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Recensione

Art of murder - la crudele arte dell'omicidio

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a cura di Batiza

Pubblicato il 01/03/2008 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

8

Le avventure grafiche, oggi, sono da considerarsi quasi un bene raro. Se ne producono poche e, tra queste, la maggior parte non riesce ad elevarsi oltre il livello della mediocrità. Gli amanti di questo particolare genere di gioco, solitamente, cercano un prodotto di stampo classico che, cioè, si rifaccia in gran parte (dal punto di vista strutturale, naturalmente) alle pietre miliari del passato e che eviti, quindi, di innovare senza criterio alcuno, ciò che di buono la storia delle avventure grafiche ci ha lasciato. Art of murder (d’ora in vanti AOM), in larga parte, riesce a non deludere la suddetta fascia di pubblico con, appunto, un’avventura d’atmosfera, con una trama ben raccontata e svelata gradualmente, con enigmi dalla difficoltà ben calibrata (forse tendendo alla semplicità, per i più esperti) e senza troppi fronzoli a livello di gameplay dimostrandosi, quindi, accessibile ed accattivante, per tutti, da subito.L’altra fascia di pubblico è, invece, rappresentata dai neofiti del genere che, per la prima volta, si avvicinano a questo genere di gioco: anche in questo caso, AOM sarà capace di non deludere, proponendo situazioni sempre suggestive ed alla altezza delle aspettative.

La trama in pilloleNicole Bonnet, giovane e bellissima agente dell’FBI a New York, si trova a dover risolvere un caso piuttosto singolare. Un killer sta infatti turbando i sonni della grande mela, attraverso una serie di omicidi a danni di persone apparentemente scollegate tra loro (e, ovviamente, spetterà a voi dimostrare il contrario) unite tra loro da un unico filo conduttore: si tratta di professionisti molto stimati e quindi benestanti. Sarà infatti questa la prima pista che saremo portati a seguire, unita ad una presunta arma del delitto, la cui forma corrisponde ad un coltello di forma particolare, di (quasi) certa provenienza precolombiana. Il killer non è un individuo qualunque, bensì un uomo (o una donna?) capace di fare della sua spietatezza un’arte e della sua efferatezza uno sbeffeggio nei confronti delle forze dell’ordine. Provata dal difficile rapporto con il capitano Chaser e supportata soltanto dalla “materna” segretaria di dipartimento, Ruth, Nicole dovrà buttarsi a capofitto in una storia macabra e piena di colpi di scena. Non mancheranno, a tal proposito, verità sopite che molti personaggi, coi quali interagiremo, hanno interesse a lasciare tali, maledizioni provenienti da civiltà precolombiane oltre ad oscuri, freddi ed inospitali vicoli della città, pronti ad inghiottirvi nella loro atmosfera corrotta e a contagiarvi della loro malsana infettività suburbana. Non si può andare oltre, in questa sede, per non rovinare alcuna sorpresa. Il tutto è perfettamente amalgamato grazie ai filmati in FMV, ottimamente realizzati, presenti nel gioco.

Tecnicamente parlandoI ragazzi di City Interactive hanno svolto un lavoro degno di nota. Dal punto di vista visivo, AOM si presenta egregiamente. Parecchia attenzione è stata posta ad ogni particolare del gioco. Gli scenari, in particolar modo, risultano disegnati con cura, con giochi d’ombra e di luci utili a creare il fascino del mistero, necessario per apprezzare un’avventura con questo tipo di ambientazione. Non si è nemmeno lesinato su alcune chicche grafiche che, dato il tipo di gioco, normalmente non vengono curate più di tanto, quali i movimenti delle nuvole in cielo o il volo di rapaci pennuti durante gli spostamenti attraverso spazi aperti (ovviamente). Queste “chicche”, infatti, sono solo un contorno, ma si tratta pur sempre di un piacere per gli occhi, acuti, di chi sa apprezzare determinate raffinatezze. Non arriviamo ad un punteggio di vertice, in questo frangente, per il semplice fatto che le animazioni dei personaggi, nonchè i loro modelli, sono ben realizzati, ma pur sempre nella media.Il comparto audio è addirittura superiore, con musiche che, pur non rasentando livelli d’eccezionalità, sono talmente ben orchestrate ed adattate alle varie scenografie da sembrare tessute, come un vestito, appositamente sopra l’intera esperienza di gioco. In più di un’occasione, infatti, saranno le musiche, più che tutto il resto, a dare il ritmo giusto all’avventura. Il comparto tecnico, nel complesso, crea un’atmosfera seconda soltanto ad un altro capolavoro dello stesso genere, riferendomi a Still Life, cui questo gioco rende in parte tributo.Dieci e lode, inoltre, alla localizzazione (completa) in italiano, eseguita dalla Jinglebell, agenzia/garanzia del settore.

Il gameplayDicendo che si tratta di un punta e clicca di stampo classico, si è detto praticamente tutto. Non vi sono innovazioni particolari (anzi, non ve ne sono del tutto) rispetto agli standard del genere. Tutto, dall’interazione all’inventario sa dannatamente (e per fortuna, secondo me) di già visto. Tirando, da un lato, un sospiro di sollievo dobbiamo però rendere conto ad una linearità prestabilita, nella successione degli enigmi, che può portare a rimanere bloccati in un punto, senza sapere cosa fare. Mi spiego meglio: in più di una situazione, si ha la percezione di non poter più fare niente (ma proprio niente) all’interno di una stanza e, quindi, se c’è un problema da risolvere, si cerca un’altra soluzione…per ore, perchè poi quella giusta era la prima che si fosse escogitata, solo che magari sarebbe stato necessario compiere prima un’altra irrilevante azione (totalmente estranea alla prima) prima di proseguire. Non si tratta, comunque, di un difetto grave: molti giochi utilizzano questo tipo di struttura, anche se io preferisco il modello, alternativo, lievemente meno vincolato. La difficoltà degli enigmi, come si diceva più su, risulta ben calibrata ed infatti, questi, non saranno mai difficilissimi da risolvere. Peraltro, il cosiddetto pixel hunting viene scongiurato (ed è qui che la difficoltà può risultare sbilanciata verso il basso) da un sistema introdotto dai programmatori, attivabile attraverso una lente di ingrandimento nella task bar del gioco, che permette di evidenziare tutti gli elementi utili all’interno di una determinata location (anche in questo caso, non si tratta di una novità).

Un percorso complessoAOM è tutt’altro che corto. La trama, come già notato, è molto ben articolata e si snoda nel periodo di una settimana. Ogni giorno, rappresenta un capitolo e dura abbastanza a lungo. Facendo una maratona lo si può portare a termine in due nottate e mezza, altrimenti può durare anche una decina di giorni. Tenendo presente che le avvenuture grafiche abbiano un metro di lunghezza necessariamente diverso da tutti gli altri generi, siamo di fronte ad una longevità più che buona ed il finale del gioco, finalmente, lascia aperto uno spiraglio ad un eventuale seguito senza, tuttavia, dare l’impressione di lasciare la storia in una fastidiosissima condizione di incompiutezza (e, ancora una volta, mi riferisco a Still Life).

HARDWARE

WIN 98/Me/2000/XP; Pentium 3/AMD equivalente da 500 Mhz; 128 Mb RAM; Scheda video con 32 Mb di memoria; 1 gb di spazio libero su disco; lettore Dvd-rom.

MULTIPLAYER

Non supportato

– Tecnicamente ottimo

– Grande atmosfera

– Trama ben costruita

– Doppiaggio Jinglebell

– La struttura di gioco può non essere apprezzata da tutti

8.0

In un panorama così arido, quanto ad avventure grafiche, come quello PC, l’arrivo di Art of murder non può che portare una boccata d’aria (fresca?). Piacerà a tutti gli appassionati avventurieri, siano essi neofiti od esperti, che non potranno non apprezzare la splendida atmosfera, nonchè l’ottima trama, di questo prodotto di qualità (decisamente sopra la media) confezionato dalla City Interactive, team polacco dalle indubbie capacità di programmazione, il tutto ad un prezzo decisamente onesto. Come si suol dire, se il buongiorno si vede dal mattino, per i ragazzi della City Interactive (non tutti novizi, tra l’altro), il futuro non può che essere estremamente roseo.

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