La tendenza sempre più diffusa delle edizioni fisiche fasulle nel mondo dei videogiochi ha colpito anche The Elder Scrolls IV: Oblivion Remastered (trovate qui la nostra recensione), uscito lo scorso aprile su PC, PlayStation 5 e Xbox Series X/S.
Quello che doveva essere il ritorno trionfale di un classico rimasterizzato si sta trasformando in una lezione amara sulla direzione che sta prendendo l'industria videoludica moderna. La scoperta ha lasciato i fan delusi e ha riacceso il dibattito sulla reale proprietà dei contenuti digitali.
Un utente di Reddit ha sollevato il velo su quella che molti temevano fosse una realtà inevitabile: l’edizione fisica del gioco, attesa nei negozi dal 13 ottobre, conterrà soltanto un codice di download. La conferma è arrivata da un’email inviata da PlayAsia, dove la Deluxe Edition viene esplicitamente descritta come "code in a box".
Il percorso di Oblivion Remastered non è stato privo di ostacoli: al lancio le recensioni su Steam erano già scivolate verso un giudizio "misto", soprattutto a causa di problemi di performance su PC (un po' come è accaduto a Monster Hunter Wilds) che hanno deluso i veterani della saga.
Ora, la questione del “codice nella scatola” aggiunge un ulteriore motivo di malcontento per una fanbase che si aspettava un trattamento diverso da Bethesda e dai suoi partner.
La pratica non è nuova ma riflette un trend più ampio nell’industria videoludica, che ha dato vita anche ad iniziative non direttamente collegate come Stop Killing Games, che di recente ha chiuso con successo la petizione.
Il caso di Oblivion Remastered non è isolato: anche altri titoli recenti hanno adottato la stessa strategia, confermando come il "code in a box" stia diventando la norma. Per i giocatori storicamente legati alla tradizione delle edizioni fisiche complete, questo cambiamento rappresenta un duro colpo alla cultura del collezionismo.