Cosa vi cambia se Abandoned è di Kojima?

Il più grande mistero dietro questo gioco non è il gioco stesso

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a cura di Paolo Sirio

Il caso dell’estate è la connessione, supposta e smentita a più riprese, di un videogioco indie dal nome Abandoned con il creatore di Metal Gear Hideo Kojima. Lo so, vi starete chiedendo il perché di questo inaspettato legame, e un po’ lo sto ancora facendo anch’io a distanza di mesi dalla prima volta, ma evidentemente l’assenza di grandi annunci, la calma estiva e il caldo hanno costruito un terreno fertile per questo rumor-gioco nel gioco che sta appassionando milioni di videogiocatori.

Quando una persona si diverte non sono solito porre domande o agire perché questo divertimento si interrompa, per cui non farò particolari indagini né osservazioni eccessivamente negative al riguardo, ma un dubbio vorrei proprio che me lo levaste: cosa vi cambia se Abandoned è di Kojima per davvero? Perché volete che ci sia proprio questo personaggio dietro questo titolo?

Perché non limitarsi a sperare e persino elucubrare riguardo al suo prossimo gioco, e invece puntare tutto (con connessioni cerebrali e abbastanza scadenti, a dirla tutta) su un ritorno di fiamma con Konami e Silent Hill? Perché, in definitiva, non “riporre” quelle speranze nel fatto che Abandoned possa essere una produzione a sé stante, da un altro team di sviluppo e con un altro genere di riferimento, e che magari possa far bene al pari dei lavori del game designer giapponese?

Ecco, sinceramente, mi fa piacere che vi stiate divertendo e non ho un’opinione specifica al riguardo – specie perché con Hideo Kojima di mezzo, l’abbiamo imparato negli anni, non si sa mai – ma queste perplessità me le porterò dietro per sempre, che sia tutto vero o tutto una bufala, come d’altronde parrebbe profilarsi per le modalità con cui sta accadendo la “peculiare” fase di teasing.

«È una vostra scelta»

Probabilmente lo saprete, sono un grosso (aggettivo non necessariamente riferito alla mia massa corporea) fan di Kojima Productions. Forse vi sorprenderà scoprire che, in quanto tale, la querelle Abandoned non mi ha affascinato nemmeno lontanamente: non mi sono appassionato alla vicenda e, per quel minimo indispensabile che l’abbiamo seguita su SpazioGames – per non tenervi all’oscuro di un trend, se non altro -, l’ho trovata pure piuttosto pacchiana nello sviluppo.

In sostanza, credo che la mia mancanza di passione per quello che sta succedendo sia dettata dal fatto che, no, Kojima non è davvero dietro questa… cosa. Sappiamo bene o male a cosa sta lavorando, presumibilmente un unicum nella sua carriera, e francamente trovare uno spazio pure per Abandoned pare abbastanza difficile: ad oggi il director nipponico ha in cantiere Death Stranding Director’s Cut, appena presentato, e la sempre più probabile e chiacchierata esclusiva Xbox con un focus sul cloud (quella che si diceva tempo addietro sarebbe dovuta arrivare su Stadia).

Un dettaglio di non poco conto è che – ai miei occhi, soprattutto dopo Death Stranding, il che a tanti detrattori potrà suonare paradossale – il giapponese può annunciare il suo prossimo titolo come e quando gli pare; non ho la minima aspettativa, ansia, preoccupazione, perché il mio legame con la sua poetica e direzione, ludica e artistica, è uscito rinsaldato all’ennesima potenza dal suo ultimo gioco, e per quanto mi riguarda può prendersi tutto il tempo del mondo e tentare tutte le bizzarrie che gli possano venire in mente.

Con me, e sono sicuro con tanti altri utenti, ha un credito che era già altissimo durante la saga di Metal Gear (che non ha mancato di prendere qualche sbandata, attenzione), ma che adesso è veramente spropositato e gli permette di attaccarsi a questo o a quel progetto senza vedere la mia fiducia indebolita. Non è importante, al di là del divertimento un po’ inquietante di questo ARG – chiamiamolo così per non usare termini più forti e magari offensivi – che ci sia lui dietro Abandoned, e mi suona molto strano, anzi chiederei proprio di evitarlo, che fan o presunti tale dell’autore si stiano sforzando così tanto di vedere un collegamento tra Kojima e questo gioco.

Perché, insomma, ci dovrebbe stare per forza lui alle spalle del titolo presentato per PS5? Per molti, tra social e Reddit, è diventata quasi una missione di vita provare la connessione tra Hideo Kojima e questo presunto survival horror, come se 1) la carriera del primo non potesse andare avanti senza (né senza P.T. né Silent Hills, che ormai sono diventati un’ossessione), 2) Abandoned non potesse essere un gioco di successo a prescindere dalla mente che vi si nasconderebbe dietro.

Uno dei problemi di questa storia è che i collegamenti sono veramente labili, e c’è chi sta sfruttando la cosa tra media e scena dello sviluppo. Soprassedendo sui portali che hanno tappezzato le loro home e rivangato casi come quello di Moby Dick Studio nel tentativo di provare la fattibilità dell’ipotesi complottista, Keighley (notoriamente amico di Kojima) non ha battuto ciglio quando c’è stato da cavalcare l’onda e la stessa Blue Box, che ha fornito più volte smentite che sono parse di facciata, ha lasciato qua e là degli “indizi” che sono sembrati legittimamente quantomeno opachi.

Da quello che abbiamo visto nelle clip, Hasan Kahraman è particolarmente «stanco» e «stressato» (termini usati da lui stesso per definire il suo team in questo momento), e l’espressione che porta sul viso è quella di una persona che sta avvertendo il peso degli avvenimenti; l’idea che mi sono fatto guardando i suoi video è quella di un personaggio che sa di stare sparandola altissima e di rendersi conto che il terreno sotto i propri piedi si sta facendo sempre più friabile, che la situazione sta diventando gradualmente più difficile da sostenere e che il rischio di aver esagerato con le promesse, per ciò che ha nel curriculum e ciò che forse ha in mano, è davvero forte.

Il collegamento con Silent Hill, ricercato abbastanza furbamente ma anche un po’ stupidamente perché (ammesso che non sia vero, chiaro) si tratta di un accostamento duro persino per Konami da reggere, rappresenta del resto un dramma per lo stesso Abandoned: per una produzione indie, finita non si sa bene come sotto l’egida di Sony che ha già precedenti non esattamente felicissimi nella scelta delle partnership (si pensi al marketing di No Man’s Sky), andarsi a cercare a forza l’accostamento con l'IP horror nostalgica per eccellenza e montare un caso simile, esponendosi a tal punto mediaticamente anziché lasciare che siano i fatti a parlare, è in genere l’inizio della fine.

Il tuo gioco potrà essere il più figo del pianeta, ma non sarà mai quello che si aspetterà la gente: perché la gente si aspetterà Silent Hill e se non lo sarà rimarrà delusa, perché la gente si aspetterà Hideo Kojima e se non ci sarà lui rimarrà delusa, perché la gente si aspettare un thriller psicologico e se non lo sarà rimarrà delusa, perché la gente si aspetta valori produttivi da tripla-A… eccetera, eccetera.

Ed è pure da tenere in considerazione, sempre ammesso che non sia tutta una macchinazione, il lato umano della vicenda. Immaginatevi a presentare un videogioco, e vedere che chiunque pensi tu non sia chi dici di essere e che il tuo prodotto non sia quello che sta venendo annunciato: non il massimo della vita, e del resto il buon Hasan non ha fatto mistero di come questo lo «secchi».

Più delle smentite, più di dire che «se la gente continua a credere a questo rumor, è una loro scelta», non penso ci sia molto altro da poter fare - se non svelare tutte le carte nel proprio mazzo e gettare finalmente luce sulla composizione del team, sulla fonte degli investimenti, sulla natura del contratto con Sony, e in definitiva sul gameplay di Abandoned.

A quel punto ci sarà da incrociare le dita e sperare - fortissimo, visto, ripeto, il palmares non propriamente brillante di Blue Box e delle sue precedenti incarnazioni - che sia un bel gioco, non che sia di un’altra persona (Kojima) o un’altra cosa (Silent Hill).

A Hideo Kojima Game

Detto quindi del suggerimento di vivere la questione con meno isteria, principalmente perché così facendo è plausibile si stia cadendo vittima di una furbata di qualcuno che non ha i mezzi per farcela da solo e stia cercando di attirare l’attenzione in ogni modo, c’è evidentemente qualche ragionamento da fare e qualche sassolino da togliersi sulla figura di Hideo Kojima, e sulla maniera in cui l’utente medio ci si relaziona.

Prima di tutto, suona strano che ci si spinga a pensare che una personalità del genere, con la sua esperienza e la sua struttura, possa aver avallato un tipo di teasing così sbiellato. Parliamo di una “app” che dovrebbe contenere un trailer interattivo, rinviata già due volte per ragioni non meglio specificate, prima dal 22 al 25 giugno e poi direttamente al mese di agosto – un modus operandi estremamente irregolare che non è all’altezza della (malsana, siamo d’accordo) precisione chirurgica delle precedenti occasioni.

Lo so, state tutti pensando al caso di Moby Dick Studio, oppure alla demo di P.T. presentata sotto un altro acronimo alla Gamescom di troppi anni fa; ma in quelle vicende potete distinguere nettamente appuntamenti pubblici coreografati alla perfezione e/o culminati in “dati di fatto” come versioni dimostrative, trailer cinematografici, oppure perlomeno discussioni davanti ad una platea come alla GDC per l’ultimo Metal Gear Solid.

Insomma, in queste vicende, il minimo comune denominatore è stato sempre la qualità della presentazione: Kojima è uno fissato con l’intrattenimento e il cinema, e in particolare con l’aspetto scenografico e spettacolare che li circonda, e di certo suona strano che si sia affidato finora ad un post su PlayStation Blog e ad una serie di rinvii che puzzano di impreparazione (al netto delle vicissitudini legate al COVID, che specie in Giappone continuano a creare problemi logistici di non poco conto).

In più, un aspetto che non smetterà mai di sorprendermi è come questo autore polarizzante sia definito sopravvalutato e persino mediocre nel 90% del tempo dal frequentatore medio dei siti di videogiochi, e poi rieccoci tutti quanti qui, fan e “non fan”, privi di pregiudizi (una volta tanto) e traboccanti di hype – senza che lui che faccia alcunché, peraltro – ad aspettare un suo cenno di vita.

Potrà sembrare un paradosso ma è proprio nella seconda schiera, quella dei giocatori che non lo seguono attivamente e che appaiono interessati prevalentemente al lato mediatico della figura anziché ai suoi titoli (qualcosa che più sbagliato non si potrebbe, specie in un medium interattivo qual è il videogioco), che si registrano le scene di delirio puro più marcate per quanto riguarda Abandoned.

Come se non ci fosse abitudine per le maniere del soggetto o, forse è proprio questa la pista giusta, ci fosse fame per la sua next big thing ma non intesa come gioco (perché quella, appunto, la aspettano gli appassionati) quanto quale suo prossimo carrozzone promozionale. Non c’è da fare elitarismo – l’ho accennato in alto: è sempre bello vedere persone e gamer divertirsi a prescindere dal perché e dal come, e per me è fantastico sentire di un numero crescente di cultori di qualcosa che amo – e neppure la gara a chi è più fan, che l’età per certe cose l’abbiamo superata tutti, si spera, da un pezzo.

Solo sarebbe gradito un pizzico in più di coerenza all’uscita del prodotto vero e proprio, quando vi sbellicate dalle risate nell'appellare “simulatore di Bartolini” il nuovo A Hideo Kojima Game. Anche perché ci sta salire tutti sul carro alla prima scossa del marketing (perché, sia bizzarro o meno, di questo si tratta), ma specialmente dopo Death Stranding ognuno di noi sa cosa aspettarsi da lui e sarà interessante vedere chi ci sarà fino alla fine.

In conclusione

In tutta franchezza, quando mi è stato chiesto cosa ne pensassi di Abandoned ho sempre risposto che non ho un’opinione al riguardo per tutte le ragioni che ho esposto (che probabilmente sono un’opinione, sebbene non nel merito).

Ho giocato con i trailer di Death Stranding per anni prima che uscisse davvero, ma adesso la questione è su un piano completamente diverso: gli ARG puramente accidentali e un po’ casuali non mi appassionano, e che ci sia Kojima o meno dietro questo gioco non mi cambierà minimamente la vita perché io di quest’uomo aspetto soltanto il prossimo cenno di vita e titolo con la massima fiducia possibile.

Mi auguro valga lo stesso per tutti quelli che si stanno divertendo in questi giorni: che supportino Kojima quando ci sarà da giocare e valutare con apertura mentale la sua prossima creatura, non soltanto nel momento dell’esaltazione collettiva per un coinvolgimento (fino a prova contraria) immaginato, e che diano una chance ad Abandoned, qualunque cosa sia e chiunque ci sia alle spalle. Sperando che ne valga la pena.

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