Immagine di F1 2021 | Recensione - Drive to Survive
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F1 2021 | Recensione - Drive to Survive

Si guida per la sopravvivenza nel nuovo simularcade di Codemasters ed EA Sports

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a cura di Paolo Sirio

Informazioni sul prodotto

Immagine di F1 2021
F1 2021
  • Sviluppatore: Codemasters
  • Distributore: Electronic Arts
  • Piattaforme: PC , PS4 , XONE , XSX , PS5
  • Generi: Simulazione
  • Data di uscita: TBA

Pur con qualche intoppo lungo il percorso, il campionato di Formula 1 ha preso ormai il largo e si avvia lungo quella che sarà prevedibilmente una sfida a due tra campionissimi – uno che lo è e lo è stato, Lewis Hamilton, e uno che lo sarà, Max Verstappen. Una transizione generazionale che non poteva che capitare in un momento più simbolico come quello che sta vivendo il mondo dei videogiochi, alla prima iterazione con F1 2021 di un titolo per PS5 e Xbox Series X|S dedicato al circus di Liberty Media.

Chiuso l’annus horribilis che è stato il 2020 e tornando ad una graduale ma inesorabile normalità, torna la voglia di sport e torna il rombo dei motori, con un calendario che, in maniera irrituale, si puntella irritualmente strada facendo ma riserva sfide ricche di drama e qualche acuto persino per i tifosi della nostra Ferrari.

Codemasters, al primo appuntamento dopo l’acquisizione da parte di Electronic Arts e l’innesto sotto lo storico ombrello di EA Sports (sì, vedrete e ascolterete la sua iconica animazione all’avvio di F1 2021), si è fatta trovare pronta con un titolo in grado di continuare a puntare su quanto di buono realizzato fin da quando ha messo le mani sulla licenza ufficiale e ampliarsi a dismisura con nuove modalità, e miglioramenti alla qualità della vita dettati dall’esperienza.

Il gameplay in pole position

Discutendo di F1 2021 nelle sue molteplici sfaccettature, non possiamo che cominciare dal gameplay e dalle impressioni destate nelle innumerevoli ore passate “al simulatore”. Il gioco mantiene l’impianto vincente degli scorsi anni, per cui non avvertirete enormi differenze tra una versione e l’altra, ma sorprende quando c’è da convogliare la sensazione di stare guidando una vettura che sia una, non un monolite uguale a prescindere dalla marca e dalle caratteristiche.

Tenendo questo ben in mente, su una pista viaggi spedito e quasi ti innamori della fluidità dell’esperienza, su un’altra sei lento o fatichi in curva ed ecco che l’esperienza diventa un inferno al punto tale che speri finisca in fretta. In questo senso, Codemasters è stata brava nel cogliere una sfumatura che è tipica della Formula 1: fatta l’eccezione dei cicli, che sono roba per fenomeni come Michael Schumacher, nella F1 ci sarà sempre una pista in cui uno rende di più e una in cui rende di meno, e l’impressione che abbiamo avuto giocando attraverso le diverse modalità del nuovo capitolo sono proprio queste.

A proposito di sfumature, un altro aspetto riprodotto con dovizia di particolari – non comune nel campo dei racing – è l’impatto della gomma sulle prestazioni: il gioco è capace di cambiare drammaticamente le prestazioni di una monoposto a seconda dell’usura dello pneumatico e leggere quando questo è nuovo, fornendo nel primo caso il feedback di un’auto con cui si fatica a sterzare e si perdono decimi su decimi, nell’altro uno scivolamento frequente in attesa che raggiunga la temperatura giusta.

Questa “continuità” dell’esperienza è qualcosa che ritroverete pure nelle varie carriere: noterete cioè che i cambiamenti che apporterete alla vettura, gli upgrade che sbloccherete e per i quali dovrete aspettare un congruo tempo, avranno un’influenza importante sulla vostra resa, impattando in maniera sensibile le chance di stare a ridosso del podio anche con bolidi che prima non sembravano averne affatto.

Se questo è il quadro della positività che emerge nel complesso, F1 2021 non è esente da difetti, ed è il caso di notare che si tratta di mancanze storiche delle quali il franchise fatica a liberarsi: spesso e volentieri si ha la sensazione che tutto questo valga solo per te – non si gira nessuno, gli incidenti sono di frequente soltanto “millantati” in radio perché non portano mai ad una safety car, rarissimi se non zero sorpassi, e in generale non succede niente se non lo provochi tu in prima persona e quello che vale per te non sembra valere per gli altri (l’usura della gomma è un fattore, ma uno dei tanti).

In tal senso, si conferma il pedigree di Codemasters come studio prevalentemente da rally, un tipo di gioco in cui è premiata l’esperienza solitaria più che quella – pur soddisfacente, non c’è che dire – in gara: il nuovo F1, come i predecessori, il meglio lo dà sostanzialmente quando sei alla ricerca della perfezione in un giro veloce, stai cercando di studiare il tracciato per capire dove poter tagliare quel tanto che basta ed è consentito per limare il tempo su un giro, o semplicemente vuoi aggirare il grande ostacolo che sono alcune curve più complesse da somatizzare prima della domenica.

Un accento che non ci ha esaltato è una microarea della gestione dei danni: abbiamo notato che a volte si danneggia l’ala anteriore, perché magari ci si è soltanto appoggiati ad un muretto e non si è combinato un disastro visibile, ma la cosa non viene evidenziata dall’interfaccia richiamabile con il tasto Cerchio durante la gara né a voce dall’ingegnere che ci assiste. Per cui rientri ai box e perdi decine di secondi perché non eri stato avvisato del danno ma i meccanici hanno deciso comunque che devi ripararlo – potete immaginare la reazione in una corsa valida per il titolo nella Carriera.

Il modello simularcade e l’ampliamento dell’offerta come modalità lo rendono un punto di riferimento per gli appassionati di racing, e non soltanto per quelli della Formula 1, anche se si trascina alcune caratteristiche ormai proverbiali che si poteva sperare venissero superate con l’avvento della nuova generazione di console. Un po’ come “l’effetto perno” in Dirt 5 e nei suoi avi, invece, pare che certe cose siano più dure a morire.

L’esperienza al volante

Abbiamo giocato F1 2021 con il volante Logitech G923 Trueforce, dopo averlo messo alla prova con i precedenti capitoli, e rispetto a questi ultimi il supporto ufficiale gli permette di essere molto più aderente e intuitivo. In pista, dopo la dovuta learning curve, diventa un’autentica estensione del tuo corpo e rende il gameplay una delle esperienze più piacevoli nel settore.

Tornare al controller dopo averci passato ore e ore non fa sì che il gioco sia peggiore, ma che sia un gioco diverso e forse un pochino più noioso, ritrovandosi con così meno input a cui badare e in un contesto per forza di cose estremamente semplificato. Anche perché con un buon volante noterete una certa tendenza allo scivolamento per ogni errore, per ogni appoggio al cordolo troppo profondo e per ogni sgasata anticipata.

La resa della vibrazione con il force feedback è un’esperienza a parte. Ai livelli standard, dunque senza ritoccare le impostazioni predefinite, vediamo (e sentiamo: è piacevolmente rumoroso) il volante sobbalzare sul tavolo ma non solo per i cordoli: il titolo di Codemasters gli permette infatti di identificare i singoli dislivelli e riprodurre un bumping credibile in base alle condizioni dell’asfalto nonché all’altezza del fondo.

In casi come l’iconica salita di Spa Francorchamps e in Cina, vengono restituiti uno ad uno i colpi ricevuti dal contatto tra la vettura e la pista, riproducendoli ad un’intensità diversa a seconda della profondità dei dislivelli (e spingendo il giocatore a scegliere porzioni del circuito meno “sporche” da questo punto di vista). Il lavoro sulla vibrazione nel controller Xbox è di livello, ma chiaramente non può raggiungere queste vette.

La rilevazione del Logitech G923 è stata immediata, più che nei predecessori che abbiamo testato appositamente poco prima dell’arrivo del codice review, sebbene abbiamo fatto una certa fatica nel configurare i tasti - la configurazione personalizzata è “resa necessaria” dal pedale del freno durissimo tipico dei volanti Logitech – poiché alcuni pulsanti sullo sterzo non possono essere spostati e la sistemazione base presa dal gioco prevede l’accavallamento di due input dati da Options (un problema nel flashback, nel nostro gameplay), così come R2 è stato inquadrato come il pulsante della pausa.

Punto di frenata

Braking Point è la modalità storia di F1 2021 e ne abbiamo parlato diffusamente nella nostra prova su strada, in cui la elogiavamo per essere risultata – nella sua prima ora – qualcosa di piuttosto diverso da Il Viaggio di FIFA. Ciò vuol dire che non la vedrete annacquata dall’obbligo di giocare un’intera stagione con pochi momenti davvero narrativi e dopo la prima ora la decisione di proporla così continua a pagare, per quanto, superando quell’ora, non tutto sia andato esattamente per il verso giusto.

La modalità procede per scenari, non richiedendo quasi mai (giusto in tre-quattro casi) di giocare una gara nella sua interezza, ma gli scenari originali sono pochi: situazioni in cui abbiamo una gomma forata e dobbiamo sfangarla, ad esempio, vengono fatte soltanto assaporare e non sono ripetute in un buon quantitativo per aumentare la complessità della circostanza affrontata. Si è rivelata corretta la scelta di ricorrervi, insomma, ma una maggiore varietà sarebbe stata l’ideale.

Nella seconda metà, tendono a diminuire i filmati in computer grafica (deliziosi) prodotti dalla software house britannica, mentre si nota che il livello di difficoltà, specie se puntato su Medio, è particolarmente basso e dovreste senza dubbio puntare per quello massimo se siete alla ricerca di una sfida. Ciò detto, si tratta di un’esperienza gradevole e che ci aspettiamo di venire replicata, giusto con questo paio di accorgimenti, dal prossimo anno.

A stupire sono diversi fattori, tra cui un colpo di scena nella seconda parte (la durata complessiva è tra le cinque e le sei ore) che cambia la prospettiva globale sulla vicenda, ma pure la volontà di raccontare le dinamiche interne alla scuderia, anziché ricorrere semplicemente alla figura dell’antagonista da battere e/o all’astro nascente che deve sgomitare per scalare i ranghi.

Drive to Survive di Netflix è stata una vera ispirazione per F1 2021 in tal senso, andando a pescare in tematiche come la rivalità tra compagni di squadra che sono quasi un’esclusiva della Formula 1 e danno alla storia un tocco di personalità – come a dire, questa storia non la potrebbe raccontare nessun altro gioco di nessun altro genere. Probabilmente, avremmo tagliato una stagione e approfondito la coda della storia dove, presumiamo per lasciare spazio ad un seguito, la conclusione arriva forse un po’ di corsa.

Certo è che, tra le dinamiche dei social media e quelle della pista, Braking Point fornisce una visione aggiornata per filo e per segno (con piloti che annunciano il ritiro, scuderie che cambiano nome e livrea) del carrozzone che è questo sport-intrattenimento, concentrandosi sull’aspetto umano del pilota sotto il casco con sfumature diverse a seconda dei momenti, dall’esaltazione all’abbattimento per una stagione andata male.

Un pilota (e un manager) in Carriera

Nonostante l’attenzione sia stata posta principalmente, quest’anno, su Braking Point, la modalità Carriera di F1 2021 – anche se dovremmo parlare al plurale, visto che ne sono all’atto pratico due – resta la parte centrale del progetto, quella che gli garantisce una notevole longevità e dà sfogo alle esigenze dei giocatori più “tecnici”.

Come nelle scorse annate, i giocatori hanno ancora a disposizione una Carriera Pilota e una Carriera Scuderia, sebbene sostanzialmente dovrebbero scegliere quest’ultima variante – comprensiva dell’aspetto gestionale di un team tra una gara e l’altra - dal momento che si tratta della versione “completa” della modalità.

La Carriera Scuderia introduce un nuovo parametro nella valutazione dei piloti, ovvero la Concentrazione, che rappresenta la forma del momento di ciascun pilota, e in particolare gli Eventi Reparto. Mentre la prima è qualcosa che non ha un impatto troppo marcato sul gameplay, questi eventi aprono nuove parentesi nel flusso della modalità.

In qualità di boss, i dipendenti ci chiederanno di prendere decisioni su svariate aree, come l’allenamento dei piloti (ritmo o riflessi?), o risolvere conflitti tra reparti, che lotteranno per la priorità su un potenziamento, con un conseguente impatto sul morale. Il morale di per sé ha un ruolo marginale, ma quest’aggiunta rende se non altro l’idea di stare mettendo le mani in pasta nella gestione quotidiana di una scuderia.

L’organizzazione delle attività - il calendario può essere riempito automaticamente, ma è un argomento da non dimenticare che differenzia questa Carriera da quella Pilota - così come il maneggiamento del budget e la dinamica delle interviste restano pressoché identiche; come avevamo anticipato nella nostra anteprima, c’è stata un’asciugata all’interfaccia, con un certo grado di semplificazione, ma il nocciolo della questione rimane abbastanza simile.

L’unico aspetto che risulta surreale è che una singola persona sia contemporaneamente a capo di una scuderia e pilota, il che, se preso come fantasia, può funzionare – ma nel momento in cui provi a giustificarlo da un punto di vista narrativo, con tanto di scene d’intermezzo nelle quali viene discusso il tema, è evidente che la nota, in un contesto particolarmente tecnico com’è la F1, stoni un po’.

Due è meglio di uno

Se con F1 2020 veniva rilanciato il gioco in split-screen, F1 2021 fa un salto di qualità per quanto riguarda la fruizione in compagnia: per quest’anno Codemasters ha aggiunto la possibilità di giocare l’intera carriera pilota con un amico in multiplayer cooperativo, similmente a quanto fatto (per una pura coincidenza) da FIFA Ultimate Team nell’ultima iterazione.

L’implementazione della carriera cooperativa è estremamente libera e dinamica, qualcosa che gli appassionati apprezzeranno: la carriera prevede due modalità interne, Contratti e Co-op, nelle quali si potranno scegliere i trasferimenti ad una nuova scuderia individualmente o in compagnia del proprio amico per restare sempre nella stessa squadra.

Ciascun giocatore potrà scegliere il livello di aiuti alla guida e si potrà unire più avanti, così come l’ospite avrà modo di continuare a giocare se l’host avrà lasciato la modalità; la Carriera potrà essere personalizzata per ogni stagione con lunghezza delle gare e lunghezza della stagione, e la possibilità di scegliere quali piste dovranno essere incluse.

Insomma, lo sviluppatore britannico ha pensato bene di lasciare completo margine di manovra agli utenti che dovessero optare per questa tipologia di Carriera, e in particolare non hanno messo paletti in grado di ostacolarli nel momento in cui volessero proseguire la loro “storia” da soli o cambiare partner. Nei nostri test, il netcode è stato peraltro fluidissimo, al pari di un’esperienza offline.

In un quadro di così grande libertà d’approccio, un paio di scelte non ci sono sembrate troppo a fuoco. Nel gameplay cooperativo, valgono di fatto le regole del multigiocatore online: ad esempio, non c’è accesso ai flashback e non si possono neppure saltare i tempi di riparazione nelle prove o qualifiche e, per quanto questo risulti comprensibile per ragione di connessione, si tratta di una sorta di controsenso rispetto all’accessibilità portata avanti da tutte le altre componenti.

La next-gen dei racing?

F1 2021 è il primo capitolo next-gen della serie ed è legittimo porsi delle domande relativamente all’offerta visiva dell’esperienza. Mentre sull’argomento console non possiamo sbilanciarci eccessivamente, avendo giocato la versione PC, l’indirizzo della software house inglese è stato piuttosto chiaro e sembra rivolto all’aspetto delle performance, anziché sulla ricerca di una nuova generazione di pura “grafica”.

Lato cutscene, all’infuori della computer grafica di Braking Point che costituisce una voce a sé stante, abbiamo un certo riciclo tipico dei prodotti annuali (il podio è tale e quale a F1 2020, per dire) ma sono comunque gradevoli da guardare quando veniamo intervistati, e il colpo d’occhio sull’interezza delle location quando entriamo in una gara è suggestivo.

Le performance sono di alto livelli su PC con una RTX 3080, dove abbiamo giocato a 144fps sul nostro monitor a 1080p e a 60fps su un pannello 4K, in entrambi i casi al massimo dei settaggi. Il ventaglio delle opzioni sulla piattaforma è profondo ed è supportato il DLSS di Nvidia, per agevolare la fruizione sulle macchine meno capaci. L’unico parametro che in 4K sembra avere un impatto sensibile sulle prestazioni (parliamo di una decina di fps persa) è quello delle ombre SSRT, che non a caso di base con il preset Ultra è disattivato.

Grande novità di F1 2021 è il ray tracing, che su PC è disponibile in tutto il gioco mentre su PS5 e Xbox Series X è limitato ai replay e alle componenti esterne alla pista. Rispetto ai precedenti capitoli, l’arrivo del ray tracing permette di ottenere un’illuminazione più calda e un’immagine più levigata: non si può parlare di una generazione completamente diversa, ma di certo siamo un gradino sopra le ultime iterazioni che ne erano prive.

L’impressione è nel complesso che l’upgrade sostanziale su console (dove per la prima volta il franchise apre ai 120fps) sarà relativo alla fluidità: per i nostri test siamo passati frequentemente dai 60fps ai 144fps e possiamo assicurarvi, se proprio dovesse servire visto che discutiamo di un racing simulativo e lo diamo per assodato, che lo stacco tra un tipo di esperienza e un’altra passa principalmente per il frame rate.

Versione testata: PC

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Voto Recensione di F1 2021 - Recensione


8.3

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • Sensazioni di guida da F1

  • Braking Point è progettata nel modo giusto

  • Più modalità, più varietà

Contro

  • La consueta Impressione di staticità

  • Pochi cambiamenti alle modalità già esistenti

Commento

F1 2021 abbraccia la next-gen preparando la sua piattaforma per il grande salto sotto un profilo tecnico, sbloccando le performance e introducendo argomenti prima sconosciuti al mondo console, e amplia la proposta contenutistica sulla struttura impostata lo scorso anno. Continuando a scommettere sul modello simularcade che è diventato ormai un marchio di fabbrica, al netto di alcuni difetti e mancanze che sono stati mantenuti dai precedenti capitoli, il franchise si propone quest’anno in maniera ancora più convinta come caposaldo di un genere nel quale può dire la sua.
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