Per il regista di Assassin's Creed le serie TV rendono merito meglio a libri e videogiochi

Difficilmente un solo film può traslare su schermo tutto quello che c'è da dire su una saga, come nel caso di quella Ubisoft

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a cura di Stefania Sperandio

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Abbiamo già detto in queste ore, parlando del caso del film di Uncharted (che sembra non trovare pace sul calendario) che portare sul grande schermo le emozioni e i personaggi dei videogiochi è un’impresa tutt’altro che semplice. Parliamo di una difficoltà con la quale ha dovuto confrontarsi anche Justin Kurzel, che nel 2016 ha visto l’uscita nelle sale di Assassin’s Creed – che ha firmato come regista.

Il film con protagonista Michael Fassbender, e che ha cercato di portare in sala le vicende del Credo degli Assassini del franchise Ubisoft, non ha avuto però i risultati sperati al botteghino ed è stato ampiamente stroncato dalla critica. Dati che testimoniano una certa difficoltà nel passare fluidamente da un medium all’altro, anche per la saga di Ezio Auditore e compagni.

Intervistato per il podcast di The Playlist, il regista ha discusso di alcuni aspetti controversi del film e delle sue aspettative per un possibile sequel – ammettendo che la soluzione migliore potrebbe essere guardare alle serie TV, più vicine a un modello narrativo che renda merito a contesti ricchi come quelli di alcuni videogiochi o di alcune saghe letterarie.

La difficoltà delle linee temporali di Assassin’s Creed

Un aspetto che non è stato facile portare al cinema, secondo il regista, risiede nel fatto che la serie Assassin’s Creed sia storicamente caratterizzata da due piani temporali: abbiamo quello ai giorni nostri e quello nell’epoca storica che è simbolo di quel determinato episodio – che sia l’Antica Grecia in Odyssey, il Rinascimento Italiano in Assassin’s Creed II e così via.

«C’erano alcuni aspetti del gioco che molti ritenevano potessero essere fantastici, da avere nel film» ha raccontato il regista, che ha aggiunto «la sfida stava nel fatto che alcune idee nel gioco sono molto complicate.»

Il motivo è presto detto:

In Assassin’s Creed ci sono due mondi diversi: quello moderno con Callum Lynch che torna all’Animus e si sposta poi in un determinato periodo storico. Se devo essere sincero, penso quello sia il motivo per cui la maggior parte delle persone si avvicina ai giochi: per immergersi in un dato periodo storico.

Il regista spiega che «è stato davvero complicato, quell’equilibrio tra quanto spostarti nel futuro e quanto affidarti al passato, trovare un modo per legare i due periodi – sì, direi che si sia trattato della maggior difficoltà, dal punto di vista della scrittura.»

Il futuro di un Assassin’s Creed cinematografico

Il fatto che Assassin’s Creed non sia riuscito ad avere l’accoglienza sperata non ha però fatto in modo che Kurzel rinunciasse ad alcune idee per un ipotetico seguito. Se fosse il regista, a scegliere, sceglierebbe un periodo storico più vicino ai giorni nostri per la parte narrativa ambientata nel passato, in rottura con quanto visto fino a oggi nel franchise degli Assassini.

«Anziché tornare indietro di così tanti anni, avevo pensato che sarebbe stato davvero interessare tornare indietro in un periodo che sia più vicino al presente» ha spiegato l’artista della cinepresa.

Questo, però, con una certezza: per Kurzel, i lungometraggi al cinema non sono il modo migliore di trasporre i videogiochi. E nemmeno i libri. Secondo il regista, infatti, la via migliore per rendere contenuti narrativamente così ricchi (dopotutto parliamo di una saga estremamente longeva, e per questo ricca di una lore molto nutrita) è quella delle serie TV.

Nelle parole di Kurzel:

Ho pensato anche agli adattamenti di grandi libri. Come fai di punto in bianco a prendere 600-700 pagine di un capolavoro e metterle tutte dentro un film di 90 minuti? A volte devi smantellare tutto e approcciare la storia in un modo semplificato. Quindi, probabilmente, Assassin’s Creed funzionerebbe alla grande se fosse una serie TV.  O magari c’è un modo per semplificare il gioco e catturarne pienamente il cuore.

Effettivamente, abbiamo visto che Naughty Dog ha deciso di puntare alla serialità per portare il suo The Last of Us ad attori in carne e ossa – in collaborazione con HBO (il gigante della televisione di Game of ThronesChernobyl). Chissà che, anche per Assassin’s Creed, non si decida in futuro di seguire lo stesso modello.

Assassins-Creed-Odyssey

L’ultimo episodio uscito della saga videoludica, Assassin’s Creed Odyssey, è arrivato nel 2018. Da allora, numerose indiscrezioni si sono inseguite per suggerire Assassin’s Creed Ragnarok (con il nome finale che sarebbe però differente), un nuovo episodio in lavorazione e per ora misterioso che affonderebbe le radici nella storia norrena.

Fonte: The Playlist