Braking Point di F1 2021 non è Il Viaggio di FIFA, e per ora va bene così

F1 2021 ha una speciale modalità storia chiamata Braking Point: abbiamo provato la prima ora e vi raccontiamo com'è.

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a cura di Paolo Sirio

Mentre aspettiamo di potervi parlare del gioco completo, Electronic Arts e Codemasters ci danno la possibilità di parlarvi della prima ora di Braking Point, una delle grandi novità di F1 2021 rispetto agli ultimi capitoli della saga racing.

Per chi non avesse seguito la nostra anteprima iniziale, Braking Point è una vera e propria modalità storia del nuovo gioco di Formula 1 che, per una pura coincidenza visto che è stata realizzata ben prima che si chiudesse l’acquisizione di EA, ripercorre le orme di IP come FIFA (e NBA 2K) che hanno tentato di dare una dignità narrativa alle proprie release annuali.

Fin dalla prima ora, però, emergono alcune differenze sostanziali tra Il Viaggio di Alex Hunter e questa interpretazione automobilistica, e dobbiamo dire che almeno nella fase d’avvio dell’esperienza tali differenze giocano in favore di Codemasters. La strada è lunga, chiaramente, ma cominciamo a parlarne qui in vista della nostra imminente recensione.

Come funziona

In Braking Point, giochiamo come Aiden Jackson, un giovane e timido esordiente che compete in F2 e sogna di fare il suo debutto nel giro dei grandi. Nel corso della sua storia, si troverà nel bel mezzo di una manciata di rivalità non propriamente desiderate, con il suo compagno Casper Akkerman e quello che sembrerebbe essere il villain della storia completa, quel Devon Butler tanto “caro” ai fan del franchise.

La modalità presenta una selezione di tre difficoltà (Normale, Media, Difficile) e altrettanti slot per il salvataggio, e prevede che si scelga da un pool di cinque scuderie – Williams, Haas, Alfa Romeo, Aston Martin (Racing Point nell’annata 2020) e Alpha Tauri – da giocare lungo il corso di tre stagioni.

Le stagioni non sono raccontate integralmente, però: si inizia dall’ultima gara della stagione di F2 2019 ad Abu Dhabi, dove giocheremo per il titolo in uno scenario partendo a pochi giri dalla fine al quarto posto: vincendo, vinceremo il campionato e passeremo alla F1.

La storia è suddivisa in capitoli e, dopo aver completato questo obiettivo, partirà il primo, con il GP d’Australia a Melbourne nel team scelto all’inizio (“alcuni mesi dopo”).

Apprendiamo attraverso una serie di filmati (prima, durante e dopo le corse) che il primo pilota della nostra scuderia – noi abbiamo scelto l’Alfa Romeo – Casper Akkerman è un idolo di Aiden, come ammesso nel corso di una conferenza stampa, e gli viene subito menzionato Butler in modo da iniziare a seminare la zizzania giusta per creare la rivalità tra i due piloti (quasi: Butler è in F1 da un anno) debuttanti.

Butler è il classico antagonista arrogante con noi e davanti ai media, e il nostro personaggio lo soffre molto; la caratterizzazione dei singoli “eroi” è accentuata abilmente dalla recitazione e dal doppiaggio in lingua italiana – qualcosa che ci ha sorpreso piacevolmente e non era affatto scontato, se teniamo presente la rinuncia in questo senso di altri player del genere sportivo, come persino Microsoft su Forza.

La storia di F1 2021 prevede anche l’accesso ad una sorta di hub, che costituirà di fatto il solo momento di interazione extra pista di cui potremo godere al suo interno. Qui, i giocatori avranno modo di consultare le mail, un feed social in stile Twitter, di rispondere alle telefonate della mamma e del manager Brian, e di seguire le conseguenze delle proprie azioni in un recap da leggere sul televisore “nella stanza”.

Nelle mail abbiamo pure le richieste dell’assistente, che vuole trascinarci a destra e a manca per attività commerciali collaterali, tra cui un servizio fotografico (cui non prenderemo parte realmente, si tratta di pura scena volta a replicare la vita di un pilota). Questi interventi, come le telefonate e il modo in cui Butler vi si rapporta, rendono molto l’idea di un Aiden letteralmente alle prime armi nel circus.

Perché non è Il Viaggio

Per quanto riguarda la pista, è proprio qui che si palesano le differenze rispetto a Il Viaggio, perlomeno a confronto con la sua evoluzione negli ultimi FIFA in cui è stato incluso, dal momento che il focus non sarà sull’intera stagione ma soltanto su una sua parte scritta e sceneggiata ad hoc da Codemasters, e soprattutto ritagliata dal contesto complessivo della F1.

Nei primi due capitoli, dopo il brevissimo prologo in F2, abbiamo potuto giocare come detto un ridotto segmento di Melbourne e poi subito in Cina, il tutto contenuto nelle sole porzioni che gli autori volevano provassimo sia in coerenza con la storia che per metterci (per quanto lievemente, e lo vedremo) alla prova come piloti.

In Australia, ci imbatteremo in una brutta faccenda con il nostro compagno di squadra Akkerman che lo vedrà particolarmente irritato nei nostri confronti, e naturalmente ci sarà lo zampino di quel guastafeste di Butler. Giocheremo soltanto pochi giri di quella gara, dopodiché assisteremo normalmente al post-gara e al podio ma con un commento speciale di Carlo Vanzini (telecronista di Sky nonché della serie) e Luca Filippi.

Qui apprezziamo come i filmati in computer grafica non siano soltanto riservati al prima e al dopo la competizione, ma possano essere presentati persino nel bel mezzo di una gara, a sottolineare l’attenzione all’aspetto narrativo di Codies.

La CGI è di altissimo livello: oltre alle animazioni e alla qualità dei personaggi, ci ha colpito in particolare l’assenza di compressione che invece avevamo incontrato nella primissima preview con lo sviluppatore (perlomeno, in versione PC). La software house britannica ci tiene così tanto a questi video da aver realizzato una gallery in modo da poterli rivedere in qualunque momento durante la storia.

Il tema in questa parte iniziale è Akkerman vs Jackson, una soluzione narrativa che sembra ripercorrere Verstappen vs Ricciardo in Red Bull di qualche anno fa (del resto, eravamo stati avvertiti dell’ispirazione tratta da Drive to Survive), solo con il twist del terzo incomodo e cioè Butler, che ci aspettiamo diventi il villain principale della storia con il passare del tempo.

Prologo, primo e secondo capitolo durano nel complesso un’oretta, su un totale promesso intorno alle 5-6 ore e, da quello che abbiamo visto, Braking Point è su un piano diametralmente opposto a quello de Il Viaggio di FIFA: qui non devi giocare una stagione regolare e ogni tanto puoi goderti il contentino del filmato o dell’interazione.

Questa è un’esperienza narrativa dal taglio cinematografico, in cui giochi quello che l’autore ha scelto di farti giocare (anche a costo di ridurre l’interazione extra pista, appunto, visto che fuori dagli scenari si può fare poco). È una modalità sensibilmente più densa in rapporto a quella proposta da EA Sports nel suo calcistico e ciò, a scapito di una longevità trasparente e non gonfiata in maniera artificiale, dovrebbe rendere il… viaggio molto più coinvolgente.

In conclusione

Con Braking Point, F1 2021 punta ad aggiungere un’altra freccia al proprio arco, entrando in una dimensione narrativa coerente con la linea seguita dallo sport (che punta a diventare sempre di più sport-intrattenimento) e dalla nuova casa di Codemasters.

Restano da verificare alcuni punti – come la tendenza dell’IA a correre con il piede pesante sul freno per farsi recuperare in tempo utile per il completamento degli scenari, sensazione che abbiamo avuto finora – ma l’idea di rinunciare alla logica della lunghezza in favore di un’esperienza più compatta e tagliente potrebbe rivelarsi molto sensata.

Aggiorneremo le nostre impressioni in tempo utile per la recensione di F1 2021, che potete aspettarvi a ridosso del lancio ormai imminente per PC, PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X|S e Google Stadia per il prossimo 13 luglio.

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