Immagine di Bravely Default II, una demo dal sapore familiare - Provato
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Bravely Default II, una demo dal sapore familiare - Provato

Abbiamo messo le mani per la prima volta sul nuovo Bravely, scoprendolo molto vicino ai canoni della serie

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a cura di Paolo Sirio

Informazioni sul prodotto

Immagine di Bravely Default II
Bravely Default II
  • Sviluppatore: Team Asano, Claytechworks
  • Produttore: Square Enix
  • Distributore: Koch Media
  • Piattaforme: SWITCH
  • Generi: Gioco di Ruolo
  • Data di uscita: 26 febbraio 2021

L’annuncio a The Game Awards è stato forse uno dei più inaspettati e graditi, e adesso – nel giro di poco più di tre mesi – è già il momento del primo provato: Bravely Default II brucia le tappe e si conferma, grazie alla demo ora disponibile su Nintendo eShop, uno dei giochi da tenere strettamente d’occhio nel 2020.

Nella giornata di ieri, Nintendo ha inondato queste pagine e la rete nel complesso con un Direct Mini a dir poco irrituale, che non solo non è stato anticipato da un reveal formale ma è giunto a destinazione già completo di un mare di annunci per Switch; tra questi, nel caso ve lo foste legittimamente perso, c’è anche la suddetta versione dimostrativa del JRPG Square Enix.

In attesa del titolo completo, in rampa di lancio per quest’anno, abbiamo testato la demo e stilato delle impressioni iniziali circa il suo comportamento, Joy-Con alla mano.

Non lasciare la via vecchia per la nuova…

Il lavoro di Team Asano e Claytechworks si dimostra fin dalle primissime battute molto conservativo rispetto ai canoni del franchise, evidenziando come l’obiettivo della produzione sia espandere il pubblico potenziale della serie – limitato finora, tra molte virgolette sull’aspetto quantitativo del termine, alla platea di Nintendo 3DS – su una console dal successo commerciale straripante qual è Nintendo Switch.

La direzione artistica è ad esempio la stessa impostata per i due precedenti capitoli della serie, così come per sommi capi anche per l’acclamato (e sottovalutato, a nostro modo di vedere) Octopath Traveler, con questa sorta di acquarello a tratteggiare un quadro deliziosamente sfumato, al pari delle sfocature che mettono ora in primo, ora in secondo piano le ambientazioni e i personaggi a seconda delle esigenze; c’è stato un chiaro upgrade sui modelli poligonali, complice il passaggio su Switch, e certi momenti, specie nelle battute finali e nell’hub principale, sono molto soddisfacenti a vedersi.

Ma, al di là di questi aspetti su cui avremo piacere di tornare per la recensione finale, è chiaro come sia sul sistema di combattimento che gli sviluppatori non abbiano voluto mettere mano, per evitare di snaturare quello che, ad oggi, è l’aspetto più caratteristico di Bravely; parliamo sì dei classici turni, ma con un twist che consente di accendere come di spegnere sul nascere le battaglie.

Il combat system di Bravely Default II si basa infatti ancora una volta sull’alternanza delle meccaniche Brave e Default che danno il nome al gioco; con la prima possiamo ottenere fino a tre mosse aggiuntive per i nostri turni, “saldando il debito” restando fermi in quelli successivi, mentre con la seconda ci viene data la chance di immagazzinare punti da spendere sulle mosse nei turni seguenti e intanto aumentare i parametri di difesa dei personaggi.

Messa nero su bianco, la dinamica può sembrare un po’ complicata ma, come sapranno i veterani tra voi, la sua comprensione base non richiede una curva d’apprendimento eccessivamente ripida; la padronanza, invece, è un’altra cosa, e capire quando poter calcare la mano con un triplo Brave oppure quando stringere la cinghia in attesa di scatenare il proprio potenziale è qualcosa che arriva con un po’ di pratica – ed è capace di cambiare seriamente le sorti di uno scontro.

Così come negli originali e nel già menzionato Octopath Traveler, dunque, è il sistema di combattimento a rubare la scena, sia per la brillantezza della sua luce, sia perché l’approccio alla creazione di questo sequel ci pare molto fedele ai precedenti episodi. Il resto, di cui discuteremo nelle prossime righe, è un giudizio connesso esclusivamente alla versione dimostrativa e che in qualche caso non distinguerà gli elementi già visti nei predecessori, in modo da darvi un’idea esclusivamente dell’esperienza vissuta in quest’occasione.

Le mani sulla demo

Preparata ad hoc per l’occasione, la demo di Bravely Default II ci presenta fugacemente il tessuto narrativo del gioco, prima di farci conoscere i quattro membri del party capitanato da Seth, un marinaio con anni di mestiere alle spalle. I quattro girano per il mondo nel tentativo di recuperare gli Asterischi, degli speciali cristalli, sottratti al regno di Gloria causando danni irreparabili come – lo abbiamo appreso nel livello esibito in questa versione – l’innalzamento delle maree.

Questa build sblocca fin da subito cinque classi (più una recuperabile non appena battuto il boss conclusivo, a cui tendenzialmente arriverete con i job già massimizzati al valore di “eccellenza”), assegnabili a proprio piacimento ad ognuno dei quattro personaggi disponibili. Non mancano capisaldi del genere come il classico esperto di magia nera, il curatore e il monaco, e tutti i personaggi cambieranno abbigliamento a secondo di quella scelta per dare da subito l’idea della customizzazione.

Il gioco non ci dirà quale classe dovremo mettere addosso al nostro personaggio, sebbene ci siano degli “indizi” sparsi per la loro costituzione nei menu, e una secondaria – che non sarà livellata quando equipaggiata – sarà sempre disponibile per dare un’infarinatura di ibridazione utile a cacciarci fuori dai guai qualora un membro del party dovesse andare ko.

Il level cap della demo è impostato a 20, e vi diciamo subito che per concluderla dovrete raggiungerlo – pena instakill, o quasi, causati dai nemici nel mini dungeon finale e nei dintorni. Un tasso di sfida forse punitivo per un “prodotto” del genere, al punto che pure dopo aver maxato i protagonisti dovrete aguzzare l’ingegno per uscirne vincitori, ma non possiamo certo venirvi a raccontare che ci sia dispiaciuto trascorrere 5+ ore con Bravely Default II così presto.

La difficoltà della versione dimostrativa è stata dichiaratamente (nel senso letterale del termine, all’inizio del gioco viene esposto un “cartello” che lo spiega) tarata verso l’alto, in modo da far assaggiare i combattimenti a 360 gradi prima del lancio e spingere in maniera artificiosa i giocatori al cap, ma vi sono state introdotte soltanto una missione principale e una secondaria; questo vuol dire che dovrete darvi al grinding più selvaggio per fare in modo di arrivare preparati non solo allo scontro finale ma anche al dungeon che lo precede.

Gli sviluppatori si sono dimostrati ampiamente consapevoli della natura “grindosa”, passateci il termine, di questa demo, e hanno implementato alcuni accorgimenti che non la rendono troppo pesante: le battaglie sono velocizzabili e hanno comandi automatici qualora volessimo replicare sempre le stesse mosse, e particolarmente apprezzata è la possibilità di tenere premuto il tasto “A” anziché pigiarlo ad ogni input per eseguire un’azione e di non dover fare avanti/indietro nei menu qualora ci accorgessimo in corsa di voler utilizzare Brave addizionali o Default.

Sono piccole sfumature che ci sono piaciute già nel contesto della demo, pensate su un gioco delle dimensioni di un JRPG completo, dove siamo abbastanza sicuri sapranno fare la differenza; la speranza chiaramente è che ci sia più contenuto “artigianale” nella versione completa e si faccia meno affidamento sull’iterazione continua sconnessa da materiale narrativo o comunque più gratificante del semplice trascinamento verso il level cap.

Altro particolare sul quale ci piacerebbe vedere un intervento dei team al servizio di Square Enix è la qualità delle interazioni con i mob lungo la mappa: colpirli per primi vuol dire portarsi a casa il turno iniziale del match, e talvolta questo risulta difficile sia per le dimensioni ridotte di personaggi simil-chibi e armi, sia perché a causa della prospettiva non ci si rende conto delle reali distanze; quest’impressione potrebbe essere stata acuita dalla natura degli ambienti, un sali e scendi di dune in una location desertica, ma è meglio mettervi subito in guardia.

Sempre sullo stesso tema, chiudiamo con una nota piacevole: il gioco ci segnala in tempo reale quando saremo capaci di affrontare un dungeon attraverso un espediente molto gradevole, ovvero il cambio dinamico di approccio dei nemici alla nostra presenza. Qualora fossero più forti ci inseguiranno, mentre non appena si accorgeranno che il nostro livello sarà superiore inizieranno a scappare o ignorarci; un indicatore che abbiamo trovato molto utile in una build così probante e longeva.

- L'appagante combat system di sempre

- Direzione artistica gradevole

- Upgrade poligonale evidente

- Approccio molto conservativo

- Interazioni poco leggibili sulla mappa

Usciamo dalla demo di Bravely Default II con l’evidenza che i team assoldati da Square Enix abbiano scelto per questo secondo sequel, che segna il debutto della saga ruolistica su Nintendo Switch, un approccio particolarmente conservativo. La voglia di presentarsi all’appuntamento con questo grande pubblico forti dei propri selling point è comprensibile, sebbene ci siano ancora degli accorgimenti da fare su quella stessa formula per raggiungere l’agognata perfezione. Alla versione finale il compito, a questo punto, di portare a termine il lavoro e magari sorprenderci con qualcosa di nuovo.

Voto Recensione di Bravely Default II - Recensione


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Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • L'appagante combat system di sempre

  • Direzione artistica gradevole

  • Upgrade poligonale evidente

Contro

  • Approccio molto conservativo

  • Interazioni poco leggibili sulla mappa

Commento

Usciamo dalla demo di Bravely Default II con l'evidenza che i team assoldati da Square Enix abbiano scelto per questo secondo sequel, che segna il debutto della saga ruolistica su Nintendo Switch, un approccio particolarmente conservativo. La voglia di presentarsi all'appuntamento con questo grande pubblico forti dei propri selling point è comprensibile, sebbene ci siano ancora degli accorgimenti da fare su quella stessa formula per raggiungere l'agognata perfezione. Alla versione finale il compito, a questo punto, di portare a termine il lavoro e magari sorprenderci con qualcosa di nuovo.