Immagine di A Highland Song | Recensione - Evocativo e imperfetto
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A Highland Song | Recensione - Evocativo e imperfetto

A Highland Song, dagli autori di 80 Days, ci porta alla scoperta delle Highlands scozzesi, in un titolo dove l'esperienza è però migliore del gameplay.

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

In sintesi

  • Un mix tra esplorazione, contemplazione e rhythm game dal retrogusto folkloristico.
  • Controller alla mano, però, l'esperienza di viaggio in sé e le sue suggestioni sono ampiamente più riusciti del gameplay.
  • È un gioco dall'intrigante valore culturale, per come racconta le Highlands e le loro leggende.

Informazioni sul prodotto

Immagine di A Highland Song
A Highland Song
  • Sviluppatore: inkle
  • Produttore: inkle
  • Testato su: SWITCH
  • Piattaforme: PC , SWITCH
  • Generi: Avventura
  • Data di uscita: 5 dicembre 2023

Sebbene arrivi dagli autori dell'amato 80 DaysA Highland Song è un gioco passato quasi in sordina nel suo day-one del 5 dicembre – ed è curioso parlarne in un momento in cui si discute anche di quell'altro gioco che ha dimostrato ancora una volta la forza mediatica prorompente già dimostrata dai suoi predecessori.

Ha un concept molto particolare, dall'alto valore folkloristico, una sorta di incrocio tra un puzzle bidimensionale, un survival, un rhythm game e le solitudini di Death Stranding. Questa volta, però, niente corrieri: su PC e Nintendo Switch vestiamo i panni di Moira, una giovane che non ha mai visto il mare e che decide di scappare per attraversare le Highlands scozzesi, accogliendo l'invito di un parente.

Il viaggio, per quanto suggestivi siano gli scenari che le porrà di fronte, si rivelerà però irto di pericoli, perché parliamo di una regione che non fa sconti, dove le cadute sono sempre dietro l'angolo e anche perdere l'orientamento è all'ordine del giorno. Sappiamo solo che dobbiamo trovare il mare, meglio se entro i giorni limite concessi dal gioco. E, di sentiero in sentiero, proveremo a raggiungerlo, arrivando in tempo o in ritardo. Ma arrivando.

Il viaggio di Moira

Controller alla mano, nel nostro viaggio su Switch ci siamo trovati di fronte a un mix di generi: Moira può arrampicarsi, cercare di scalare dei picchi, raccogliere cibo, oggetti utili o meno, trovare delle mappe illustrate a mano che provano a fornirci indicazioni su come raggiungere un punto di interesse.

E, di tanto in tanto, queste fasi di platforming esplorativo si alternano a delle sezioni di corsa strutturate come un rhythm game, dove premere il tasto indicato per saltellare a tempo – mentre imperversa la splendida colonna sonora folk.

Il risultato, però, è abbastanza straniante: se l'atmosfera delle Highlands riesce a non far sentire disunite le diverse anime che compongono A Highland Song, proprio il suo gameplay è la parte debole della proposta ludica.

L'atmosfera delle Highlands riesce a non far sentire disunite le diverse parti che compongono il gioco. Il suo gameplay è, però, la parte debole della proposta.
I controlli di Moira sono ostili, a voler usare un eufemismo – almeno su Switch – e, considerando che spesso cercherete di saltare tra delle sporgenze separate da un crepaccio, non capire cosa Moira farà (la lunghezza del salto, se si aggrapperà o meno, se balzerà nel terreno più vicino all'inquadratura anziché rimanere sul piano più profondo in cui vi stavate muovendo) rende il tutto inutilmente difficile, laddove non dovrebbe essere.

La sfida del gioco, infatti, risiede nel raggiungere il mare in tempo per accogliere un invito: si può arrivare anche diversi giorni più tardi, motivo per cui A Highland Song invita alla rigiocabilità, permettendo di ripetere il proprio viaggio per ottenere un epilogo differente.

Inoltre, per recuperare la vita che avete perso dopo essere rovinosamente caduti sarà necessario trovare riparo, individuare un luogo asciutto dove passare la notte, di tanto in tanto mangiare qualcosa o sedersi ad aspettare all'asciutto – contando quanto piove in Scozia. Queste dinamiche da survival a loro volta subiscono un impatto dal sistema di controllo, poiché nella maggior parte dei casi i danni che avete riportato sono dovuti all'imprecisione delle risposte di Moira ai vostri input, più che a salti arditi che avete compiuto consapevolmente. Un peccato, perché il viaggio di A Highland Song dovrebbe essere sì irto di pericoli, sì poco avvezzo al perdono, ma non per questi motivi.

Alla scoperta delle Highlands

Dal punto di vista del level design, ha di certo una profondità intradiegetica il senso di smarrimento che il giocatore sperimenta, nel muoversi per vallate, picchi e crepacci delle Highlands. La stessa Moira non conosce la strada e la scopriremo con lei, provando a muoverci tra diversi sentieri.

Gli scenari, realizzati come se fossero dei dipinti in 2D che si muovo in direzione del giocatore via via che si procede verso il mare, hanno pochi punti di riferimento e ci si smarrisce di continuo. Una sensazione che, dicevamo, ben si lega al mood del gioco, dove la stessa protagonista si domanda come le sia venuto in mente di affrontare un simile viaggio da sola.

Peccato, però, per i momenti in cui capita di trovare una strada sbarrata, dopo diversi minuti di cammino, e si è costretti al backtracking nel tentativo di capire, quindi, il percorso ideale da seguire.

Anche qui, se da un lato la cosa assolve pienamente alle funzioni narrative di A Highland Song, dall'altra rischia di innescare la frustrazione prima del dovuto – il che non è bene, per un gioco che per stendere tutto il potenziale del suo storytelling richiede di essere giocato più di una volta.

Il sistema di mappe illustrate, che offre indicazioni per alcuni punti di interesse, è ingegnoso e ben caratterizzato dal punto di vista della direzione artistica, ma poco funzionale in termini di gameplay, soprattutto quando cala il buio o diluvia, e capire quale roccia sia quella su cui è stata tracciata un "x" diventa più un tedio che una sfida verso la quale ci si sente stimolati: molto meglio fermarsi a riposare e aspettare che torni il sereno, al costo però di arrivare tardi al mare.

Da amante di videogiochi che mettono la traversata al centro di tutto – penso non siano un segreto le ore spese in Death Stranding o in Lake dalla sottoscritta, solo per citarne due – trovo che A Highland Song, in questo, abbia un po' di potenziale sprecato, proprio per le ingenuità di design che non gli permettono di esprimersi pienamente: è suggestivo e coinvolgente da vivere, ma non riesce a essere motivante fino in fondo da giocare, lasciandovi addosso la sensazione che, anche quando trovate la strada, lo abbiate fatto per puro caso. Una cosa che pensa anche Moira, chiaro, ma che indebolisce molto la gratificazione che il giocatore prova quando supera una difficoltà.

Una nota a margine per l'assenza di una localizzazione in italiano, anche dei testi. Se questo permette di apprezzare l'accento scozzese dei protagonisti e le loro inflessioni, rendendo l'esperienza più autentica dal punto di vista culturale, è anche vero che l'inglese usato è estremamente difficile per chi non è davvero fluente – perfino con le variazioni e le espressioni tipicamente scozzesi. Fatichiamo a immaginare che l'utente che mastica solamente un po' di inglese possa davvero cogliere tutto quello che A Highland Song prova a dire, quindi – pur non trattandosi di un vero contro, tutt'altro – lo sottolineiamo per i nostri lettori.

Voto Recensione di A Highland Song | Recensione


7.4

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • Direzione artistica e colonna sonora di grande livello

  • L'atmosfera calma ma allo stesso tempo spietata trasporta pienamente negli scenari delle Highlands

  • Il senso di smarrimento dato dal level design dà spessore narrativo...

Contro

  • ... ma sfocia nella frustrazione quando si finisce nel backtracking

  • I controlli imprecisi saranno il vostro peggior nemico e spostare Moira è molto più complicato di quanto dovrebbe

  • Attenzione all'inglese usato, decisamente non per tutti

Commento

A Highland Song è un videogioco dal forte valore culturale: riesce a raccontare la natura suggestiva eppure spietata delle Highlands, mescolando ai loro scenari la storia di una protagonista capace di meravigliarsi, di dubitare e, un dettaglio alla volta, di farci scoprire di più su questa regione. La commistione di generi funziona piuttosto bene e dopo una lunga salita è bello rilassarsi con un momento musicale. Contemporaneamente, però, la nuova fatica di Inkle vede nel proprio comparto ludico la sua parte meno riuscita, con controlli insensatamente ostili e un level design che, pur trovando ragion d'essere nella diegesi dell'opera, non ha la forza di supportare fino in fondo la volontà degli sviluppatori di spingere a giocare più volte l'avventura.
***

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