Resident Evil 4 Remake dovrà essere il connubio tra novità e tradizione

Proviamo ad immaginare Resident Evil 4 Remake, tra quello che ci aspettiamo e non ci aspettiamo dal lavoro di Capcom.

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a cura di Valentino Cinefra

Staff Writer

Quando si parla di uno dei videogiochi più importanti delle ultime generazioni, ma anche nella top 20 almeno tra quelli più segnanti in termini di videogame design, affrontarne un remake è sempre un’operazione rischiosa. Parliamo ovviamente di Resident Evil 4 Remake, con le voci a riguardo che hanno scosso le coscienze di molti dei fan del pivotale survival shooter di Capcom uscito in origine su Gamecube nel 2005.

Hanno scosso anche noi, come vi raccontavamo qualche tempo fa nel nostro speciale che vi invitiamo a recuperare, perché fondante e complementare, volendo, rispetto a quello che state per leggere.

Resident Evil 4 non è invecchiato così tanto da rendere necessario un remake. Il lavoro di Capcom fatto con i recenti Resident Evil 2 e Resident Evil 3 ha dato una nuova luce a prodotti che portano sulle spalle, oggi, il peso del tempo, ma l’avventura di Leon ad El Pueblo (che stiamo rigiocando su Twitch per intero, lo sapevate?) non sembra così distante per via del suo essere fortemente avveniristica per l’epoca.

Allo stesso tempo, proprio per il lavoro fatto con le citate ultime riproposizioni, l’idea di rivedere Resident Evil 4 in grande spolvero ci esalta. Guardate, per esempio, cosa ha fatto un utente utilizzando l’engine di Far Cry 5 per rifare proprio il villaggio iniziale – ed è pensato per le console di vecchia generazione, tra l’altro.

Il dubbio sta nel fatto che RE4 è importante, e ancora oggi per niente invecchiato, proprio pensandolo nell’ottica del momento storico in cui uscì. Il lavoro di Capcom ha riscritto le regole per gli shooter, ma anche molti action adventure, in terza persona, e fa ancora oggi cose che raramente si sono riviste nei videogiochi delle generazioni successive.

Proprio i recenti remake del secondo e terzo capitolo vivono in funzione di quanto Capcom ha creato con l’avventura di Leon, quei concetti di game design, tecnologie ed intuizioni che ha portato con sé. E mentre apprendiamo che il progetto cambierà sviluppatore, e Resident Evil 4 Remake verrà portato avanti dal team principale di Capcom, proviamo a capire come potrebbe essere effettivamente.

Cosa ci aspettiamo, vogliamo e soprattutto non vogliamo, dal ritorno di Leon S. Kennedy a El Pueblo.

Il prologo di Leon

Partiamo proprio dal nostro action hero: Leon. In Resident Evil 4 scopriamo che è diventato un agente segreto, e la sua missione è salvare la figlia del Presidente degli Stati Uniti d’America. È la prima volta che lo rivediamo da quando era una recluta nel dipartimento di polizia di Raccoon City, al suo primo giorno di servizio ed alle prese con un’epidemia zombie, e nel frattempo non abbiamo mai saputo niente sulla sua formazione.

Resident Evil 4 Remake potrebbe raccontare, in qualche modo, il pregresso del protagonista. Che sia con una semplice cutscene, un flashback giocabile, magari, delle linee di dialogo o informazioni di qualche tipo, darebbe più spessore a Leon. In fondo anche i recenti remake hanno cambiato sezioni di gioco per raccontare qualcosa di più dei personaggi, in particolare del capo della polizia Brian Irons in RE2 Remake, e ci aspettiamo qualcosa del genere anche in questo caso.

Il Mercante e la sua storia

Sempre per quanto riguarda la narrativa, in un remake vogliamo assolutamente un focus sul misterioso Mercante.

Uno pseudo-personaggio, che di fatto serve solo a dare un minimo senso logico al poter acquistare o potenziare le armi di Leon, ma che è diventato un culto con il tempo soprattutto per la sua caratterizzazione semplice ed efficace. Cappotto lungo, bandana ed un fortissimo accento britannico lo hanno reso un personaggio paradossalmente iconico pur essendo, di fatto, un non-personaggio.

Resident Evil 4 Remake dovrebbe raccontare qualcosa su di lui. Sappiamo che è un ganado anche lui, ma perché non impazzisce come gli altri? Perché vende oggetti e soprattutto dove li trova? Basterebbero già un paio di linee di dialogo in più, magari proprio scambiate con Leon, per dargli un rinnovato senso.

Ganados migliori, feroci e pericolosi

L’intelligenza artificiale di RE4 all’epoca aveva delle trovate a dir poco innovative. Nemici che si coprivano il volto e schivavano i proiettili, accerchiavano, potevano lanciare oggetti da lontano. Certo erano lenti, dalla seconda run era facilissimo affrontarli, ed oggi fanno sorridere un po’, e in un remake devono essere migliori.

Al di là del produrre una maggior quantità di modelli poligonali differenti che è d’obbligo, i ganados di RE4 Remake devono prendere spunto dagli zombie dei remake del secondo e terzo capitolo – i quali tornano a far paura, sono molto più resistenti, e finché non si è equipaggiati a dovere rimangono una vera e propria rogna. Partendo da queste dinamiche si può fare davvero moltissimo per rendere i ganados davvero implacabili.

Devono essere più veloci, magari poter raccogliere oggetti per tirarceli contro, spingere o abbattere scale, barricare le porte per impedire a Leon di uscire, e così via. In questo senso diventerà ancora più importante colpirli alle gambe, disarmarli, e in generale giocare d’astuzia per evitare di essere annientati. Questo è l’elemento focale del gameplay, probabilmente, che dovrebbe incentrarsi sullo scaraventare addosso a Leon orde meno numerose di ganados magari, ma molto più terrorizzanti che in passato.

QTE, cambio armi e… cassa degli oggetti?

Resident Evil 4 Remake dovrà inevitabilmente sottostare ai dettami del game design attuale. Sebbene l’originale abbia riscritto buona parte del dogma di come si produce uno shooter in terza persona, le cose sono cambiate molto negli anni. Basterebbe già riprendere ciò che fa RE2 Remake, che continuiamo a citare ininterrottamente: in primis, per quanto riguarda il cambio d’armi rapido, uno standard negli shooter e l’unica, grande mancanza che rendere RE4 un gioco anziano.

Allo stesso modo sarebbe interessante ampliare la rosa delle armi, così da rendere più interessante il new game plus e dare al giocatore la possibilità di sperimentare. L’avanzamento tecnologico potrebbe permettere, ad esempio, di lavorare su fattori che all’epoca erano impossibili da calcolare come la facilità di penetrazione nelle armature, tutte statistiche che si possono aggiungere alle armi ora.

Ci sono due elefanti nella stanza di cui parlare: i Quick Time Events e la cassa degli oggetti.

I QTE all’epoca erano praticamente inesistenti, e dove venivano inseriti erano giusto una soluzione per dare un’illusione di dinamismo. In Resident Evil 4 non solo sono parte integrante del gameplay, ma vengono usati attivamente come elemento di tensione, arrivando a generare una boss fight (la prima contro Krauser) interamente composta da essi. Oggi hanno ancora senso i QTE?

Probabilmente se non scriptati come erano all’epoca. Resident Evil 4 Remake li potrebbe riprendere in maniera più discreta, ma rendendoli più distribuiti in diversi momenti di gioco più dinamici. Quando si viene afferrati, in specifici momenti di azioni e schivate, o magari con boss fight riviste per inserirne di più che in passato. Lo scontro con Krauser è iconico e, ve la buttiamo lì, anche in ottica Dualsense i grilletti adattivi potrebbero essere sfruttati in qualche modo.

La cassa degli oggetti, invece, spariva in RE4 come elemento di rottura col passato, perché la gestione dell’inventario diventava parte integrante del gameplay. Farla tornare, diminuendo leggermente lo spazio originale come la quantità di roba che si raccoglie, potrebbe dare a RE4 Remake quel tocco di survival per convincere anche i detrattori del gioco originale che lo accusavano di essere l’inizio della rovina del franchise.

Collegata alla dinamica del Mercante che ovviamente deve ritornare, potrebbe essere una soluzione intrigante per dare una svolta alla dinamica di RE4 senza stravolgerla.

Ashley, una palla al piede

Ashley Graham, la ragazza che Leon deve salvare in Resident Evil 4 è diventata negli anni praticamente un meme per via della sua inutilità. Nonostante ciò, il suo essere la proverbiale damigella in pericolo è un elemento che deve tornare in un eventuale remake. È il gancio della storia e un potenziale elemento di gameplay su cui costruire qualcosa di divertente.

La ragazza potrebbe essere sì la persona da salvare, incapace di difendersi da sola, ma non per questo deve diventare solamente un peso. Può fare gli sgambetti ai ganados, trovare e lanciare oggetti a Leon come fa Elizabeth in Bioshock Infinite, ad esempio, e interagire in maniera limitata con gli avversari qualora si avvicinino – che sia con delle spinte o dei tentativi di fuga.

E, perché no, potrebbe anche tenere in mano un coltello dato proprio da Leon. Una dinamica di gameplay che la renderebbe leggermente più autonoma, al prezzo di non poter andare in giro a raccogliere oggetti oppure attivare leve ed altri meccanismi mentre Leon fa a pezzi i ganados. L’unica certezza è che un comprimario che non riesce a scendere le scale o tuffarsi da una piccola altezza non è accettabile, oggi.

Resident Evil 4 Remake che omaggia l'originale

C’è un Resident Evil 4 che non ha mai visto la luce, mostrato con un trailer accompagnato da una brevissima sequenza di gameplay tra il Tokyo Game Show del 2002 e l’E3 del 2003 (con l’ormai leggendaria intro surreale di Shinji Mikami), poi stravolto nella prima demo del 2004 che mostrava il videogioco che poi avremmo conosciuto.

In origine il titolo voleva avvicinarsi molto alle atmosfere dei Resident Evil originali con una strizzatina a Silent Hill, con un filmato che mostrava una figura spettrale in grado di impossessarsi degli oggetti ed animarli per diventare una minaccia verso il protagonista. Sono passati un po’ di anni, e nel caso non sappiate di cosa stiamo parlando ecco un contributo video (che qualcuno ha anche rimasterizzato in parte con un’upscaling fatto con il machine learning):

Questo tipo di idee potrebbero essere riutilizzate in Resident Evil 4 Remake, come parti aggiuntive ed inedite che riprendano in parte l’idea originale. Al di là della telecamera semi-fissa, non è stata riproposta in nessun modo l’idea del fantasma nella versione finale del gioco, ma tornare a queste suggestioni potrebbe essere un gran tocco di classe.

Ma immaginate una sequenza nei panni di Ashley che, invece di funzionare come una versione castrata del gameplay originale, riproponga le telecamere fisse, un senso di inquietudine amplificato dal fatto di interpretare un personaggio che non sa difendersi. Non è esaltante?

In attesa di Resident Evil 4 Remake potremmo finalmente giocare a breve Resident Evil Village, l'avete già prenotato?