PUBG è stato bandito dai talebani per via dell'eccessiva violenza, davvero

Il governo dell'Afghanistan ha deciso di bandire PUBG dal territorio, una decisione dei Talebani per via dei contenuti violenti.

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a cura di Valentino Cinefra

Staff Writer

PUBG è un battle royale dove, lo sappiamo, bisogna vincere a suon di piombo contro gli avversari, una cosa che ai talebani non sembra piacere molto.

Il battle royale che ha sfidato Fortnite per anni, e che almeno sui gadget su Amazon non è da meno, non è il benvoluto ovunque, a quanto pare.

PUBG è anche diventato completamente gratuito negli ultimi tempi, ma questo non è servito per ridare la scintilla vitale a quello che, una volta, era il principale esponente del genere.

Non è servito neanche l'annuncio dell'arrivo di Dragon Ball, come in Fortnite, per tornare ad attirare l'attenzione dei giocatori.

Come riporta PC Gamer, in queste ore PUBG è stato messo al bando dal governo dei talebani, con la motivazione di essere troppo violento e un possibile danno per i giovani.

Entro tre mesi entrerà in vigore in Afghanistan il tanto discusso divieto di PUBG, accusato di "promuovere la violenza" e "ingannare i giovani".

La decisione è stata annunciata a seguito di un recente incontro tra il ministero delle telecomunicazioni dell'Afghanistan, un funzionario delle forze dell'ordine della Sharia e rappresentanti della sicurezza.

Come in molte parti del mondo, PUBG è stato un successo in Afhganistan, dove il battle royale stava occupando la maggior parte del traffico Internet della zona all'inizio del 2021.

Il divieto fa parte di un'ondata di repressione che i talebani hanno attuato da quando sono tornati al potere in Afghanistan nell'agosto dello scorso anno. Il gruppo ha anche bandito oltre 23 milioni di siti web per "contenuti immorali".

È surreale vedere che un videogioco come PUBG sia tacciato di eccessiva violenza dai talebani che, per usare un eufemismo, non è che siano stati esattamente eleganti nella loro operazione militare nella zona.

Una manovra, questo ban, che somiglia molto a quello effettuato dal governo cinese con tanto di leggi ad hoc, che sta facendo discutere da molto tempo.

Tanto che un'intera azienda si è vista bloccare tutta al produzione mobile, ovviamene fortissima in Cina, per moltissimo tempo.