il povero Crash Bash, ed ammetto fin da ora che avrei probabilmente guardato con la bava alla bocca ad un remake, ma devo anche ammettere che sarebbe stato in buona parte per via dell’effetto nostalgia.

Crash Bash era sicuramente un titolo divertente, ma era così povero di contenuti che – se ricordate – l’intero gioco si trovava sul disco di Spyro: Year of the Dragon, giocabile attraverso l’inserimento di alcuni codici.

Un remake di Crash Bash potrebbe funzionare, ma richiederebbe molto più lavoro di quanto si potrebbe pensare in prima battuta, perché il gioco di base era ben lontano dalla qualità dei titoli che lo avevano preceduto.

Come se non bastasse questo fatto, anche Activision sembra non sapere bene che cosa volesse da Crash Team Rumble. Da una parte, il gioco è stato lanciato con talmente pochi contenuti da farlo sembrare palesemente pensato per essere free-to-play; dall’altra, viene invece lanciato ad un prezzo sì ridotto, ma comunque adatto ad un’uscita “completa”, e non ad un titolo che sembra avere solamente la base di gioco sul disco.

Purtroppo, a fare le spese di questa situazione sono stati Toys for Bob e la sua creatura, che sicuramente avrebbe meritato un trattamento migliore sia da Activision che dai fan della serie.

Perché dovreste giocare Crash Team Rumble

Veniamo ora al punto di questa riflessione. Una volta ammessi i problemi di Crash Team Rumble, sia nella recensione che in questo stesso articolo, possiamo cercare di capire perché il gioco vale comunque la pena di essere giocato.

Soffermiamoci innanzitutto sul genere di appartenenza. È molto difficile dare un’etichetta a Crash Team Rumble, ma personalmente parlerei di platform multiplayer competitivo. Sottolineando l’aspetto platform, perché è la parte preponderante del gioco.

Toys for Bob è riuscita a confezionare un’esperienza multigiocatore che non tradisce l’essenza di Crash, anzi. Se avete giocato uno qualsiasi dei titoli platform (soprattutto l’ottimo Crash Bandicoot 4: It’s About Time, che trovate su Amazon) vi sentirete immediatamente a casa, perché il feeling pad alla mano è incredibilmente simile.

Se già era difficile immaginare un platform competitivo (non sono mancati esempi, ma sicuramente non è un genere particolarmente ricco di offerte), ancora più difficile era immaginare un platform di Crash visto in chiave competitiva. Eppure, eccolo qui: Crash Team Rumble rimane nella sua sostanza un platform, e funziona così bene da far sembrare illogico anche solo il fatto di aver dubitato di questa formula, quando ce l’avevano presentata.

Paradossalmente, il titolo che i fan stanno snobbando è lo spin-off che, tra tutti quanti quelli usciti fino ad oggi, è quello che rimane più vicino allo spirito originale di Crash.

Ovviamente, questo servirebbe a poco se il gioco non funzionasse, se banalmente non fosse divertente. Ed invece lo è eccome: come vi abbiamo sottolineato in fase di recensione, il gioco è dotato di un gameplay semplice ma al contempo profondo, accessibile ma anche in grado di dare adito a molteplici strategie di gioco, in modo da soddisfare i palati di diverse tipologie di giocatori.

Gli otto personaggi presenti nella versione di lancio (a cui a breve si aggiungerà Ripper Roo) sono sì pochi, ma sono anche estremamente diversificati tra loro, anche al di là dei tre “soft role” di appartenenza. Imparare a giocare bene con Crash, quindi, è una cosa molto diverse dall’imparare a giocare bene con Catbat, ad esempio, pur essendo entrambi Raccoglitori.

La profondità c'è: passa inosservata perché siamo troppo impegnati a dire che non è Crash Bash, mentre Activision sbagliava a non proporlo gratis.
Lo stesso vale per i ruoli. Trattandosi di soft role, un Raccoglitore può tranquillamente svolgere la funzione di un Difensore, ma non potrà mai rivaleggiare con un Difensore utilizzato da chi sa come gestire questo ruolo.

I match sono veloci ed incredibilmente frenetici, soprattutto considerando che, appunto, stiamo parlando di un platform. Raramente uno scontro vi richiederà più di dieci minuti, ed il loop di gameplay è così accattivante da rendere imprescindibile la classica “ultima partita”.

Insomma, la profondità c'è. Non si vede perché siamo tutti troppo impegnati a dire "non è Crash Bash", con Activision che intanto sbagliava palesemente il modello di monetizzazione del gioco.

Oltre a questo, c’è un’altra caratteristica di Crash Team Rumble che non dovreste sottovalutare, vale a dire la sua unicità sul mercato. Si tratta di un concept nuovo, che tenta qualcosa di molto diverso rispetto a quanto visto sino ad ora. Certo, non si tratta di un gioco rivoluzionario, ma si tratta comunque di un’idea fresca ed efficace in un panorama videoludico che fin troppo spesso punta sull’usato sicuro per non correre rischi.

Activision ha sicuramente commesso numerosi errori nel lanciare il gioco. Avrebbero potuto lanciarlo con un numero maggiore di contenuti, per giustificare il prezzo di lancio, e soprattutto avrebbero potuto pianificare meglio il marketing, perché quello che si può vedere del titolo non rende assolutamente giustizia a quello che è in grado di offrire pad alla mano.

Molto probabilmente servirà una clamorosa inversione di rotta per risollevare Crash Team Rumble dai suoi numeri attuali – sempre che ancora si possa salvare e che il suo lancio raffazzonato non abbia precluso qualsiasi possibilità di lunga vita al gioco.

Nonostante tutto questo, però, Crash Team Rumble rimane un titolo che ogni appassionato di Crash dovrebbe almeno provare, così come ogni appassionato di platform. Magari non vi piacerà (sì, i gusti sono e rimarranno sempre soggettivi, ed il divertimento non si può imporre come se fosse una misura oggettiva), ma vi sarete confrontati con un titolo che prova a proporre qualcosa di diverso – penalizzato dal dito del pubblico puntato su quello che non è, oltre che non comunicato per bene dal publisher per quello è.