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Jak and Daxter: Matricole e Meteore #6 - Video Rubrica

Torniamo a uno dei videogiochi più innovativi della sesta generazione, Jak and Daxter The Precursor Legacy, e al suo sconfinato mondo colorato.

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a cura di Adriano Di Medio

Redattore

Bentornati a Matricole e Meteore, la rubrica dedicata ai successi e agli insuccessi inaspettati della videoludica di massa. Dopo il commovente Valiant Hearts e il caricaturale Metal Slug, oggi torniamo di nuovo agli albori del Duemila, per parlare dell’esordio su PlayStation 2 di quello che oggi è ancora uno degli sviluppatori di punta di Sony: Naughty Dog e il loro coraggio di osare con il primo Jak and Daxter.

Jak and Daxter, ovvero un “piccolo atto di disobbedienza”

È abbastanza noto che, come tutte le “nuove trilogie” di Naughty Dog, Jak and Daxter ha avuto uno sviluppo molto travagliato. Nato parallelamente a Crash Team Racing con il nome di Progetto Y, fu il risultato soprattutto delle ambizioni di Andy Gavin, quello che tra i due “Dogs” originali si intendeva di più di programmazione. Per l’allora debuttante PlayStation 2 egli inseguiva il sogno di un mondo completamente collegato, le cui locazioni si sarebbero succedute senza soluzione di continuità. Numerosi azzardi di progettazione e l’invenzione di un intero linguaggio di programmazione dopo, si optò per un duo di protagonisti complementari immersi in una realtà tribale.

La trama si riassume in poco: in un mondo che annaspa sui cocci di una civiltà ben più grande e prospera (i Precursor) la natura è dominata dall’Eco, sostanza energetica colorata (blu, rosso, verde, giallo e scuro) studiabile ma ancora sconosciuta. Jak e Daxter sono due amici che, disubbidendo al Saggio Verde Samos, si recano sull’Isola della Nebbia, nella quale il logorroico Daxter finisce in una pozza di Eco Oscuro trasformandosi in un curioso ibrido tra lontra e furetto, pur mantenendo parola e intelligenza umane. Questo breve pretesto di farlo tornare normale sarà il via per un viaggio lungo tutto il mondo conosciuto, che culminerà poi al momento giusto con la solita carta per salvare lo scibile dai diabolici piani dei fratelli Acheron (Gol e Maia), saggi che hanno studiato l’Eco Oscuro e ne sono stati corrotti.

Jak and Daxter The Precursor Legacy è il risultato di una software house affermata che ha avuto il coraggio di tornare Matricola. Un videogioco fatto ripartendo quasi da zero, catalizzandovi tutto quello che avevano imparato negli anni precedenti. Ne è uscito forse uno dei migliori videogiochi Naughty Dog in assoluto, che affascina con i suoi colori e la sua atmosfera pacifica, tribale ma riconoscibile. E soprattutto che (finale a parte) stava quasi in piedi da sola, anche in funzione di sequel nati su un epilogo inconcludente. Si tratta di un’opinione, quindi in quanto tale non potrà mai essere vera in senso assoluto, ma mai come in questo caso, il consiglio è uno solo: dategli una possibilità. Non ve ne pentirete.

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Jak and Daxter The Precursor Legacy è il risultato di una software house affermata che ha avuto il coraggio di tornare Matricola. Un videogioco fatto ripartendo quasi da zero, catalizzandovi tutto quello che avevano imparato negli anni precedenti. Ne è uscito forse uno dei migliori videogiochi Naughty Dog in assoluto, che affascina con i suoi colori e la sua atmosfera pacifica, tribale ma riconoscibile. E soprattutto che (finale a parte) stava quasi in piedi da sola, anche in funzione di sequel nati su un epilogo inconcludente. Si tratta di un’opinione, quindi in quanto tale non potrà mai essere vera in senso assoluto, ma mai come in questo caso, il consiglio è uno solo: dategli una possibilità. Non ve ne pentirete.