Bungie sotto accusa, la cultura tossica sta distruggendo lo studio

Bungie, celebre studio già responsabile di Halo e Destiny, è finito nuovamente al centro della bufera per accuse di tossicità interne.

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a cura di Marcello Paolillo

Senior Staff Writer

Non sembra esserci pace per Bungie. Dopo le accuse di aver utilizzato asset rubati per Marathon, il nuovo shooter in sviluppo, il celebre studio già responsabile di Halo e Destiny finisce nuovamente al centro della bufera.

Questa volta non si tratta di problemi legali o di scelte creative discutibili, ma di qualcosa di ben più grave: ex dipendenti parlano apertamente di una cultura aziendale tossica che, a loro dire, sta minando Bungie dall’interno.

Le testimonianze sono emerse durante una lunga intervista rilasciata a Save State Plus, canale indipendente curato dall’ex editor di IGN Destin Legarie.

Qui, alcune persone che hanno lavorato nello studio hanno descritto un ambiente in cui le idee venivano sistematicamente respinte e dove i vertici aziendali non esitavano a umiliare pubblicamente i dipendenti.

Tra le accuse più gravi, spicca la mancanza di empatia verso i giocatori e l’impressione generale che le decisioni vengano guidate unicamente dalla ricerca del profitto.

Un episodio emblematico riguarda Destiny 2 (che trovate su Amazon) e in particolare le armature ottenibili nella modalità PvP Trials of Osiris.

Secondo quanto riferito, la dirigenza si sarebbe detta preoccupata perché gli oggetti estetici “sembravano troppo belli”, al punto da temere un calo delle vendite dei DLC cosmetici.

Questo tipo di ragionamento, affermano gli ex dipendenti, dimostrerebbe come la priorità non sia mai l’esperienza del giocatore, bensì il ritorno economico.

Un altro punto critico sarebbe stata l’ipotesi di introdurre un abbonamento a pagamento per Destiny, proposta prontamente rifiutata dal team di sviluppo, ma comunque sintomatica di un certo orientamento manageriale sempre più distante dalla community.

Negli ultimi mesi Bungie ha già dovuto affrontare un’ondata di licenziamenti che ha coinvolto anche figure chiave come Luke Smith e Mark Noseworthy. Inoltre, le aspettative attorno a Marathon — già tiepide, considerando anche il potenziale rinvio — rischiano di raffreddarsi ulteriormente se queste voci continueranno a trovare conferme.

Da appassionato, ma anche da osservatore, non posso che provare amarezza. Bungie è uno studio che ha segnato profondamente la storia del videogioco, portando innovazione e passione in titoli che hanno lasciato il segno. 

È forse il momento per Bungie di fare un passo indietro, guardarsi allo specchio e ritrovare quel senso di identità che l’ha resa grande. Perché se la fiducia dei giocatori si incrina, nessun business model — per quanto redditizio — potrà davvero salvare lo studio.

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