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Certo che The Witcher può diventare una serie animata per bambini, per la showrunner

Vi siete mai immaginati The Witcher come una storia da raccontare ai bambini? Ecco, neanche noi: ma presto scopriremo come si fa.

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Avatar di Stefania Sperandio

a cura di Stefania Sperandio

Ex Editor-In-Chief

Pubblicato il 14/12/2021 alle 16:00

Lo sbarco sul piccolo schermo del franchise The Witcher è stato sicuramente un successo. Nel 2019, la prima stagione della serie Netflix divenne rapidamente un tormentone (complice il tema di Ranuncolo per Geralt) e tra pochi giorni vedremo anche il debutto della seconda stagione, di cui il nostro Marcello Paolillo ha anticipato la recensione – senza spoiler.

Netflix sta investendo molto nell'universo degli strighi firmato da Andrzeij Sapkowski e, come sappiamo, abbiamo visto anche arrivare un film animato dedicato a Vesemir, ed è in arrivo anche una serie prequel. A questo, si affianca una serie animata per bambini, ambientata proprio nel mondo di The Witcher.

Ma come si fa ad adattare un mondo come quello di The Witcher, dove violenza, sangue, intrighi politici, stregoneria, mostri orripilanti e sesso la fanno da padroni, a un format fruibile anche dai bambini? Secondo Lauren S. Hissrich, showrunner della saga per Netflix, il modo c'è.

No, la serie principale di The Witcher non è pensata per bambini

Intervistata da IGN USA, la creativa e produttrice esecutiva di The Witcher ha spiegato di avere già fissato le idee che vuole seguire per adattare il franchise anche ai più piccoli. Parliamo, va sottolineato, di uno show apposito: la serie principale manterrà i suoi toni adulti e brutali, non essendo destinata ai giovanissimi.

Nelle parole di Hissrich:

«Penso che quella serie per bambini sia la cosa più controversa che abbiamo annunciato fino a oggi. Non voglio dire che prenderemo questo universo, che leveremo tutto il sangue, tutto il sesso, tuta la violenza, per presentarlo così com'è ai bambini.

La cosa secondo me di maggior appeal in The Witcher, al di là del fatto che si tratti di una famiglia, sono tutti i temi morali che Sapkowski ha introdotto. I suoi racconti, ad esempio, sono delle fiabe. E le fiabe sono scritte anche per i bambini. C'è un modo per adattare questi temi e queste storie, con ovviamente diversi personaggi, che sono alle basi del mondo di The Witcher».

Effettivamente, i racconti che compongono Il Guardiano degli Innocenti e La Spada del Destino sono ispirati alle fiabe del folklore dell'est europeo. Sicuramente, non nei toni, ma nell'immaginario è possibile vedere degli elementi comuni alle fiabe tradizionali.

«Non rinunceremo neanche ad alcune delle parti più controverse dell'universo di The Witcher» ha aggiunto Hissrich, durante la sua intervista, riferendosi all'adattamento per bambini. «Abbiamo parlato molto della Prova delle Erbe e di come includerla in questo show, perché abbiamo bisogno che ci sia. Senza la Prova delle Erbe, non sarebbe The Witcher».

Il riferimento è alla prova a cui vengono sottoposti i bambini per diventare degli strighi: la stragrande maggioranza di loro, quando messa di fronte alle mutazioni, muore. Solo quelli che riescono ad accoglierle, dopo un terribile malessere simile ad un'agonia, sopravvivono e riprendono conoscenza come witcher.

Anya Chalotra ed Henry Cavill in The Witcher

«Sono conversazioni che abbiamo di continuo, ma so che c'è un modo per fare questo adattamento» ha concluso Hissrich.

Sarà indubbiamente interessante vedere in che modo questo specifico show cercherà quindi di adattare il Continente e le sue atrocità allo sguardo di un bambino. In attesa di quel momento, vi segnaliamo anche il documentario dedicato alla saga.

Per chi non cerca filtri, invece, la seconda stagione di The Witcher lancerà i suoi episodi su Netflix il 17 dicembre. Henry Cavill tornerà nei panni di Geralt di Rivia, Anya Chalotra sarà ancora Yennefer di Vengerberg e Freya Allan rivestirà i panni del Destino – la principessa Ciri di Cintra.

Se volete vedere lo show Netflix di The Witcher, cominciate a recuperare i libri su cui si basa (dato che non si ispira ai videogiochi): il primo è la raccolta Il Guardiano degli Innocenti.

Fonte dell'articolo: www.ign.com

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