Chi sperava in un ritorno alle atmosfere bizzarre e al worldbuilding alieno di Morrowind dovrà fare i conti con una realtà ben più sobria: The Elder Scrolls VI continuerà la direzione “più normale” che la serie ha intrapreso da Oblivion in poi, allontanandosi sempre più dall’immaginario oscuro e surreale dei primi capitoli.
In una recente intervista con Kiwi Talkz, Kurt Kuhlmann, co-lead designer di Skyrim (che trovate su Amazon), ha spiegato che la perdita della componente “weird” ha iniziato a farsi sentire proprio con il suo ritorno in Bethesda ai tempi di Oblivion.
«Se guardi al Pocket Guide to the Empire pre-Oblivion, il mondo era molto più strano di quello che abbiamo poi mostrato», afferma. Secondo lui, anche il successo della trilogia de Il Signore degli Anelli avrebbe influenzato la scelta di orientarsi verso un’epica più classica e rassicurante.
Ma l’elemento decisivo, secondo Kuhlmann, è Todd Howard: «Todd non è particolarmente attratto dalle cose strane,» ha detto, riferendosi a come lui e Michael Kirkbride avessero inserito in Morrowind numerose influenze ispirate a opere come Dune o Dark Crystal, che oggi non troverebbero più spazio in un gioco Bethesda.
Kuhlmann si dice anche scettico sulla possibilità di vedere TES VI ambientato in regioni esotiche come Elsweyr o Black Marsh, territori ricchi di potenziale creativo ma forse troppo distanti dalla visione high fantasy dominante degli ultimi capitoli.
Insomma, The Elder Scrolls VI, previsto non prima del 2028 (e che in qualche modo sarebbe già "abbastanza giocabile"), sarà probabilmente un RPG monumentale, ma più classico, meno visionario.
Morrowind rimarrà un unicum nella storia della saga: un esperimento irripetibile che difficilmente tornerà a influenzare il futuro della serie.
Nel mentre, avete visto che lo storico The Elder Scrolls: Arena si prepara a rinascere grazie a un ambizioso remake fan-made in stile Oblivion Remastered? Leggi qua.