Immagine di Capcom Arcade 2nd Stadium | Recensione - Il fascino dei vecchi cabinati
Recensione

Capcom Arcade 2nd Stadium | Recensione - Il fascino dei vecchi cabinati

Vecchie glorie, i cabinati. Capcom lo sa e ci riprova con questo secondo capitolo della serie Capcom Arcade Stadium. Scaldate i pollici!

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a cura di Pia Colucci

Redattrice

Informazioni sul prodotto

Immagine di Capcom Arcade 2nd Stadium
Capcom Arcade 2nd Stadium
  • Sviluppatore: Capcom
  • Produttore: Capcom
  • Distributore: Capcom
  • Piattaforme: PC , PS4 , XONE , SWITCH
  • Generi: Collezione
  • Data di uscita: 22 luglio 2022

Il fascino retrò di Capcom Arcade Stadium ritorna sulle nostre nuove console con una seconda compilation di grandi classici del longevo publisher giapponese.

Per chi non conoscesse la serie dedicata ai retrogame di Capcom, l’Arcade Stadium è una collezione di titoli che si trovavano nelle grandi sale giochi di un tempo, luoghi che stanno purtroppo scomparendo ai giorni nostri. Le sale giochi resistono più che altro in Giappone, malgrado la chiusura di alcune diventate veri e propri landmark (SEGA Entertainment, ad esempio, ha annunciato la chiusura delle sue ad inizio 2022).

Negli anni Ottanta però le sale giochi erano il luogo in cui si poteva toccare con mano – e con pochi spiccioli – l’innovazione in materia di videogiochi. Ce n’era per tutti i gusti: picchiaduro, platform oppure simulatori di guida. Tanti titoli che hanno fatto la storia dei vecchi cabinati – basti pensare a Street Fighter di casa Capcom – approdarono anche sulle console casalinghe che all’epoca si affacciavano sul mercato.

Tuttavia, considerato anche il costo degli hardware, la soluzione dei cabinati forse era quella migliore e sicuramente più potente: le sale giochi erano quindi un vero e proprio luogo di culto per gli appassionati, un posto di aggregazione sociale per i più giovani e per i gestori stessi, che organizzavano gare e tornei, mantenendo viva l’attenzione dei consumatori e lo spirito di competizione.

In Capcom Arcade 2nd Stadium è possibile trovare diversi titoli dell’epoca come gli storici Street Fighter Alpha 2 o Megaman - The Power Battle – oltre ad altri titoli pressoché sconosciuti al pubblico occidentale. Li abbiamo messi alla prova nella nostra recensione ad alto tasso di nostalgia.

A trip down memory lane

I titoli giocabili in questa nuova compilation non fanno che affermare l’egemonia sul mercato della compagnia nell'epoca pre-Resident Evil. Proprio come il predecessore, Capcom Arcade 2nd Statium dà al videogiocatore la possibilità di vivere un’esperienza tout court in sala giochi, non limitandosi semplicemente ad emulare i titoli di punta presenti nel roster – ben 30 divisi per anni di pubblicazione, con la possibilità anche di scegliere la rom inglese o giapponese.

Nello specifico, parliamo di:

  • Savage Bees
  • Gan Sumoku
  • Hyper Dyne Side Arms
  • Hissatsu Buraiken
  • Black Tiger
  • Street Fighter
  • Tiger Road
  • 1943 Kai - Midway Kaisen -
  • Last Duel
  • Rally 2011 Led Storm
  • A.K.A Magic Sword
  • Three Wonders
  • A.K.A The King of Dragons
  • A.K.A Block Block
  • A.K.A Knights of the Round
  • Saturday Night Slam Masters
  • Eco Fighters
  • Pnickies
  • Darkstalkers - The Night Warriors -
  • Night Warriors - Darkstalkers' Revenge -
  • Street Fighter Alpha: Warrior's Dreams
  • Megaman: The Power Battle
  • Street Fighter Alpha 2
  • Super Puzzle Fighter II Turbo
  • Megaman 2: The Power Fighters
  • A.K.A. Vampire Savior: The Lord of Vampire
  • Capcom Sports Club
  • Super Gem Fighter: Mini Mix
  • Street Fighter Alpha 3
  • Hyper Street Fighter II: The Anniversary Edition

La schermata iniziale ci dà il benvenuto in una vera e propria sala giochi deserta (e quindi, tutta per noi, senza dover cedere il nostro turno ad altri!) in cui è possibile personalizzare i vari cabinati con livree e colori. Oltretutto, e questa è una piccola chicca, è possibile anche muovere le varie levette e simulare l’inserimento della monetina nell’apposita fessura – forse il momento più emozionante dei vecchi cabinati.

Il cabinato non è quindi solo una presenza estetica, ma è lì "in carne e ossa" anche durante le fasi di gioco, proprio per ricreare quel feeling che ci riporta all’interno della sala, con uno schermo ristretto e con le scanlines da vecchio televisore a tubo catodico.

Insomma, chi ha vissuto in quegli anni può concordare con il fatto che Capcom sia riuscita a portare sulle moderne console una vera e propria esperienza videoludica di circa quarant’anni fa, compreso il suo fascino accattivante e mai dimenticato.

Gli anni ’80 sono molto più di una decade…

Sicuramente l’obiettivo di queste collection è quello di stuzzicare i palati dei videogiocatori old school, ma anche di far incuriosire i nuovi videogiocatori che possono sperimentare – seppur in maniera virtuale – il fascino delle sale giochi.

Il tentativo da parte di Capcom è sicuramente lodevole, in quanto grazie all’espediente della sala giochi è riuscita ad implementare tanti diversi generi videoludici in una sola Collection, in barba alla nostalgia. A differenza di altre compagnie, che hanno ripresentato sulle console moderne i loro titoli di punta in modalità standalone, sicuramente Capcom Arcade Stadium offre diversi titoli pronti per essere (ri)scoperti.

Tuttavia, come spesso ci si chiede in questi casi, l’emulazione dei retrogame nell’era di internet è diventata una costante, soprattutto da parte dei videogiocatori nostalgici. C’è davvero bisogno di una collection? Emulazioni e abandonware viaggiano su una cosiddetta linea di mezzo, una zona borderline tra legalità e illegalità in quanto, gli emulatori – ad esempio – dovrebbero riprodurre bios e file immagini estratti da prodotti fisicamente in nostro possesso (qui un focus dettagliato dell’argomento da parte di Gioele Maria Pignati per il nostro sito gemello Tom’s Hardware).

Per ovviare questa “fastidiosa” zona d’ombra, molte compagnie tra cui sia Sony che Microsoft – grazie ai loro servizi di abbonamento – negli ultimi anni hanno puntato tanto su remaster, edizioni fisiche e da collezione di vecchie glorie (Square Enix, ad esempio, sta recuperando alcuni storici titoli dal suo vasto catalogo) e porting digitali. Questo è necessario per la preservazione storica dei videogiochi a tratti molto carente: titoli usciti in digitale e non più disponibili oppure videogiochi fisici ormai disponibili a prezzi da capogiro su eBay.

Per questo, cofanetti come Capcom Arcade Stadium sono fondamentali poiché offrono uno sguardo su un’annata fiorente come quella degli anni Ottanta che non è mai andata davvero via: se ci pensate, i riferimenti al decennio grazie a serie TV e vecchi brani tornati in auge nelle classifiche mondiali sono la prova che gli anni Ottanta non possono essere circoscritti ad una sola decade.

Un pizzico di modernità!

La cosa fondamentale di Capcom Arcade 2nd Stadium è il fatto che implementa anche un po’ di modernità. Come il suo predecessore, è possibile giocare in co-op con un altro videogiocatore (ma vi avvertiamo, niente partite online!) proprio come un vero e proprio cabinato, in cui battersi in qualche partita a Capcom Sports Club.

Non mancano le sfide a punti come nelle classifiche di un tempo. Per favorire l’engagement dei videogiocatori, Capcom ha implementato delle nuove sfide in cui i giocatori devono cimentarsi per scalare le classifiche globali tramite dei “punti CAPSO”. Proprio come il primo capitolo della serie, questi punti fungono da vera e propria valuta in-game che permette al videogiocatore di sbloccare vari extra come nuovi sfondi o funzionalità.

Inoltre, è confermata la possibilità di salvare e caricare a metà partita tramite vari slot di salvataggio, così da poter riprendere tranquillamente una sfida lasciata in sospeso; una modalità che circa quarant’anni fa era ovviamente impensabile.

Per facilitare il lavoro dei neofiti, Capcom ha reintrodotto – anche in questo sequel – la possibilità di riavvolgere il tempo per poter tornare indietro ed evitare clamorosi errori, è possibile anche personalizzare la velocità di gioco e il livello di difficoltà, come la “Invincibility Mode” scaricabile sotto forma di DLC.

Per noi, queste “scorciatoie” un po’ ammazzano la reale esperienza di gioco e servono più che altro per le nuove leve di videogiocatori, poco avvezzi alle vetuste meccaniche di vecchi titoli e sicuramente desiderosi di allenarsi al vecchio Street Fighter senza stress (in attesa del sesto capitolo, non perdetevi la versione completa dell'ultimo titolo della saga su Amazon!).  Il videogiocatore più hardcore può sicuramente bypassarle senza rovinare l’esperienza originale dei suoi classici preferiti.

Ovviamente, non poteva mancare un sistema di Achivement/Trofei disponibili sia su Xbox che PlayStation che su Nintendo Switch – in quest'ultima versione, sono presenti sotto forma di medaglie).

Versione recensita: PS4

Voto Recensione di Capcom Arcade 2nd Stadium - Recensione


7

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • Fattore Nostalgia

  • Possibilità di customizzazione dei cabinati

  • Sfide in coop con amici

Contro

  • Poca varietà di titoli

  • Non esiste un comparto multiplayer

Commento

In fin dei conti, Capcom Arcade 2nd Stadium ricalca pedissequamente tutte le caratteristiche del predecessore, riproponendo 30 titoli che hanno fatto la storia del publisher senza però portare nulla di innovativo e vario: tra i titoli presenti, ad esempio, troviamo ben quattro iterazioni di Street Fighter e due di Darkstalkers. Sarebbe stato bello avere un roster di giochi diversi per genere e meglio equilibrati così da deliziare tutti i palati ma, ancora una volta, Capcom scommette tutto sui titoli di punta (varianti comprese) per questa seconda collection, che forse non era davvero così strettamente necessaria ma che farà battere il cuore degli amanti della nostalgia. Che non sono pochi.
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