Joel ha fatto la scelta giusta nel finale di The Last of Us? Difficile dirlo, per lo showrunner

Intervistato sul finale di The Last of Us, lo showrunner Craig Mazin ha commentato la decisione di Joel, spiegando il suo punto di vista.

Immagine di Joel ha fatto la scelta giusta nel finale di The Last of Us? Difficile dirlo, per lo showrunner
Avatar

a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

Il finale del primo The Last of Us scatena sempre delle discussioni per il dilemma morale che pone: cosa avremmo fatto nei panni di Joel? La sua è stata la scelta migliore possibile? A dire la verità, nemmeno lo showrunner della serie TV realizzata per HBO, Craig Mazin, saprebbe dare una risposta a questo quesito.

Intervistato da The Hollywood Reporter, l'autore – che ha lavorato affiancato da Neil Druckmann, autore dei videogiochi per Naughty Dog – ha parlato specificamente del dilemma affrontato da Joel, definendo molto difficile mettersi nella posizione di dire se avesse ragione o torto, nel fare quello che ha fatto.

Segue, nel paragrafo nascosto, un importante spoiler dal finale della serie TV e del videogioco.

Show hidden content Come i giocatori, e anche gli spettatori della serie TV, sanno, Joel Miller decide di portare in salvo Ellie e di uccidere l'entourage medico presso cui l'aveva condotta, che stava lavorando per cercare una cura che fermasse l'infezione da Cordyceps e quindi l'estinzione umana.

Di fronte all'eventualità di perdere Ellie in questo processo, dopo il trauma della perdita di sua figlia Sarah, Joel decide di non voler affrontare questo lutto e di proteggere Ellie, al costo che l'umanità non abbia mai una cura – se questa cura deve arrivare a spese di Ellie, che è l'unica persona immune che sia mai stata rilevata, di fronte al virus.

Una scelta che, secondo Mazin, apre a diversi interrogativi:

«Di certo è una decisione egoista. La domanda, però, è: 'è una scelta sbagliata?'. È la domanda che siamo costretti a farci e non sono sicuro che siamo in grado di rispondere facilmente.

Perché ogni genitore, se qualcuno dovesse venire a dirgli 'premerò un pulsante e o morirà il tuo bambino, o morirà quello di qualcun altro'... ecco, non conosco nessuno genitore che davanti a quella scelta risponderebbe 'ok, vai pure con il mio bambino'.

È vero, certo, che Joel "tecnicamente" non è il genitore di Ellie, ma il legame che i due personaggi stringono durante il loro viaggio, insieme al trauma per la perdita di Sarah, ha fatto in modo che i due protagonisti siano più padre e figlia di quanto spesso non lo sia chi ha un legame di sangue.

«Premi il bottone e o morirà tuo figlio, oppure ne moriranno altri due, inizia a essere spinoso» ha continuato la sua riflessione Mazin. «Se si guarda al di là della superficie, è una esplorazione dell'amore, di cosa ci fa l'amare: ci definisce come umani e ci differenzia da un algoritmo».

A tal proposito lo showrunner cita il "trolley problem", il noto dilemma morale in cui siamo davanti a uno scambio ferroviario: un treno travolgerà cinque persone, ma se attiviamo lo scambio prenderà un'altra direzione, le salveremo e ne travolgerà solo una che si trovava fatalmente su quel binario.

Voi lo attivereste? È il "male minore"? Avremmo diritto di intervenire, considerando che ci va comunque di mezzo la vita di qualcun altro? È un fattore puramente numerico? Possiamo davvero decidere basandoci sul dato statistico? Eppure, noi non siamo algoritmi...

«Quello che fa Joel è problematico. Da un punto di vista puramente oggettivo, possiamo chiamarlo 'tecnicamente immorale'. Ma è qui che quel tipo di esplorazione semplificata della moralità inizia a crollare: se c'è qualcosa che noi definiremmo immorale, ma nessuno è in grado di non farlo, allora che senso ha definire quella cosa immorale?».

Alla luce di queste riflessioni, Mazin spiega che «provo grande vicinanza con Joel per la sua decisione. Ma provo anche una terribile antipatia verso quello che ha deciso di fare. È questo quello che deve continuare a risuonare – ed è il motivo per cui faremo altri The Last of Us».

Sappiamo che la serie potrebbe continuare ancora per diverse stagioni e che, nella stessa intervista, Mazin ha anche parlato dei lavori in corso per trovare la futura Abby televisiva – che avrà un ruolo molto, molto importante nell'economia della vicenda.

The Last of Us è disponibile in Italia su Sky e Now TV. Per scoprirlo (senza spoiler), vi raccomandiamo la recensione del nostro Marcello Paolillo.