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Come la community di Elite Dangerous ha reso migliori gli ultimi giorni di Michael

Michael Holyland è morto a quindici anni dopo una lunga malattia, ma non senza che il mondo di Elite: Dangerous facesse di tutto per rendere speciali i suoi ultimi giorni

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a cura di Stefania Sperandio

Ex Editor-In-Chief

Pubblicato il 05/07/2019 alle 15:53

Smettetela di dire che sono solo videogiochi. Sul serio. Perché dietro i videogiochi ci sono le persone. Ci sono quelle che li creano, ci sono quelle che li vivono e, nel caso delle esperienze online, ci sono quelle che li condividono, incontrandosi, influenzando in qualche modo la loro esperienza ludica e il loro svago, le loro escapistiche avventure in un mondo diverso e, chissà, magari migliore.

Speriamo che lo sia quello dove si trova ora Michael – migliore. Il quindicenne Michael Holyland era infatti un grande appassionato di Elite: Dangerous e proprio il suo amore per il videogioco spaziale, insieme alla storia della sua lunga e spietata malattia, ci hanno dato un altro esempio di grande umanità e unione che possono generare proprio passioni condivise come quella per i videogiochi.

Michael aveva solo quindici anni e, grazie alla community di Elite Dangerous, racconta lo zio, ha vissuto degli ultimi giorni molto migliori di quanto lo sua vita avesse potuto sperare. Nelle sue condizioni, dopo sei anni di cure che non avevano dato i risultati sperati, Michael era ormai chiuso nella sua stanza all’ospedale Addenbrooke di Cambridge, in attesa dei suoi ultimi inevitabili momenti. Le uniche attività di svago a cui riusciva ancora a concedersi, erano quelle videoludiche.

Proprio Mat Westhorpe, che ha raccontato la sua storia, parlò delle sue condizioni online, lo scorso maggio, attirando le attenzioni della community del gioco spaziale. Nel giro di poco tempo, la community manager di Frontier Developments, Paige Harvey, si è messa in contatto con la famiglia, proponendo di inviare dei gadger esclusivi del gioco come regalo per Michael. La famiglia ha però fatto sapere che Mike aveva solo pochi giorni di vita davanti a sé, il che ha attivato Frontier ancora più alacremente: il giorno successivo, Harvey e altri membri del team di sviluppo hanno visitato Michael nella sua stanza al reparto di oncologia, portando dei gadget che il giovane ha apprezzato, personalizzati e firmati, che sono finiti subito appesi ed esposti nella sua stanza.

La storia di Michael ha colpito l’intera community di Elite: Dangerous: sono nati gruppi sui forum ufficiali, su Facebook, sui social, per organizzare iniziative per giocare insieme a lui e farlo divertire con il gioco che amava di più. David Braben, l’autore del gioco, gli ha dedicato un messaggio personale. Il giocatore CMDR Picard ha scoperto un nuovo pianeta nell’universo del gioco e lo ha chiamato Michael’s Rest, offrendosi poi di mostrare a Michael come raggiungerlo per visitarlo.

Nonostante il suo autismo, racconta lo zio, Mike ha amato queste interazioni e la grande cura che la community di gioco gli ha dedicato, facendogli vivere delle splendide avventure in Elite: Dangerous che il mondo reale, quello fuori dallo schermo, non aveva più in serbo per lui. Con persone che è proprio da quel mondo fuori dallo schermo che provengono.

It’s heartbreaking watching my nephew squinting at the screen as he strives to achieve his #EliteDangerous goals, knowing that he’ll likely never achieve them. I’m thankful that it’s there as a coping mechanism though, at least while he’s still capable. pic.twitter.com/wpwHxd1CQq

— Mat Westhorpe (@Freebooted) 14 maggio 2019

I sintomi di Michael sono peggiorati e la sua faccia ha raggiunto un gonfiore tale da consentirgli a malapena di aprire gli occhi. Questo non gli ha però impedito di provare a continuare a giocare e a interagire con gli altri giocatori di Elite: Dangerous. Il ragazzo ha chiesto di poter visitare Frontier Studios, ma i suoi medici hanno sconsigliato che lasciasse l’ospedale.

Tre giorni dopo la visita di Paige e degli altri membri del team di sviluppo, Mike ha ricevuto la visita di Zak Antonaci di Frontier, che ha organizzato un insieme di fan, scrittori e doppiatori per realizzare una storia breve, ambientata nell’universo di Elite: Dangerous, che avrebbe raccontato le gesta dell’eroico personaggio di Michael.

Pensando che avrebbe richiesto troppo tempo, lo zio ha bocciato l’idea, ma così non è stato: lo scrittore Drew Wagar ha messo insieme un racconto in un solo giorno e, il lunedì successivo, era già stato doppiato e montato affinché Michael potesse ascoltarlo.

La sua epica avventura nel mondo di Elite: Dangerous raccontava delle sue lotte, quelle spaziali e quelle dall’altra parte dello schermo. E, il giorno dopo aver potuto ascoltare il racconto, Michael è morto.

Lo zio racconta che stava giocando online con lui a Elite: Dangerous, quando il ragazzo ha avuto un peggioramento ed è stato sedato. Una volta che lo ha raggiunto in ospedale, i medici hanno dichiarato di non aspettarsi che si risvegliasse. In sua compagnia, lo zio gli ha comunque fatto ascoltare di nuovo la sua audio-avventura nell’universo del gioco. Poche ore dopo, Michael ha potuto riposare.

Nelle orecchie, quel racconto reso possibile dagli sviluppatori di Elite: Dangerous e dalla loro community, che parlava del suo «coraggio», dell’essere «indomito».Del suo «non essersi piegato nonostante le probabilità avverse».

Fonte: The Guardian

Si ringrazia Emanuele Dolce per la gentile segnalazione.

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