Il lead game designer di Apex Legends è stato licenziato per commenti sessisti e razzisti risalenti al 2007.
Il battle royale di Respawn Entertainment ed Electronic Arts sta riscuotendo un enorme successo, e con esso una sempre maggiore risonanza con il suo pubblico.
La mossa arriva a margine del lancio della Stagione 10, e punta evidentemente ad evitare ogni possibile ritorsione per un caso del genere sul titolo.
Lo studio californiano ha altri progetti in cantiere, tra cui un nuovo Star Wars che dovrebbe fungere da seguito per Jedi Fallen Order.
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Dopo aver lanciato l'update next-gen di Star Wars Jedi Fallen Order, una brutta gatta da pelare per Respawn Entertainment, dunque.
Daniel Klein ha confermato su Twitter, come riporta VGC, di essere stato licenziato dalla software house californiana per commenti fatti nel 2007.
Questi comprendono un post su un blog in cui Klein affermava che le donne hanno «cromosomi ritardati» insieme ad altre espressioni con riferimenti sessuali e, in un'altra conversazione, un'equiparazione tra una famiglia di africani e gli animali.
Alla fine dello scorso mese, tali commenti inappropriati sono ricomparsi sui social, e il lead designer ha affrontato apertamente la questione assumendosi le proprie responsabilità e spiegando di essere «imbarazzato, triste e arrabbiato contro quello che ero da giovane (...) Spero sia ovvio che non credo più in queste cose».
Il responsabile della comunicazione di Respawn Ryan Rigney aveva difeso il suo collega, aggiungendo che «non penso qualcosa del 2007 rispecchi una persona del 2021. La gente cresce».
La compagnia non è stata però dello stesso avviso: il designer è stato licenziato, come confermato da lui stesso. Sull'argomento ha aggiunto quanto segue in una serie di tweet.
«Dallo scorso venerdì non lavoro più in Respawn. Potreste o potreste non aver visto le cose orrende, bigotte che ho detto nel 2007. Concordo di tutto cuore che QUELLA persona avrebbe dovuto essere licenziata.Ho profuso così tanta energia nel diventare una persona migliore da allora, e in questo momento sono solo molto depresso perché sento che non riuscirò mai a porre rimedio per quello che ero.
Ho detto cose razziste e sessiste, non perché ci credessi profondamente, ma perché sapevo che avrei potuto ottenere una reazione dalla gente.
Questo non giustifica nulla di ciò che ho detto; l'impatto delle mie parole è stato lo stesso a prescindere da ciò in cui credessi».
Klein ha aggiunto che EA e Respawn «avevano assolutamente il diritto di licenziarmi, per quanto io possa non essere d'accordo con quella decisione».
Per il gaming come industria è indubbiamente un momento molto delicato, se pensiamo al caso scoppiato in Activision Blizzard soltanto poche settimane fa.
Non si è trattato, sfortunatamente, di un caso isolato e altre compagnie come Ubisoft hanno passato processi simili (dai quali purtroppo non sono ancora usciti).
Con problematiche così grandi da risolvere internamente, diventa per forza di cose più difficile difendersi da accuse meschine come quelle del Telegraph, che ha parlato dei videogiochi quali prossima pandemia.
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